Al via la raccolta fondi di Alos Technology, la startup di Egna che scommette sulle microalghe

È iniziata la raccolta fondi della startup ALOS TECHNOLOGY per il suo innovativo purificatore d’aria per interni a base di microalghe. La campagna è in corso sul noto portale di crowdfunding Kickstarter e si concluderà il 2 luglio. Chiunque in qualsiasi parte dell’UE, incluso il Regno Unito, potrà partecipare alla campagna e preordinare il purificatore ad un prezzo molto scontato rispetto al futuro prezzo al dettaglio.

ALOS

Alos Technology è una start-up con sede a Egna fondata nel 2020 dopo un periodo di ricerca e sviluppo cominciato nel 2016. L’azienda è formata da giovani esperti in biotecnologie, imprenditoria e design che hanno deciso di unire le loro competenze per realizzare una lampada-fotobioreattore unica nel suo genere: ALOS, appunto. Questo innovativo prodotto fonde design made in italy e tecnologia per ridurre l’inquinamento degli interni grazie al ciclo di crescita di piccoli organismi chiamati “microalghe”. Questi incredibili organismi viventi sono responsabili per l’80% della produzione di ossigeno sul pianeta Terra e sono in grado di fissare l’anidride carbonica con un’efficienza fino a 50 volte superiore rispetto alle altre piante. Una singola lampada ALOS elimina un quantitativo di CO2 equivalente alla normale attività di fotosintesi di 50 palme. Per conoscere meglio la realtà di ALOS abbiamo intervistato Emiliano Gentilini e Francesco Guzzonato, due delle giovani menti dietro alla start-up altoatesina.

Emiliano Gentilini

Emiliano Gentilini

 

Come è nata l’idea di ALOS?

Emiliano: ALOS è nata da una fortunata serie di coincidenze. A fine 2015 mi contattò Francesco, il nostro tecnico, che aveva un’idea imprenditoriale e voleva avere il mio parere su come strutturare il tutto. La sua proposta era di utilizzare le microalghe in ambito industriale per consumare l’anidride carbonica prodotta dagli stabilimenti produttivi. Per puro caso, qualche giorno dopo, conobbi ad una festa di compleanno Andrea, il nostro designer, che aveva una visione simile, ma applicata all’architettura. Di Andrea è l’idea di applicare le microalghe all’arredamento domestico, e questo fa di lui il “padre” di ALOS. Dopodiché, il prodotto è stato sviluppato grazie al connubio delle nostre conoscenze.

Come funziona ALOS?

Francesco: ALOS è il primo dispositivo domestico capace di fare la fotosintesi. Preleva l’aria dalla stanza, e la fa gorgogliare all’interno di una vasca d’acqua che contiene centinaia di milioni di microalghe. Esattamente come una pianta, le microalghe “mangiano” la luce e l’anidride carbonica (CO2) producendo ossigeno. La grossa differenza sta nel fatto che le microalghe sono decine e decine di volte più efficienti delle piante. In questo modo abbiamo creato un dispositivo di design che arreda, illumina, ed elimina tanta CO2 al pari di decine, se non centinaia, di piante domestiche.

L’efficienza con cui ALOS processa l’anidride carbonica è impressionante, vi aspettavate un risultato del genere all’inizio del progetto?

Emiliano: Onestamente? No. Eravamo ottimisti, ma non ci saremmo mai aspettati un risultato così positivo. La tecnologia a nostra disposizione a novembre 2020 era già efficace, ma abbiamo deciso di non accontentarci. A forza di continue ottimizzazioni, siamo riusciti ad arrivare alle rese attuali: al picco delle sue performance una singola ALOS consuma anidride carbonica al pari di 440 metri cubi di foresta, ovvero tanto quanto 500 palme di Kenzia.

Attualmente esiste già uno stato dell’arte nella ricerca delle microalghe per la purificazione dell’aria, oppure è un campo relativamente nuovo questo?

Emiliano: A questa domanda faccio rispondere Francesco che è il più competente a riguardo. Vorrei solo sottolineare che, sebbene il potenziale delle microalghe sia noto da tempo, le soluzioni veramente funzionali sul mercato ad oggi scarseggiano. Anzi, direi proprio che nel B2C (il Business to Consumer, abbreviato B2C, indica la vendita al dettaglio, ndr) non abbiamo concorrenti attualmente.

Francesco: L’utilizzo delle microalghe come soluzione sostenibile per la riduzione della CO2 è in realtà oggetto di ricerca da diversi decenni. Persino l’ESA sta mettendo a punto un sistema microalgale per il riciclo dell’aria durante le missioni spaziali a lungo termine. Tuttavia, il grosso della ricerca attuale è focalizzata sui grandi impianti industriali, i quali purtroppo sono ancora lontani dall’essere ecosostenibili. Noi siamo i primi ad adottare un approccio “bottom-up”, ovvero partiamo da un sistema piccolo che è sostenibile per l’ambiente e facilmente gestibile dall’utente. In questo modo creiamo tante piccole “foreste domestiche”, che non solo migliorano la qualità dell’aria in casa, ma messe assieme possono anche avere un impatto positivo maggiore rispetto ai grossi impianti industriali. Per quanto ne sappiamo attualmente siamo gli unici a farlo, e questo ci consente di acquisire le conoscenze tecniche e scientifiche per scalare il progetto fino a produrre dispositivi sempre più performanti e su scala sempre maggiore.

Francesco Guzzonato

Francesco Guzzonato

 

In che fetta di mercato si posiziona ALOS? È pensato per essere un prodotto di alta gamma?

Emiliano: ALOS si sta creando il proprio segmento di mercato. Essendo un dispositivo che illumina, arreda e depura l’aria degli ambienti domestici, è difficile inquadrarlo e solo il tempo potrà aiutarci in tal senso. Diciamo che navighiamo in acque nuove. Sicuramente il nostro primo prodotto è concepito per essere di alta gamma: la filiera produttiva è italiana, abbiamo cercato di ridurre al minimo l’impiego di materiali plastici e l’assemblaggio delle singole componenti è tutto fatto a mano.

Il vostro prodotto è caratterizzato da materiali di qualità tutti made in Italy, come mai questa scelta?

Emiliano: La scelta è dettata da diversi fattori. Volevamo una filiera controllabile e geograficamente vicina, in modo da ridurre al minimo gli spostamenti delle merci. Ci tenevamo inoltre a puntare sul mercato italiano aiutando così il più possibile l’economia locale e supportando l’artigianato, soprattutto quello del legno.  ALOS, oltre ad avere la propria sede in Italia, è anche stata interamente disegnata e progettata nel nostro paese. La scelta di puntare al Made in Italy e all’artigianato come garanzia della qualità del prodotto ci è sembrata un’evoluzione naturale del progetto.

Alla luce del fatto che negli ultimi anni l’interesse dell’opinione pubblica nei confronti di prodotti eco-compatibili e delle green technologies è cresciuto rapidamente, come è evoluto nel tempo la percezione di ALOS da parte dei possibili investitori/consumatori?

Emiliano: Trovare persone interessate ad ALOS in generale non è difficile, fortunatamente. Per quanto riguarda i consumatori, stiamo aprendo proprio ora il mercato, quindi vedremo. Potrei dilungarmi speculando sul risultato aspettato in quanto, ovviamente, abbiamo fatto i nostri calcoli e le nostre proiezioni, ma come ci insegna Galbraith “the only function of economic forecasting is to make astrology look respectable”.

Si può dire che ALOS sia un esempio ben riuscito di prodotto industriale eco-compatibile?

Emiliano: Ovviamente sì! Siamo estremamente orgogliosi del risultato dei nostri sforzi e siamo sicuri che questo possa essere un primo passo verso un futuro realmente sostenibile.

Cosa vi aspettate dalla campagna di Kickstarter?

Emiliano: Ci aspettiamo quantomeno di avere un primo feedback reale del mercato e osservare la risposta dell’utente finale nei confronti del nostro prodotto.

Quali sono i piani per il futuro della vostra startup?

Emiliano: La tecnologia che abbiamo sviluppato per il nostro primo prodotto è facilmente adattabile e scalabile, quindi le applicazioni potenziali sono veramente moltissime. Oltre a una “semplice” diversificazione del prodotto base, nel medio-breve periodo puntiamo al settore architettonico e urbano. Per il futuro abbiamo in mente alcune belle sorprese in settori apparentemente molto distanti, come quello biomedicale e cosmetico.

Axel Baruscotti

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