Troyer, cresce l'idroelettrico: fatturato a 30 milioni di Euro e nuove assunzioni nel 2024
Per Troyer, azienda altoatesina del settore idroelettrico, il 2023 si chiuderà con un fatturato di 30 milioni di Euro, in crescita del 50% rispetto all’anno precedente. La chiusura dell’esercizio finanziario in netto aumento va di pari passo con ulteriori, importanti prospettive di crescita, passate e future: oltre a nuove commesse internazionali per decine di milioni di euro, una decisa spinta sulle assunzioni porterà nei primi mesi dell’anno a far crescere il numero dei collaboratori di quasi un quarto rispetto agli attuali, aprendo ad almeno 25 nuove posizioni. Uno slancio che, secondo quanto comunicato dall’azienda, arriva ad un anno dalla sua entrata nel HTI, divenuto azionista di maggioranza dal febbraio scorso. «La nostra sempre più elevata tecnologia, che nel corso dei novant’anni di vita ci ha permesso di conquistare un ruolo importante nel mercato dell’idroelettrico, e la recente consapevolezza di far parte di un gruppo importante come HTI ci permetteranno di chiudere il 2023 con numeri importanti – commentano i vertici dell’azienda – ma soprattutto di guardare con ottimismo al domani. Un futuro in cui l’energia pulita sarà ancor di più al centro delle attenzioni del pianeta e in cui Troyer continuerà ad essere uno dei player di riferimento del settore». Fondata nel 1934, Troyer vanta infatti una evidente esperienza nella produzione e commercializzazione di impianti per centrali idroelettriche sia sul mercato italiano che estero.
Se i mercati di riferimento continuano ad essere quelli classici dell’arco alpino (Nord Italia, Austria e Svizzera) in cui, negli anni, sono stati costruiti e messi in servizio centinaia di impianti idroelettrici – gli ultimi italiani in corso di realizzazione sul fiume Brembo -, Troyer si è recentemente aggiudicata numerosi incarichi internazionali che hanno allargato ulteriormente l’orizzonte di business dell’impresa vipitenese. Tra i mercati più rilevanti troviamo il Nepal, territorio in cui sta per entrare in funzione la centrale idroelettrica di Super Chepe da 9,05 MW di potenza installata, e da cui sono giunte altre otto commesse per un giro d’affari complessivo di 39 milioni di euro. Altro mercato emergente è quello del Brasile in cui Troyer realizzerà due impianti.
Dai grandi fiumi del Brasile ai ghiacci della Norvegia, sempre nel segno della natura incontaminata. Una delle sfide più belle che ha visto impegnata di recente l’azienda altoatesina è infatti rappresentata dalla realizzazione e dalla messa in servizio delle turbine nelle centrali idroelettriche norvegesi nella remota Russvik, a pochi passi dalle celebri isole Lofoten, mentre è imminente l’ultimazione della centrale di Hjertvatn. Nuovo territorio di sviluppo per Troyer è poi quello della Georgia. A Bakvhi infatti l’impresa vipitenese si è aggiudicata la commessa di tre centrali idroelettriche a cascata sul fiume Bakhvistskali per un valore complessivo di 12 milioni di euro (messa in servizio tra la fine del 2024 e la fine del 25). Infine un record, quello della valvola a sfera dell’impianto scozzese di Kilchrenan, la più grande mai realizzata nella storia di Troyer: due metri di altezza e 30 tonnellate di peso.
HTI
Il Gruppo High Technology Industries (HTI) è protagonista a livello mondiale nel settore degli impianti a fune (Leitner, Poma, Bartholet e Agudio), dei battipista, veicoli cingolati e gestione della vegetazione (Prinoth e Jarraff), dell’innevamento programmato e sistemi di abbattimento polveri (Demaclenko e Wlp), dell’energia eolica (Leitwind), dell’idroelettrico (Troyer) e della gestione digitalizzata dei comprensori sciistici (Skadii). Il Gruppo ha chiuso il 2022 con un fatturato di un miliardo e 301 milioni di euro e, sempre nell’ultima stagione, ha investito 35 milioni in ricerca e sviluppo. Sono oltre 4.300 i collaboratori del Gruppo HTI operativi nel mondo.
Immagine in apertura: interno di uno stabilimento di produzione di Troyer, foto courtesy Troyer