L'ex caserma di Silandro è stata sottoposta a vincolo di tutela parziale
Silandro. Solo alcune parti dell’imponente complesso dell’ex caserma Druso di Silandro sono state sottoposte a vincolo di tutela dalla Provincia. Si tratta della facciata in marmo razionalista di alta qualità dell’edificio del comando, ora parzialmente demolito, la villa storicista Wielander, già espropriata, le torri di guardia ancora esistenti e parti del muro di cinta. L’edificio di servizio già ristrutturato, oggi sede della “Basis Vinschgau Venosta”, non verrà posto sotto tutela monumentale. L’imponente sala teatrale e cinematografica d’epoca, un tempo aperta alla comunità locale, rappresenta il cuore della “base” nella sua veste di sala eventi multifunzionale. Tuttavia, secondo la delibera approvata dalla Giunta, l’edificio di servizio deve essere conservato; spetterà ai cittadini di Silandro decidere il tipo di tutela da garantire, nell’ambito del programma di sviluppo comunale.
La Caserma Druso di Silandro è stata costruita tra il 1935 e il 1936 a ovest del centro di Silandro. Il terreno era precedentemente destinato all’agricoltura, poi è stato espropriato per permettere la costruzione della caserma. La maggior parte degli edifici e degli spazi aperti del suggestivo complesso sono stati conservati nella loro forma originale.
Nell’aprile del 2022, la soprintendente provinciale Karin Dalla Torre ha incaricato un team di ricercatori edili di effettuare un’indagine completa dell’intera area, con l’obiettivo di mappare nel dettaglio tutti gli elementi del monumento architettonico e documentarli per il futuro. “I risultati di questa ampia ricerca sugli edifici e del lavoro d’archivio hanno confermato e corroborato la proposta di conservazione originale per l’intero sito”, sottolinea Dalla Torre.
I risultati della ricerca sugli edifici saranno presentati alla caserma nella primavera del 2024. A Villa Wielander verrà creato un centro di documentazione a partire dal ricco materiale e dai risultati della ricerca edilizia. “L’obiettivo è quello di facilitare e promuovere l’elaborazione della storia e la cultura della memoria in relazione agli importanti beni culturali tecnici della caserma Druso”, spiega Dalla Torre.