Al Merano WineFestival le sfide del cambiamento climatico
La candelina è la numero 24. Tanti ne sono passati, di anni, dalla prima edizione del 1992 del Merano WineFestival, evento che ritorna dal 5 al 10 novembre, e che propone una formula in continua evoluzione. Che quest’anno si confronta con un tema scottante: il futuro della produzione vitivinicola di fronte al cambiamento climatico. Si intitola “The future of wine” il forum dedicato al tema, in programma giovedì 5 (dalle 15.00) e venerdì 6 novembre (dalle 9.00) alla Kurhaus di Merano, sede del festival-fiera.
A confronto climatologi, enologi, produttori e giornalisti: ci saranno Lee Hannah, climatologo di Conservation International, in collegamento web dalla Virginia, Marco Mancini, direttore della Fondazione per il Clima e la Sostenibilità, Daniele Izzo, meteorologo del Centro Epson Meteo. E poi ancora Stefano Chioccioli e Gianni Menotti, agronomi ed enologi, i produttori Mario Pojer (di Pojer&Sandri), Marco Caprai (di Arnaldo Caprai) e Marco Fay (di Vini Fay). Fra i giornalisti parteciperanno Giacomo Mojoli, opinionista e consulente sui temi dell’innovazione e della sostenibilità nel settore food and wine, Costanza Fregoni, responsabile di redazione di “VQ Vino, Vite Qualità”, Alessandro Torcoli, direttore di “Civiltà del bere”, Alberto Schieppati, direttore editoriale di “Artù Magazine”. Partecipano inoltre Adriano Zuppel e Amabile Turcatel, di Farecantine, e Helmut Köcher, presidente di Gourmet’s International.
«Il cambiamento di clima con un progressivo aumento di temperatura pone soprattutto il viticoltore di fronte a nuove sfide – è il testo che presenta il Forum -. Da una parte la protezione dai possibili danni da surriscaldamento e da un ritardo della maturazione e dalla seconda parte anche al cambiamento della fertilità del suolo e di cicli alterati di diversi microorganismi. L’impatto del cambiamento climatico impone un graduale spostamento dei vigneti ad altitudini più elevate cambiando radicalmente le varie micro aree vitivinicole. Quali sono i provvedimenti che dovranno essere addottati da subito e quali sono i possibili scenari nei prossimi 30 – 50 anni in vista di scelte agronomiche e gestionali per mantenere un alto livello qualitativo delle produzioni?»
Venerdì 6 novembre si conferma la giornata a vocazione green con bio&dynamica, l’evento che raduna il meglio dei vini biologici, biodinamici e naturali prodotti in Italia. A quest’appuntamento gettonatissimo giunto ormai alla decima edizione è affiancato Cult Oenologist: una retrospettiva sui registi del vino. Cotarella, Cipresso, D’attoma, tra i 10 migliori enologi italiani che presenteranno le 10 etichette che meglio rappresentano la loro filosofiaproduttiva. Il programma del festival è on line.