Nel cuore di Bolzano riapre lo storico negozio di cd e vinili, Anthony Bosin: «È la mia scommessa ribelle»
Ci sono luoghi delle città che si sedimentano nella memoria collettiva e che rappresentano punti di ritrovo storici per molte generazioni. A Bolzano il Disco New era uno di questi. Per oltre 35 anni lo storico negozio di dischi di Largo Kolping è stato la Mecca per gran parte della scena musicale locale. Un luogo dove perdersi, tra CD e vinili di qualsiasi genere. Dopo la morte del suo proprietario Walter Eschgfäller nel marzo di quest’anno però, le sue vetrine hanno cominciato ad appannarsi di polvere e gli scaffali si sono svuotati. Ora, da qualche settimana, il locale è tornato a nuova vita grazie alla scommessa imprenditoriale di Antonio ‘Anthony’ Bosin, giovane musicofilo che con entusiasmo e voglia di fare ha deciso di rilevare l’attività, puntando tutto sulla vendita di vinili – anche usati – giradischi e su un nuovo nome: Rebel Rebel.
Bosin, partiamo dalla scelta del nome del nuovo negozio: da dove nasce?
È una canzone del 1974 di David Bowie, un omaggio che ho voluto fare a questo artista che mi piace molto. Ma c’è anche dell’altro: credo che puntare al giorno d’oggi su un negozio di dischi sia una scelta controcorrente. Una scommessa ‘ribelle’, appunto.
Come mai?
Perché è la mia prima esperienza imprenditoriale. Ho 32 anni, prima avevo un posto di lavoro fisso, ma volevo aprire qualcosa di mio. Mi sembrava il momento giusto della mia vita per buttarmi in una nuova avventura e la musica è sempre stata una delle mie passioni. Ho frequentato per tanti anni il Disco New e quando è morto Walther ho iniziato a ragionare sulla possibilità di rilevarlo.
Sei un giovane che ha deciso di fare impresa: che difficoltà hai trovato?
Diverse e sicuramente tutta questa burocrazia non aiuta. E affrontarla da solo neanche. Ci sono tanti pensieri, carte, scadenze da rispettare e non è stato facile trovare una mano tesa dall’altra parte che ti aiuti. Molte cose si imparano facendole e con il supporto del commercialista (ride, ndr), però al giorno d’oggi esistono tanti ostacoli per aprire un’impresa. È ancora complicato. Ma me lo aspettavo.
Quali novità vuoi introdurre rispetto alla gestione precedente?
Ho deciso di puntare molto sulla vendita dei vinili 33 giri, anche usati che costeranno la metà. Tratterò anche giradischi e impiantistica, sia in loco che su ordinazione, e non mancheranno di certo i CD, cosa che Walther prediligeva. Cercherò di avere una buona selezione di vinili di diversi generi, perché è un formato che ancora funziona bene.
Eppure con l’avvento delle piattaforme digitali non si direbbe…
Vero, ma da un po’ di anni gli artisti, sia italiani che internazionali, sono tornati a stampare i dischi sul vinile. Penso abbiano capito che è uno strumento che offre un’esperienza d’ascolto diversa. Mettere il vinile nel giradischi, appoggiare la puntina, leggere le grafiche sul retro: sono piccole cose che rendono l’ascolto migliore, provare per credere.
Un modo per far riavvicinare anche le giovani generazioni?
Forse sì, loro sono abituate a divorare musica attraverso un touch sullo schermo del telefono. Chi compra i dischi fisici sarà sempre un po’ separato da chi ascolta solo musica liquida sul telefono. È anche una questione di collezionismo. Ma il supporto digitale non è affatto da demonizzare: i dischi hanno un loro costo e magari non tutti i ragazzi hanno la possibilità di acquistarli. Spotify o Apple Music possono servire per ascoltare i dischi in anteprima e scegliere dopo se voler comprare anche la copia fisica da avere nella propria collezione. Ma il negozio può diventare un punto di riferimento anche per i più giovani.
Scommettere sull’industria musicale allora si può?
Sì, ed è in crescita rispetto a molti anni fa quando c’è stata l’esplosione delle piattaforme digitali e dei torrent online da cui poter scaricare i brani come Emule. I dati di vendita parlano di un settore in forte ripresa, tocca a me saperla cavalcare.
Alexander Ginestous