Agricoltura, l'Alto Adige mira allo sviluppo sostenibile entro il 2030
Uno sguardo al passato, ma soprattutto ad un futuro sostenibile. È questa la tematica principale presentata nella “Relazione agraria e forestale 2020”. La relazione, pubblicata a cadenza annuale dalla Ripartizione Agricoltura della Provincia, offre un ampio panorama sullo sviluppo dell’economia agroforestale in provincia di Bolzano, illustrato in 200 pagine ricche di dati e fatti. “Il documento interessa ben il 93% della superficie provinciale e pertanto uno sviluppo sostenibile è di assoluta importanza. Le sfide che l’agricoltura dovrà affrontare sono in particolar modo le condizioni ambientali ed anche le esigenze dei consumatori”, spiega l’assessore competente Arnold Schuler. La sostenibilità interessa tutti gli ambiti dell’agricoltura e della silvicoltura, perciò è necessario che lo sviluppo di questi settori sia reso sostenibile in tutti i suoi aspetti: ecologico, sociale ed economico.
Piano strategico Agricoltura 2030
Agricoltura 2030 è il piano strategico messo a punto dalla provincia che recepisce l’urgenza di raggiungere uno sviluppo sostenibile entro il prossimo decennio, in linea con l’Agenda 2030 e i suoi 17 obbiettivi per lo sviluppo sostenibile indicati dalle Nazioni Unite. Per centrare l’obiettivo, la Provincia intende tutelare il tessuto imprenditoriale agricolo locale agendo in sei ambiti di intervento: aziende familiari e territorio rurale, clima e riduzione delle emissioni di CO2, acqua e suolo, biodiversità e paesaggio, salute e sapori, società e dialogo. Per ogni ambito di intervento vengono presentate misure ad-hoc a differenza del comparto agricolo considerato: agricoltura di montagna, viticoltura e frutticoltura. Infatti, sebbene gli obbiettivi siano condivisi da tutti e tre i comparti, ognuno di essi necessità di un percorso specifico per raggiungerli.
L’azienda agricola a conduzione familiare
La relazione evidenzia poi il ruolo di particolare importanza rivestito dalle aziende familiari in Alto Adige. Attualmente l’agricoltura locale è costituita quasi esclusivamente da piccole aziende a conduzione familiare – nel dicembre 2020 se ne contavano ben 16.549 – che rappresentano la forza e la peculiarità della situazione del territorio. Infatti, il 96% delle aziende scomparse tra il 2003 e il 2013 nell’UE aveva un’estensione inferiore a 10 ettari, segno che in Europa si registra la tendenza a un progressivo aumento delle dimensioni aziendali con la conseguente scomparsa delle realtà più piccole. In Alto Adige, invece, il numero delle piccole aziende con meno di 5 ettari di superficie è aumentato del 3% tra il 2010 e il 2016. Tuttavia, questo tipo di attività non è ancora sufficientemente competitiva da un punto di vista salariale rispetto alle altre professioni. A tal proposito, circa due terzi delle aziende agricole svolgono anche attività secondarie come la vendita diretta oppure attività alberghiera-gastronomica, come dimostra il dato record a livello globale che vede ben il 18% delle aziende agricole attestarsi come aziende agri-turistiche.
Axel Baruscotti