Apprendistato, oltre 3500 contratti (ma diminuiscono le ragazze)
Bilancio positivo per il patto per l’apprendistato della Provincia, ma le giovani apprendiste continuano a diminuire. E per la presentazione dei dati, con oltre 3500 contratti, giovedì 7 giugno, è stato scelto proprio un luogo dove l’apprendistato si fa: il panificio di Nalles di Manfred Öttl. In questa occasione, l’assessore Philipp Achammer ha tracciato un bilancio del patto per l’apprendistato avviato tre anni fa dalla Provincia, in accordo con le parti sociali, con l’obiettivo di rafforzare la formazione duale. «Quella di oggi è solo una tappa, il sistema formativo duale altoatesino – ha spiegato Achammer – è un modello di successo che va reso sempre più attrattivo. Questo modello di formazione professionale consente ai giovani di realizzare un collegamento molto particolare tra la formazione professionale e il lavoro. Negli ultimi anni il miglioramento della situazione economica ha fatto sì che se cinque anni fa parlavamo di disoccupazione, oggi parliamo di carenza di manodopera. Se i contratti di apprendistato sono in aumento è perché si riconosce sempre di più il loro valore». Uno dei punti centrali del sistema riguarda il riconoscimento di quanto fanno le imprese per la formazione professionale. Nell’assegnazione di appalti pubblici possono essere concessi punti bonus per le aziende che assumono lavoratori con contratto di apprendistato. Lo stesso può accadere nei bandi per le sovvenzioni sugli investimenti. L‘intera formazione in materia di sicurezza dei lavoratori, che rappresenta un aggravio per le aziende, è oggi integrata sin dall’inizio nelle lezioni della scuola professionale. Datori di lavoro e formatori di apprendisti possono poi già usufruire gratuitamente di consulenze qualificate e presto sarà anche introdotto un premio in denaro per le imprese che stipulano contratti di apprendistato. A ogni azienda formativa, infine, viene consegnata la targhetta «Noi formiamo apprendisti».
Il percorso degli apprendisti
Da luglio 2018 verranno inserite nel patto attività professionali oggetto di apprendistato in campi di lavoro innovativi come, ad esempio, il «tecnico della tecnologia dell’informazione e della comunicazione». È stato anche realizzato un raccoglitore per l’apprendista, nel quale il giovane documenta il proprio percorso di apprendimento da presentare al formatore in azienda e agli insegnanti a scuola. Quest’anno saranno inoltre premiati i migliori diplomati di un percorso di apprendistato o di un percorso della formazione professionale. Dopo quattro anni di percorso di apprendistato sarà possibile anche frequentare un anno di preparazione all’esame di maturità. Tra un mese i primi 5 giovani con un diploma professionale saranno ammessi all’esame di maturità. Al secondo tentativo, inoltre, più di 100 studenti hanno superato le prove dell’esame finale nell’ambito dell’iniziativa «Recupero dell’esame di fine apprendistato». Tre anni fa nel patto era stato definito l’obiettivo di arrivare a un numero di contratti di apprendistato pari a quello dell’anno 2014 (3.539). Nel corso del 2017 è stata raggiunta quota 3.534. Un aumento è stato registrato nei settori alberghiero e dell’industria edile. La maggior parte degli apprendisti viene comunque ancora formata nell’artigianato. Nel 2017 sono stati assunti 70 apprendisti di genere maschile in più rispetto all’anno 2014. Il numero delle apprendiste continua a diminuire (-75 dal 2014) soprattutto perché che i contratti nel settore del commercio stanno diminuendo.
Nel corso della presentazione Alexandra Egger (Asgb) ha sottolineato come «anche nell’ottica delle organizzazioni sindacali, l’avere una formazione duale di buona qualità sia una vera priorità». Il presidente del Wirtschaftring, Leo Tiefenthaler, ha sottolineato la positività del progetto sia per i giovani che per le imprese: «Lo si vede concretamente confrontando dati della nostra disoccupazione giovanile, intorno al 10%, con quelli di regioni, anche vicine, che non hanno un sistema simile». Manfred Öttl, titolare del panificio di Nalles, ha spiegato invece che nella sua impresa «gli apprendisti, grazie all’uso di macchinari avanzati, godono di una certa autonomia».