Alto Adige primo in Italia per numero medio di figli anche nel 2023. Ma...
Demografia. L’Istat ha comunicato i dati relativi alla natalità e fecondità della popolazione residente in Italia per l’anno 2023 e non appaiono particolarmente positivi: si rileva, infatti, ancora un record al ribasso per le nascite. Nel 2023 scendono a 379.890, registrando un calo del 3,4% sull’anno precedente, non solo, il calo delle nascite prosegue anche nel 2024: in base ai dati provvisori relativi a gennaio-luglio le nascite sono 4.600 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche il numero medio di figli per donna scende: si attesta a 1,20, in flessione sul 2022 (1,24) e la stima provvisoria elaborata sui primi 7 mesi del 2024 evidenzia una fecondità pari a 1,21. Come sottolineato nel rapporto Istat appena pubblicato: ” La riduzione della fecondità nel 2023 è territorialmente omogenea. Il Centro, che presenta la fecondità più bassa, registra un calo da 1,15 figli per donna nel 2022 a 1,12 nel 2023. Anche nel Nord il numero medio di figli per donna continua la discesa, da 1,26 a 1,21. Nel Mezzogiorno, dopo la lieve ripresa dello scorso anno, si evidenzia un calo da 1,26 a 1,24 figli per donna. Per quel che riguarda l’Alto Adige, la Provincia di Bolzano registra una diminuzione importante (da 1,64 figli per donna nel 2022 a 1,56 nel 2023) ma conserva il primato della fecondità in Italia. Seguono la Sicilia (1,32), la Campania (1,29) e la Calabria (1,28). La Sardegna continua a presentare il più basso livello di fecondità (0,91), ulteriormente ridottosi sull’anno precedente (0,95).
Continua a crescere, invece, l’incidenza di nascite fuori dal matrimonio, nel 2023, contrariamente a quanto osservato negli ultimi anni, i figli nati fuori dal matrimonio sono lievemente diminuiti: si attestano a 160.942, registrando un calo di poco più di 2mila unità sul 2022, ma la loro incidenza sul totale delle nascite continua a crescere (42,4% nel 2023, +0,8 punti percentuali sul 2022). Come sottolineato nel rapporto: “La regione con la più alta proporzione di nascite more uxorio è la Sardegna (55%). Nel Centro spiccano l’Umbria (50,7%), il Lazio (50,4%) e la Toscana (48,8%); nel Nord la Valle d’Aosta
(49,3%) e la Provincia autonoma di Bolzano (48,6%). Le percentuali più basse si registrano in Basilicata (29,6%) e in Calabria (32,1%)”.
Per quel che riguarda la nascita dei primogeniti, nel 2023, sono diventate madri per la prima volta a un’età di 31,7 anni, mentre nel 1995, trent’anni fa, accadeva a 28 anni. Più in generale, considerando ogni ordine di nascita, l’età media al parto, dopo un biennio di stabilità, aumenta lievemente rispetto al 2022, passando da 32,4 anni a 32,5 anni nel 2023. L’età media al parto è più alta per le italiane (33,0) rispetto alle straniere (29,7). Rispetto al 1995, l’età media alla nascita dei figli è aumentata di oltre due anni e mezzo. Scendendo a livello territoriale, l’età media al parto è più alta nel Centro e nel Nord (32,9 e 32,6) rispetto al Mezzogiorno (32,2). La Sardegna è la regione a cui spetta il primato della posticipazione (33,2 anni). Nel Nord, sono Veneto e Lombardia a registrare l’età media al parto più alta (32,7 anni), mentre la più bassa compete alla Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (31,9 anni). Le madri più giovani d’Italia risiedono in Sicilia, con un’età media al parto di 31,7 anni.
Chiudiamo con una curiosità tra i nomi preferiti dai genitori, Leonardo è al primo posto in tutte le regioni del Centro-nord, a eccezione dell’Alto Adige dove primeggia il nome Noah. Eccezione altoatesina anche per quel che riguarda le bambine: Sofia primeggia in molte regioni del Centro-nord, a eccezione della Provincia di Bolzano che in testa conferma Emma.