Alto Adige: saldi al via il 14 luglio con nuove regole
Commercio. I saldi estivi 2023 prenderanno il via in gran parte dei comuni altoatesini il prossimo 14 luglio. Quest’anno, però, bisognerà tenere conto di un’importante novità normativa. Dal primo luglio, infatti, sono entrate in vigore le nuove disposizioni per l’annuncio di riduzione dei prezzi. A spiegare cosa cambia ci ha pensato il presidente della categoria del commercio fisso di Confesercenti Alto Adige Andrea Bressan. “Ogni cartellino dovrà riportare come prezzo di partenza il più basso applicato a quel prodotto negli ultimi trenta giorni. Subito dopo la percentuale di riduzione e il prezzo al cliente durante il saldo. La ratio della norma è, chiaramente, quella di evitare rialzi di prezzi strumentali al periodo dei saldi senza, in realtà, applicare lo sconto dichiarato. Un artifizio che è giusto contrastare”. A completamento delle informazioni anche alcuni dettagli più tecnici. “Per prezzo più basso nei trenta giorni si intendono solo quelli applicati alla totalità dei consumatori. Sia offline in negozio sia online in caso di eventuali ecommerce. Non vanno tenute in considerazione, per esempio, le agevolazioni a categorie ristrette come i possessori di fidelity cards. In caso di ulteriore ribasso durante il periodo dei saldi, inoltre, il prezzo più basso di partenza deve sempre fare riferimento ai trenta giorni prima dei saldi”. C’è spazio anche per un consiglio. “Da un punto di vista comunicativo consigliamo ai commercianti di aggiungere anche il primo prezzo applicato al prodotto appena immesso in negozio. La composizione prezzo iniziale-prezzo più basso negli ultimi trenta giorni-percentuale di sconto-prezzo di saldo abbiamo visto essere la più chiara per il consumatore e anche la più completa ed efficace”.
Nel caso il prodotto sia in negozio da meno di trenta giorni allora fa specificato il periodo minore di riferimento mentre la norma non si applica agli alimenti e ai prodotti agricoli. Attenzione alle sanzioni. “Secondo il decreto -conclude Bressan – chiunque violi le disposizioni è soggetto alla sanzione amministrativa di una somma tra 500 euro e 3.000 euro secondo la gravità dell’infrazione”.