Azienda ospedaliera, un piano per ridurre le liste d'attesa
Liste d’attesa troppo lunghe, l’Azienda ospedaliera dell’Alto Adige vara un piano per ridurle. Il tema è stato affrontato dal direttore generale Thomas Schael con i vertici dell’azienda. In primo luogo si ricorrerà ai privati, con un aumento di organico qualificato supportato anche dall’acquisto di ulteriori prestazioni da parte degli erogatori privati. Poi Sms per ricordare agli utenti le visite prenotate, l’integrazione dell’offerta a livello provinciale e un centro unico di prenotazione. D’ora in poi le visite potranno essere prenotate anche in farmacia. Come primo punto quindi alla Società cooperativa dei privati erogatori di prestazioni sanitarie (SAPS) è stata fatta la proposta di acquistare ulteriori prestazioni ambulatoriali nei settori della reumatologia, dell’oculistica, della dermatologia e dell’ortopedia.
Importante: riconoscere l’appropriatezza delle prescrizioni
Fondamentale per la pianificazione delle prestazioni sanitarie è anche la questione dell’appropriatezza delle prescrizioni secondo i quattro livelli di urgenza previsti – vale a dire urgente, prioritario, differibile e programmata – che sono stati definiti a livello provinciale così come le prestazioni prioritarie per nove ambiti specialistici (i cosiddetti criteri RAO “raggruppamenti omogenei di tempi di prenotazione”). Tali criteri fondano la loro definizione su conoscenze scientifiche ed in futuro verranno revisionati. In questo modo l’Azienda sanitaria segue anche le raccomandazioni della cosiddetta “slow medicine – di più non è meglio”: fare la cosa giusta nel giusto momento esattamente per quel paziente – e comunque senza forzare nessuna sovra-assistenza. Il Direttore generale Thomas Schael conferma: «Per noi è importante – e sono fiero di dire che questo funziona bene – poter offrire il nostro aiuto in tempi rapidi a quei pazienti che ne hanno urgente bisogno. Per questo motivo è bene che l’urgenza clinica venga sempre tenuta in grande considerazione e di questo sono responsabili i prescrittori, quindi in prima linea i medici ed i pediatri di base: se vi è l’urgenza clinica, nessuno deve aspettare più del necessario».
Tenere sotto controllo l’offerta a livello provinciale
Il Direttore generale Schael invita a tenere presente l’intera offerta a livello provinciale nel momento in cui si parla di tempi di prenotazione: »Spesso i tempi di prenotazione si differenziano molto da una struttura all’altra. Per questo ci appelliamo a quei pazienti che sono in grado di spostarsi anche per fare una visita in un ospedale che non sia per forza quello della propria zona di residenza». Per la prenotazione di una TAC al torace, ad esempio, all’ospedale di Bressanone bisogna attendere 50 giorni mentre all’ospedale di Merano sono 28 giorni e a Silandro l’attesa è pari a zero. Idem per la visita urologica: al distretto di Appiano 6 giorni, all’ospedale di Bressanone 99.
Dal 2017 prenotazione on-line per prestazioni di radiologia e possibilità di prenotare anche in farmacia
Affinché queste offerte siano paragonabili in modo trasparente, all’indirizzo https://www.asdaa.it/it/tempi-di-prenotazione.asp è possibile verificare quando-dove e quanto c’è da attendere per una determinata prestazione. «A breve vi saranno comunque ulteriori facilitazioni. Il prossimo anno, ad esempio, le prestazioni di radiologia saranno prenotabili on-line. I referti di laboratorio potranno essere scaricati e pagati on-line. Chi non desidererà compiere queste operazioni per via telematica, potrà comunque continuare ad utilizzare i classici canali – o semplicemente chiedere aiuto a familiari ed amici». Una speciale novità sarà inoltre quella di poter prenotare le prestazioni specialistiche e diagnostico-strumentali anche presso tutte le farmacie della Provincia. Matteo Bonvicini, Presidente di Federfarma, è interessato a questa collaborazione e lavorerà in modo congiunto a tale implementazione.
Combattere le assenze ingiustificate
Reminder, ad esempio via SMS, verranno a breve inviati per ricordare un appuntamento prenotato in modo tale da risolvere un ulteriore problema che causa un inutile allungamento dei tempi di prenotazione. Come accade in altre aziende sanitarie, anche in Alto Adige vi è una certa quota di appuntamenti andati buchi (il cosiddetto “drop out”). Per tutte le prestazioni il tasso delle persone che non si presentano ad un appuntamento è pari al 10-15%. A coloro che mancheranno ad un appuntamento, in futuro, verrà addebitato comunque l’importo della prestazione prenotata dal momento che sia il personale medico che quello infermieristico vengono retribuiti in base al lavoro pianificato, anche se non possono materialmente eseguire la prestazione.
Centro Unico di Prenotazione Provinciale pronto in due anni
Il Direttore generale deve invece mettere un freno alle aspettative per quanto riguarda la realizzazione del Centro Unico di Prenotazione: “A questo proposito le opinioni e le aspettative differiscono molto tra loro e attualmente stiamo lavorando a soluzioni consensuali, anche perché il problema è più di natura organizzativa che non tecnica.”
Sulla via della Medicina di iniziativa – Empowerment della cittadina e del cittadino
«Cerchiamo di andare incontro alle cittadine ed ai cittadini su diversi fronti e ci auguriamo anche una nuova ‘vision’ assistenziale olistica in grado di integrare la prevenzione con l’empowerment del cittadino e focalizza più sulla promozione della salute che non sugli interventi ex post», spiega Thomas Schael. A questo appartengono mirate misure della cosiddetta Medicina di iniziativa: il paziente non dovrebbe essere sostenuto solo in caso di malattia (medicina di attesa), ma piuttosto nel perseguire stili di vita sani (medicina di iniziativa). Così, ad esempio, esiste la possibilità del monitoraggio dei parametri di salute dei pazienti diabetici tramite la telemedicina che invia automaticamente al medico curante i valori rilevati dal paziente stesso. In caso di necessità il medico consiglia un controllo. Ma anche pazienti affetti da mal di schiena o malattie croniche causate dal sovrappeso verranno invitati ad eseguire maggiore attività fisica, non solo in ospedale, ma soprattutto grazie a dei gruppi di ginnastica organizzati al di fuori delle strutture ospedaliere.