Allasia e Giannotta, Gruppo FOS: «L’Open Source fa bene alle aziende. Le più innovative a SFSCON per accelerare la competitività»
Innovazione. SFSCON, la conferenza sul Free Software e sullo sviluppo di tecnologie Open Source più grande d’Italia e tra le più rilevanti in Europa, si prepara ad arrivare l’8 e il 9 novembre al NOI Techpark. Con Giorgio Allasia e Giovanni Giannotta, rispettivamente COM Engineering & Technology Transfer e Site Manager dell’area di Bolzano di Gruppo FOS, supporter di SFSCON, andiamo alla scoperta di alcuni dei temi più rilevanti della nuova edizione.
Cosa significa per voi SFSCON?
Allasia: «La relazione con SFSCON è molto forte e soprattutto storica: come azienda abbiamo sostenuto per la prima volta l’evento nel 2019. Ultimamente abbiamo rafforzato le nostre sponsorship perché crediamo molto in questo progetto. Anche se non siamo verticalizzati nel mondo Open Source, questa componente nella nostra realtà è importante, sia in ottica hardware che software. Si tratta di un modello di collaborazione valido che permette anche la creazione di community e diffusione della conoscenza dal valore sociale. SFSCON è un evento importante, che guarda al futuro, e riunisce una comunità di innovatrici e innovatori che siamo fieri di alimentare».
Giannotta: «SFSCON è stato uno degli eventi che più ci ha interessati quando siamo arrivati in Alto Adige. Come azienda utilizzavamo già la tecnologia Open Source e Open Hardware. Era quasi un’eccezione in Italia, all’estero questa tipologia di software veniva usata molto di più. L’importanza di SFSCON sta proprio nell’aver creato un “punto di raccolta” in Italia che mette in risalto la tecnologia Open Source. A noi interessa molto perché si tratta di un sistema che porta e diffonde la conoscenza, dando la possibilità a tutti di poter testare tecnologie all’avanguardia per poter poi comprendere come gestirle. Il concetto di Open Source si inserisce anche nella nostra visione aziendale: seguiamo una politica orientata al rispetto dei parametri ESG, creando tecnologie che si basano sulle richieste dei nostri clienti, per questo la condivisione per noi è importante. L’Open Source è fondamentale anche per gli aspetti di ricerca e sviluppo (R&S): non si può pensare di fare R&S senza mettere in comunione le informazioni che condividiamo pubblicamente attraverso articoli scientifici e report accessibili».
Di cosa parlerà all’SFSCON?
G. : «L’intervento “Approaches to Object Detection Edge-Based and AI-Based” approfondirà l’origine delle intelligenze artificiali. Si tratta di ripercorrere la storia che stiamo vivendo: l’IA non è nata con ChatGPT, ma arriva molto prima, i primi studi risalgono addirittura al periodo successivo alla seconda guerra mondiale. Evolvendosi nel corso degli anni siamo arrivati allo sviluppo di CNN (Convolutional Neural Network), reti neurali progettate per riconoscere schemi, utilizzate soprattutto nell’elaborazione di immagini, grazie alla loro capacità di rilevare caratteristiche come bordi, forme e texture. Questo sistema si è poi evoluto nell’Object Detection Edge-Based che rileva oggetti in un’immagine identificando i loro contorni o bordi, concentrandosi sui cambiamenti di luminosità o colore per distinguere le forme. Le IA attuali non funzionano esattamente in questo modo, per il loro percorso di apprendimento ricevono una vasta mole di immagini utilizzando diverse angolazioni e variazioni per garantire una certa probabilità nell’individuazione degli elementi dell’immagine. Per questo approccio non è necessario che venga alterata la figura evidenziandone i bordi, ci si affida sulle capacità di individuazione dell’algoritmo. Quello che abbiamo fatto è stato confrontare questi due sistemi, senza definire se uno è migliore dell’altro: nella valutazione entrano in gioco altri elementi che riguardano le capacità elaborative dei sistemi necessari a far “girare” le diverse applicazioni, senza trascurare l’impatto del consumo di energia. L’utilizzo, in questo caso, dipende dal diverso contesto applicativo in cui si utilizzano le due variazioni».
Giorgio Allasia
E riguardo al rapporto tra IA e OpenSource?
G.: «Per il momento l’Open Source offre molte opportunità per testare l’IA. Quello a cui bisogna prestare attenzione però è che spesso le aziende mettono a disposizione i propri “pacchetti” di IA per poterla sottoporre a degli addestramenti che non vengono condivisi con l’esterno dell’azienda. Questo aspetto è cruciale per lo sviluppo della tecnologia, sono i dati forniti all’IA per la sua educazione la risorsa più importante. Questa condivisione non avviene in forma Open Source, eppure sarebbe importante che questi percorsi potessero diventare accessibili. Così molte aziende procedono per percorsi paralleli, senza una congiunzione nello sviluppo, il che non è da considerarsi solo in senso negativo: orientarsi in questo modo significa esplorare diversi percorsi, trovando quello più adatto. Per molte realtà poi è difficile comprendere come gestire l’Open Source per la realizzazione di un prodotto commerciale. Open Source non è sinonimo di gratuito, è semplicemente un approccio diverso per le aziende di software e, anche, di hardware che ancora oggi è poco utilizzato».
Veniamo al Gruppo FOS: celebrate i vostri primi 25 anni. Qual è il vostro rapporto con il NOI?
A.: «Siamo molto legati al NOI, siamo stati tra i primi a insediarci al TIS nel 2016, che sarebbe poi diventato il NOI Techpark. Per FOS, il NOI è l’esempio di come amiamo lavorare: aziende tecnologiche, laboratori e centri di ricerca sono il luogo perfetto per promuovere l’innovazione. La presenza su Bolzano è importantissima per noi. Inoltre, festeggiare un quarto di secolo per una società che lavora nel campo della tecnologia è un ottimo risultato, siamo particolarmente orgogliosi di questo. Sono entrato in FOS nel 2005, per cui mi avvicino ai 20 anni di attività in questa azienda e ho vissuto quasi interamente questo percorso. Parlando del Gruppo, contiamo 250 collaboratori e collaboratrici e un fatturato di quasi 30 milioni di euro. Nel 2019 ci siamo stati quotati in borsa, nell’Euro Next Growth di Milano, il listino dedicato alle piccole medie imprese in cui operano gli investitori istituzionali. L’azienda opera su sei linee di business, con un’anima principale che si occupa di informatica e digitalizzazione, includendo anche l’automazione. Ma siamo legati anche all’elettronica e alle tecnologie, grazie a una facility a Caserta che opera principalmente con gli operatori di telecomunicazioni. Infine, c’è la componente di progettazione elettronica e di sistemi handheld radicata nel territorio di Bolzano e in altre zone d’Italia. Io ricopro il ruolo di Chief Operating Manager della business unit di Engineering & Technology Transfer, all’interno della quale gestiamo il rapporto con gli enti di ricerca per entrare in contatto con l’innovazione. Il Technology Transfer si occupa proprio di questo: trasferire la tecnologia dallo stato di ricerca allo sviluppo di un prodotto da offrire sul mercato».
Giovanni Giannotta, lei si occupa dell’area di Bolzano, Trento e di tutto il Nord Est in generale, seguendo tutta l’attività del Gruppo FOS sull’AgriTech, soprattutto nell’ambito della ricerca e dello sviluppo. Come operate?
«Abbiamo scelto Bolzano e l’Alto Adige più in generale, perché è una porta verso l’Europa e anche per la vocazione del territorio all’agricoltura. Mi riferisco non solo alle mele, ma anche ai pregiati vitigni, alle fragole di alta montagna della Val Martello. Questo ci ha portati ad approfondire le tecnologie avviate a partire dal 2006 e a studiare di nuove, inizialmente sotto il nome di WSN (Wireless Sensor Network) e arrivando all’IoT intelligente. Il territorio risponde bene, è una realtà in cui l’innovazione riceve una spinta considerevole, basta guardare cosa c’è nel NOI Techpark. Il substrato tecnologico è molto elevato, a dimostrazione di ciò vi sono le aree di interesse dell’S3 (le strategie di sviluppo del territorio) della provincia autonoma e il Gruppo FOS supporta con le proprie conoscenze questo sviluppo».
Con quale tipologia di impresa collaborate?
A.: «Lavoriamo con le grandi imprese, ma anche con le piccole e medie aziende, fornendo servizi “di nicchia”. Un esempio è l’attività che portiamo avanti con aziende della manifattura per integrare soluzioni basate sulla realtà aumentata. Nell’ambito del technology transfer uno dei possibili sbocchi nel mercato è far sì che una tecnologia sviluppata con gli enti di ricerca a un certo livello di maturità possa entrare all’interno delle start-up. Abbiamo sviluppato, ad esempio, Piano Green, start-up tecnologica dedicata alle smart agriculture solutions con sede legale proprio a Bolzano. Abbiamo scelto questo territorio perché particolarmente fertile nello sviluppo di soluzioni agritech, con un buon riscontro da parte di Piano Green e un fatturato vicino al milione di euro. Un ottimo risultato per una start-up».
SFSCON è cofinanziata dall’UE nell’ambito del progetto FESR 1048 IMPACT.
Immagine in apertura: Giorgio Allasia e Giovanni Giannotta al NOI Techpark.
Foto © NOI / Fanni Fazekas