Antonio Lampis nuovo direttore generale dei Musei del Mibact
Antonio Lampis lascia Bolzano. Il direttore della Ripartizione Cultura Italiana della Provincia Autonoma dal primo settembre dirigerà infatti la direzione generale Musei del Ministero dei Beni Culturali (Mibact). E’ uno dei posti più prestigiosi e importanti della cultura italiana e dal quale dipendono tutti i musei che fanno riferimento al Ministero: la Direzione generale Musei infatti cura le collezioni dei musei e dei luoghi della cultura statali, con riferimento alle politiche di acquisizione, prestito, catalogazione, fruizione e valorizzazione e sovraintende anche al sistema museale nazionale coordinando i poli museali regionali. Per Lampis, che da tempo era in lizza per la direzione di un importante museo italiano (Uffizi o Capodimonte), un ruolo di grande responsabilità. Bolzano perde, per ora, un dirigente di grandissima visione, esperienza e con un grandissimo network internazionale. In vent’anni esatti di dirigenza nel settore Cultura, Lampis ha portato Bolzano al centro della ribalta nazionale e internazionale sia perseguendo politiche di Welfare generativo, valorizzando il ruolo della cultura nell’integrazione sociale e come elemento di cittadinanza attiva, che promuovendo l’arte contemporanea come strumento di contaminazione tra le diverse culture dell’Alto Adige. Tra le ultime e più interessanti iniziative sostenute dalla Ripartizione figurano il Cohousing Rosenbach, che aprirà il prossimo settembre, il Cscv, il progetto Impulsi Vivi: tutti progetti che mettono al centro i giovani e la capacità della cultura di creare economia e rinnovamento sociale. Le redini della Ripartizione italiana cultura passeranno ora al vice Claudio Andolfo, giovane dirigente che in questi anni ha svolto un lavoro meno visibile ma di grande valore nella costruzione di un ecosistema culturale vivo e inclusivo.
Antonio Lampis, il curriculum
Antonio Lampis, 53 anni, dirige la ripartizione cultura della Provincia autonoma di Bolzano dal 1997 e si occupa dell’annesso Centro culturale Trevi. Precedentemente, dal 1982, ha prestato servizio per il ministero dell’Interno e della presidenza della Consiglio dei Ministri. È docente all’università cattolica di Milano e nella libera Università di Bolzano, è stato visit professor in diverse università e master. È stato relatore in convegni nazionali internazionali e autore di numerose pubblicazioni sul tema dell’autonomia dell’Alto Adige, delle politiche culturali e del marketing dell’arte e della cultura. È pubblicista sul quotidiano Alto Adige, è stato membro del cda di diverse organizzazioni culturali come la Fondazione teatro comunale, il board nella settima edizione della biennale Manifesta, è membro del consiglio di amministrazione della fondazione Museion e vicepresidente del Centro russo Borodina. È stato selezionato dalla giuria internazionale per le terne di idoneità alla direzione del museo nazionale Capodimonte e del museo nazionale Romano. E’ membro dello stearing group delle sede Ocse di Trento.
La nomina di Lampis, le reazioni
A testimoniare l’importanza della nomina di Antonio Lampis per lo scenario nazionale il messaggio con cui Pier Luigi Sacco, il maggior studioso dell’Economia della Cultura in Italia, ha salutato la nomina: «Ogni tanto ci sono delle notizie che riconciliano con questo Paese così tormentato. A capo della Direzione Generale Musei del MIBACT è stato chiamato Antonio Lampis. Antonio è, in estrema sintesi, il funzionario pubblico più preparato, intelligente e visionario che abbia mai conosciuto in decenni di lavoro sulla cultura e le politiche culturali in Italia, e uno dei migliori a livello europeo. In vent’anni esatti di lavoro ha trasformato Bolzano in uno degli avamposti dell’innovazione culturale europea, ottenendo risultati straordinari in termini di partecipazione e anticipando i temi più interessanti dell’agenda odierna come il welfare culturale. A questa sensibilità per l’innovazione, Antonio unisce una preparazione tecnico-amministrativa che pochi hanno in Italia in campo culturale. Sarà il punto di riferimento per tutti coloro che credono che il museo possa divenire uno dei luoghi centrali dell’innovazione sociale in Italia. Sono davvero felice, perché può ancora accadere che andando in direzione ostinata e contraria si possa arrivare lontano, persino da noi. Allacciamoci le cinture. Bravo Antonio. Ad maiora».