Tra affitti impossibili e la lotteria per un posto nello studentato. Così si infrangono i sogni universitari a Bolzano

È quasi settembre, l’estate sta volgendo al termine e a Bolzano iniziano a tornare i primi studenti in vista degli esami. Le aule della biblioteca tornano ad affollarsi, così come i tavolini del bar, che serve i primi caffè. Se da un lato molti ragazzi e ragazze che scherzano tra di loro in lingue diverse ripopolano il campus di UniBz, dall’altra il 30% dei nuovi ammessi ha rinunciato ad iscriversi per l’impossibilità di trovare un alloggio. Nei primi anni, quando gli studenti a Bolzano erano ancora pochi, molti trovavano posto negli studentati, dove si appoggiavano a volte anche ricercatori e giovani lavoratori. Poi gli iscritti sono aumentati – fino a un totale di 4400 studenti nei 30 corsi di laurea e post laurea – e i 602 posti nei convitti non sono più bastati.

Nonostante il Pnrr preveda la creazione di ulteriori 60.000 posti letto entro il 2026, la situazione attuale risulta insostenibile. Secondo i dati dell’ultimo rapporto nazionale della Uil, infatti, Bolzano è la quinta città più cara d’Italia, dietro solo a Milano, Roma, Venezia e Bologna. A luglio 2023 per gli immobili residenziali in affitto sono stati richiesti in media €14,62 al mese per metro quadro, con un aumento del 4,06% rispetto a Luglio 2022 (€ 14,05 mensili al mq). Le zone più care restano quelle di Centro, Piani e Rencio con €15,32 per metro quadro, seguite da Europa Novacella, Don Bosco e Firmiano con €14,93. Ciò si traduce in affitti alle stelle, spesso insostenibili per le famiglie dei numerosi studenti fuorisede. Tra le cause principali, sicuramente la forte vocazione turistica della città e gli spazi limitati per l’espansione urbanistica (del problema casa a Bolzano avevamo parlato qui). Insomma, gli studentati, con un affitto che va dai €230 ai €300 al mese, rimangono di gran lunga la scelta più economica: il problema è riuscire ad entrarci.

Canone d’affitto a Bolzano per zone, da Immobiliare.it

Il «click day» 

Ogni inizio estate si tiene il tanto atteso “click day”, la giornata in cui le studentesse e gli studenti possono collegarsi al link provinciale per fare richiesta di un posto letto in studentato. Si tratta di un metodo contestato dagli studenti, perché non tiene conto di criteri fondamentali, quali la distanza della residenza dall’ateneo e la situazione economica del richiedente. Il fattore decisivo per ottenere un posto è infatti la rapidità della presentazione della domanda, dal momento che l’assegnazione avviene in ordine cronologico. In poche parole, “chi prima arriva, meglio alloggia”, letteralmente. Quest’anno il “click day” avrebbe dovuto tenersi il 22 giugno alle ore 15.00, ma, come noto, il sito web è andato in tilt. Il secondo tentativo è andato meglio: il 19 luglio più di duemila studenti hanno assaltato il sito, che questa volta ha retto.

Ci sono però anche altre problematiche legate al “click day”, sorte in seguito all’introduzione dell’accesso tramite Spid al portale della Provincia dedicato all’assegnazione dei posti. Tutti gli studenti internazionali non dotati di cittadinanza italiana devono infatti attraversare un iter piuttosto lungo per ottenere un account valido. In teoria, basterebbe utilizzare il permesso di soggiorno per richiedere il documento italiano e attivare lo Spid, ma la realtà è assai più complessa. Il permesso di soggiorno in questione, infatti, è soltanto quello a lunga durata, e non quello annuale di cui dispongono tutti gli studenti stranieri. In alternativa, servirebbe avere la residenza in Italia, quando è chiaro che gli universitari coinvolti hanno soltanto il domicilio. “È una situazione molto stressante – spiega una studentessa brasiliana – che mette sconforto a tutti coloro che vengono da altri Paesi. Per avere accesso al “click day”, ho dovuto attivarmi con settimane d’anticipo e chiamare mille uffici per riuscire ad attivare un account eGov, unica alternativa fattibile allo Spid. Esiste anche un sito apposito su cui poter trovare informazioni in merito, ma è molto confuso e poco fruibile. Ho dovuto attaccarmi al telefono tutti i pomeriggi per diverse settimane, e chi invece non si è attivato in tempo non ha potuto nemmeno accedere al portale per la richiesta d’alloggio.” Insomma, un disagio non indifferente che fa male, soprattutto da parte di un’università che vanta trilinguismo ed internazionalità.

Le problematiche legate al “click day” e il tema dell’abitare in generale sono state al centro dell’incontro avvenuto l’11 agosto scorso a Bolzano tra il direttivo dell’associazione universitaria sudtirolese sh.asus ed il presidente della Giunta, Arno Kompatscher. In particolare, l’associazione ha chiesto l’introduzione di un sistema di assegnamento degli alloggi basato su criteri sociali e la creazione di un gruppo di lavoro per uno scambio regolare e coordinato fra le istituzioni e le strutture coinvolte, che permetta di affrontare con adeguato anticipo e programmazione il tema degli alloggi.

Il (triste) destino di chi resta fuori dagli studentati

Se da una parte c’è chi riesce fortunatamente – dato che questo è il criterio attuale di assegnazione, la fortuna – ad ottenere un posto letto in studentato, dall’altra ci sono migliaia di studenti che devono cimentarsi nella ricerca di una stanza.
A questo punto però, è necessario fare qualche precisazione, per evitare di concentrare l’attenzione sull’elevato prezzo di affitto a Bolzano, che non è esattamente il principale problema degli studenti. Il vero problema sorge nel momento in cui i privati decidono di speculare ulteriormente, spostando l’attenzione dal canone per appartamento al canone per singolo studente: da qui infatti, la pratica – ormai consueta – di stipare inquilini oltre le effettive possibilità dell’appartamento, così da ottenere rendite molto più elevate rispetto alla normale locazione ad una famiglia.

In merito a ciò, si assiste anche a proposte originali (per così dire) come quella che è stata fatta alla sottoscritta in questi giorni durante la ricerca di una casa per quest’ultimo anno di università. Dopo aver contattato tramite Facebook un privato che offriva “un’unità abitativa per tre persone” – come recitava l’annuncio – mi è stato detto che si trattava in realtà in un bilocale, con una cameretta con letto singolo e divano letto in soggiorno. Sentendo il mio silenzio attraverso la cornetta però, il proprietario ha voluto immediatamente rassicurarmi: “So che non è l’ideale, ma in fondo è sufficiente alternarsi nei letti ogni sera.” Inutile dire che ho ripreso la ricerca.
Insomma, si tratta di un vero e proprio calvario, che vede scontrarsi gli universitari con i pochi privati disposti ad affittare. “Dopo aver trascorso due anni in studentato non sono riuscita a rifare domanda, e sono rimasta senza un alloggio – spiega Roberta Di Meola, studentessa al terzo anno di ingegneria meccanica presso UniBz – Cercare casa a Bolzano nel mese di agosto è un incubo: molti privati e immobiliari sono in vacanza e i rimanenti fanno spesso proposte assurde. L’ultima che ho sentito è stata €150 di spese extra al mese a testa, in un appartamento con dentro sei persone. La giustificazione? Mi è stato detto che a vent’anni si fanno tante docce. Purtroppo, è un grande disagio per chi come me vive a oltre 800 km di distanza e non ha sicuramente altre alternative.”

Vittoria Battaiola

Immagine in apertura: foto di Pixabay

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