Alto Adige 2025: le elezioni di Bolzano e la riforma dello Statuto. Intervista ad Angelo Gennaccaro

Come sarà l’Alto Adige del prossimo futuro? Le elezioni europee hanno mostrato per l’ennesima volta come una larga parte dei cittadini abbia voltato le spalle alla politica. L’astensionismo ha sfiorato il 50% a livello europeo (ha votato il 51% degli avendi diritto), mentre una larghissima parte degli elettori ha scelto il voto di protesta. Un trend costante che non riguarda solo le consultazioni europee, ma se le campagne elettorali si giocano su quel che avviene in Ucraina o in Israele o su movimenti migratori che hanno origine in Asia e in Africa, è inevitabile che le politiche di governo locale passino in secondo piano. Peccato che siano le uniche che hanno un effettivo impatto effettivo sulla vita dei cittadini.
Un amministratore locale può migliorare il traffico o le politiche abitative e sanitarie, può influire direttamente sulla quotidianità dei residenti o sulla loro salute, su guerre, migrazioni e sicurezza, invece, può poco o nulla. Proprio per questo motivo, molti amministratori ne parlano spesso e volentieri di temi su cui non hanno potere, perché scaricano fuori dalla propria responsabilità tutto quel che non funziona. Per questo è nato “Alto Adige 2025”: interviste e reportage per provare a immaginare quel che accadrà nel prossimo futuro alle politiche locali del nostro territorio.
Iniziamo con un’intervista sulle elezioni di Laives e sulla riforma dello Statuto ad Angelo Gennaccaro, vice presidente del Consiglio Provinciale.

Angelo Gennaccaro (foto Andrea Macchia)

Angelo Gennaccaro è vicepresidente del Consiglio provinciale di Bolzano, assessore regionale nonché componente delle Commissioni paritetiche dei 6 e dei 12. La “Lista civica” di cui è leader e fondatore fa parte della Giunta di centro sinistra del Comune di Bolzano, ma anche della maggioranza che sostiene la Giunta di centro destra in Provincia, “block frei” come l’Svp, anche se con poteri molto diversi.
Alle recenti elezioni comunali di Laives, “La Civica” ha ottenuto un buon 8,3% con  551 voti, solo 9 in meno del Pd e 18 in meno di Fratelli d’Italia.  “Lo considero un buon risultato – premette Gennaccaro – abbiamo ottenuto quasi 200 voti in più della Lega che esprimeva il sindaco uscente e siamo al livello due principali partiti italiani nonostante la mancanza di un traino nazionale”.

Buono anche in prospettiva delle elezioni a Bolzano del 2025? Il successo dell’Svp, primo partito a Laives con quasi il doppio dei voti del primo partito italiano, non potrebbe far cambiare le prospettive della Stella Alpina su Bolzano? 

Non credo, è un successo molto legato alla scelta del candidato e Laives non è Bolzano, non solo per dimensioni, anche per importanza politica. Il successo di Giovanni Seppi a Laives non mi meraviglia. In occasione della campagna elettorale del nostro candidato avevo avuto l’occasione di cogliere il polso della situazione. Il suo nome “italiano”, Giovanni Seppi, la scelta di candidarsi senza simbolo di partito, l’essere già un punto di riferimento dei cittadini come vicesindaco e poi come sindaco ha portato a questo risultato.

Il merito conta più della provenienza etnica? 

Resto ai fatti: la poltrona di sindaco gli è stata lasciata da Christian Bianchi quando ha deciso di candidarsi alle Provinciali. Una decisione che ha deluso alcuni suoi elettori e che ha permesso a Seppi di avere sei mesi a disposizione per farsi conoscere in maniera più profonda anche dai cittadini di lingua italiana. Evidentemente, a Laives hanno valutato che il candidato fosse preparato e affidabile. Detto questo, è inutile negare che una parte di elettorato italiano si è sentito “abbandonato” e che la candidata sindaca del centro destra non ha entusiasmato gli animi. La caduta libera della Lega ha completato il quadro

E tornando alle prossime elezioni a Bolzano? 

Innanzitutto, il risultato ottenuto al primo turno dell’Svp dimostra che la decisione di allearsi con Fratelli d’Italia è stata digerita. Ricordo che sugli edifici pubblici della Provincia hanno sventolato le bandiere arcobaleno contro l’omofobia e questo non ha creato turbamenti nella maggioranza. Il  voto di Laives credo dimostri anche che l’elettorato di lingua italiana non ha nostalgie fasciste, una buona fetta, quando si è trattato di scegliere, ha scelto un partito di centro e popolare anche se “tedesco”. Chiarito questo, non credo che a Bolzano possa ripetersi quanto avvenuto a Laives.

La bandiera arcobaleno sulla Haus der Familie sull’altopiano del Renon (Foto Venti3)

Passando allo riforma dello Statuto. Francesco Palermo, già presidente della Commissione dei Sei di cui ora lei fa parte, ha espresso forti perplessità. A suo avviso, la riforma intende escludere la Provincia e le sue leggi dal sistema costituzionale italiano.

Personalmente, credo che, se fatta bene, la riforma dello Statuto sia necessaria per mantenere l’Autonomia al passo coi tempi. Comprendo le perplessità di Francesco Palermo che stimo e apprezzo. È vero che Kompatscher si gioca molto della sua storia politica su questa riforma, ma credo che sia necessario intervenire sullo Statuto, dato che in diverse occasioni le norme di attuazione non si sono rivelate in grado di regolare in maniera efficace i rapporti tra la legislazione statale e quella provinciale. Le leggi provinciali dovrebbero rappresentare un elemento di certezza per i cittadini, le imprese e la pubblica amministrazione. Invece, i continui rimbalzi alla Corte Costituzionale generano una confusione che mette tutti nelle condizioni di non operare al meglio e rischia di creare un alibi per non cambiare nulla.

Dobbiamo fidarci del Parlamento più che della Corte Costituzionale?

Il Parlamento ha il dovere di elaborare una riforma per rendere più efficiente e razionale l’amministrazione dell’Autonomia, evitando questa continua incertezza. Cercheremo di farlo nella maniera migliore, il processo si è appena avviato e valuteremo i vari passaggi anche rispetto alle tutele della Carta Costituzionale, ma è innegabile che occorra intervenire per rendere più dinamica la nostra Autonomia.

Massimiliano Boschi

Immagine di apertura. foto Venti3

 

 

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