A te e famiglia: il tormentone degli auguri ai tempi di Sissi. Le Neujahrsentschuldigungskarten
“A te e famiglia”: che siano di persona o digitali, sentiti o formali, questo è il periodo degli auguri. Che fanno piacere a chi li riceve, certo, ma che (spesso) sono anche un obbligo pesante per chi li deve fare. Che gli auguri fossero un tormentone era già chiaro ai tempi della monarchia austro-ungarica, all’inizio dell’ottocento, tanto che vennero introdotte le Neujahrsentschuldigungskarten: una tradizione sepolta nel passato, ma che proprio quest’anno è stata inserita dall’Unesco come bene culturale immateriale.
Andando con ordine: la parola tedesca -non breve- Neujahrsentschuldigungskarte, tradotta in seguito in italiano come “offerta d’esonero per gli auguri di Capodanno”, racchiude un espediente che per oltre cent’anni permise alla nobiltà e borghesia dell’epoca di prendere due piccioni con una fava, ovvero di liberarsi dall’obbligo degli auguri di Capodanno e al contempo fare un bel gesto di beneficenza. Funzionava così: il Comune emetteva ogni anno un biglietto d’auguri a tema, appunto la Neujahrsentschuldigungskarte, che i compratori acquistavano aggiungendo al prezzo ufficiale una generosa offerta da devolvere per fini caritatevoli. La lista dei compratori veniva poi pubblicata sulla stampa locale, liberandoli quindi da ogni ulteriore obbligo di inviare gli auguri o fare altre offerte, come del resto dice lo stesso nome del biglietto, offerta di esonero. Come a dire, io il mio l’ho fatto, non mi disturbate oltre. A scanso d’equivoci, spesso la Neujahrsentschuldigungskarte veniva appesa sulla porta di casa per mostrare pubblicamente di aver fatto il proprio dovere e tenere alla larga eventuali richieste di quelli che la stampa dell’epoca definiva “im Müßiggange lebende Menschenklasse” sfaccendati scocciatori.
L’usanza delle Neujahrsentschuldigungskarten si diffuse nei territori della monarchia austro-ungarica e in Baviera a partire dal 1814, e raggiunse presto anche le città del Sudtirolo: Bressanone nel 1820 e poi Bolzano, Brunico e, dagli anni ’30 anche Merano, rimanendo in voga per oltre un secolo, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Finita la guerra, l’uso di fatto scompare, ma il Comune di Vipiteno dal 1983 ha reintrodotto la tradizione e incarica annualmente un/ una artista di disegnare una Neujahrsentschuldigungskarte per sostenere, con la vendita, associazioni parrocchiali e l’Associazione San Vincenzo. L’artista che ha disegnato il biglietto di quest’anno è l’ucraina Valentyna Pelykh. In anni recenti, anche la vicina città di Innsbruck ha ripreso l’usanza. Ad Hall in Tirolo la tradizione è stata invece reintrodotta dall’organizzazione religiosa “Lambichler Sozialfonds” e quest’anno è stata addirittura inclusa dall’Unesco, come sopra accennato, a patrimonio immateriale dell’umanità
Gli auguri di Capodanno tra Jugendstil e fascismo
Ma come era cominciato tutto? La tradizione dei biglietti d’auguri per il nuovo anno affonda nei secoli- e se ne trovano tracce anche sulla stampa locale più antica, come riporta, ad esempio, un annuncio della libreria universitaria di Innsbruck sul Tiroler Bote del 22 dicembre del 1794. L’inserzione pubblicizza la vendita di letterine per il nuovo anno per gli amici e Neujahrs Billets con diversi motivi decorativi incisi su rame e dipinti e realizzati con il gusto “più raffinato e moderno” al costo di 21 corone per 100 pezzi. Ma, come detto, l’uso dell’epoca di far recapitare gli auguri di Capodanno a tutti, personalmente o tramite la servitù, aveva raggiunto proporzioni intollerabili e l’idea di un biglietto unico Neujahrsentschuldigungskarte era la soluzione ideale.
Neujahrs-Glückwünsch-Enthebungskarte, Stadtgmeinde Meran 1908. Kaiser Franz Josef I. und weiland Kaiserin Elisabeth, 26,5×23.
Foto courtesy Museo civico di Merano -Palais Mamming Museum
Un fondo importante delle carte d’esonero è oggi conservato al Museo civico di Merano -Palais Mamming Museum e, grazie anche anche ad una pubblicazione* e al catalogo online, è possibile passare in rassegna i diversi motivi, soggetti e le scelte stilistiche che negli anni hanno caratterizzato Neujahrsentschuldigungskarte. Come specchi di un’epoca, i biglietti ne riflettono i valori e gli orizzonti. Decorazioni traboccanti, delicate incisioni con vedute di paesaggi e monumenti cittadini si alternano a scelte più simboliche tra sacro e profano, come ad esempio il motivo dei portali delle chiese, riferimento a gennaio, mese dedicato a Giano, divinità protettrice degli inizi e dei passaggi. Non mancano poi i motivi più istituzionali, come quello con la coppia imperiale, Sissi e Franz Josef, ritratti giovani e belli tra fiocchi stilizzati in Jugendstil in un biglietto del 1908, emesso a dieci anni dalla morte della celebre imperatrice. Di li a pochi anni la k. und k. Monarchie era destinata a sgretolarsi definitivamente.
Neujahrs-Glückwünsch-Enthebungskarte der Stadt Meran 1916, Der eiserne Michl, 38×23,75 cm.
Foto courtesy Museo civico di Merano -Palais Mamming Museum
Il biglietto del 1916 riflette appieno la brutalità marziale degli anni della guerra: rappresenta l’eiserner Michl, l’enorme statua di un cavaliere che venne esposta sulle passeggiate di Merano per raccogliere fondi destinati agli orfani di guerra (a quanto pare con scarso successo). Gli anni venti portano un cambio di passo radicale: corsivi e svolazzi delle scritte di primo novecento, sono un ricordo così come i caratteri gotici, che lasciano il posto a biglietti scarni e puliti, perlopiù in lettere capitali ed in cui dal 1923 compare l’italiano.
Merano, offerta di esonero per gli auguri di Capo d’anno, 1929. Chiesa di S.Valentino, 32×24,5 cm.
Foto courtesy Museo civico di Merano -Palais Mamming Museum
In quegli anni viene utilizzata anche la fotografia per le illustrazioni, che tornano a rappresentare interni di chiese e monumenti cittadini. Dal 1932 all’anno viene associato anche il numero romano che segna l’era fascista: i governi cambiano ma i poveri restano. Come riportato nei biglietti, le offerte andranno infatti a beneficio della Congregazione di Carità e delle Case di Ricovero di Merano.
Caterina Longo
Immagine in apertura: Neujahrs-Glückwünsch-Enthebungskarte der Stadt Meran 1918, Kaiser Karl und Kaiseerin Zita, 18x22cm
Foto courtesy Museo civico di Merano-Palais Mamming Museum
*Christian Alton, Walter Egger, Elmar Gobbi, Neujahrs-Glückwünsch-Enthebungskarten Meran und Mais: wenn Glückwünsche zur Last werden. 2001, Museumsverein Meran