Città contro campagna. L’Austria va al voto spaccata tra zone rurali e urbane

Elezioni Austria 2024. Domenica 29 settembre si terranno le elezioni politiche per il rinnovo del Consiglio Nazionale austriaco (Nationalrat) composto da 183 membri che vengono eletti con il sistema proporzionale con soglia di sbarramento del 4 per cento. Il presidente del Consiglio in carica è Karl Nehammer (ÖVP – Partito Popolare Austriaco) che guida  un governo di coalizione insieme ai Verdi. Secondo i sondaggi più recenti, entrambi i partiti di governo sarebbero destinati a perdere molti dei consensi ottenuti cinque anni fa. L’ultimo pubblicato dall’Apa (Agenzia di stampa austriaca) accredita l’ÖVP del 24,7% dei voti (nelle elezioni del 2019, quando i popolari erano guidati da Sebastian Kurz, avevano ottenuto il 37,46%) e i Verdi dell’8,4% (nel 2019 avevano il 13,9%). Secondo lo stesso sondaggio, i socialisti (SPÖ) otterrebbero il 20,6%, in leggerissimo calo rispetto al 21,1% ottenuto nelle precedenti elezioni politiche.
Il vincitore annunciato è il leader dell’FPÖ Herbert Kickl, già Ministro dell’Interno nel governo Kurz dal 2017 al 2019. L’FPÖ (Freiheitliche Partei Österreichs) viene, infatti, accreditato del 27,2%, in crescita di quasi il 10% rispetto alle elezioni del 2019. Kickl filorusso e legato al premier ungherese Orban, ha fatto della lotta all’immigrazione il suo cavallo di battaglia con toni molto più duri di quelli già accesi dei suoi “omologhi” sparsi per l’Europa e i sondaggi sembrano premiarlo.
Secondo Francesco Palermo, direttore dell’Istituto per lo Studio del Federalismo e del Regionalismo di Eurac Research e docente di diritto costituzionale comparato all’Università di Verona, il risultato delle prossime elezioni austriache non si distaccherà molto dai sondaggi: “L’ FPÖ dovrebbe risultare il primo partito con un forte travaso di voti provenienti dall’ÖVP e, quindi, si prospetta un governo di coalizione formato proprio tra questi due partiti. L’unico dubbio sembra riguardare la scelta del primo ministro, perché non è detto che l’ÖVP accetti di entrare in un governo guidato da Kickl, un ‘Volkskanzler’’ un “cancelliere del popolo” che rievoca vecchi spettri del passato austriaco, ma credo che troveranno un accordo”.

Francesco Palermo

Sondaggi a parte, le elezioni austriache risultano particolarmente interessanti perché riguardano un paese in cui il “cleavage”, le differenze politiche tra città e provincia, tra mondo urbano e rurale, appaiono nettissime. La capitale Vienna, città in cui risiede il 20% della popolazione austriaca, è amministrata da sindaci socialisti dal 1945, Elke Kahr sindaca di Graz, seconda città dell’Austria, è comunista, mentre Linz, terza città del paese, a breve sceglierà un nuovo sindaco dopo dieci anni di amministrazione del socialista Klaus Luger. Infine, a Salisburgo si è recentemente insediato il sindaco socialista Bernhard Auinger che ha sconfitto al ballottaggio il candidato del KPÖ (Partito comunista austriaco) Kay-Michael Dankl. Eppure, alle elezioni europee del giugno scorso, l’FPÖ è risultato il primo partito davanti a ÖVP e SPÖ, evidentemente, il consenso ottenuto nella città principali del Paese non garantisce il successo a livello nazionale. Per Francesco Palermo: “Il sistema elettorale proporzionale è solito favorire la campagna rispetto alle città, ma non è sufficiente a spiegare questi risultati. E’ indubbiamente l’aspetto più interessante delle prossime elezioni, è un fenomeno che si verifica in praticamente tutte le democrazie occidentali, ma che in Austria risulta particolarmente marcato. Sarà interessante anche osservare come si dividerà il voto giovanile, che immagino polarizzato tra estrema destra ed estrema sinistra. Più in generale, credo si ripresenterà in Austria quanto visto nelle recenti elezioni nei Länder tedeschi ex Ddr, la destra avrà grande successo nelle aree rurali del Paese, quelle in cui il numero degli immigrati è minore”.
A questo proposito, chiudiamo con un dato troppo spesso poco analizzato. Come sottolineato dal quotidiano austriaco “Der Standard”: “Circa il 19%, un quinto delle persone in età da voto che vivono in Austria, non potrà recarsi alle urne a causa della mancanza di cittadinanza. La metà di queste persone vive e paga le tasse in Austria da più di dieci anni e molti sono nati in Austria, ma non avranno diritto di voto”.

Ma.Bo

Immagine di apertura: comizio del leader FPÖ Herbert Kickl

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