Bolzano si conferma la città più cara d'Italia
Bolzano si conferma anche quest’anno la città più cara d’Italia. Lo dice lo studio Istat, accompagnato dai dati del Comune di Bolzano. L’Istituto di statistica ha reso noti i dati dell’inflazione delle regioni e dei capoluoghi di regione e comuni con più di 150 mila abitanti, in base ai quali l’Unione nazionale consumatori ha stilato l’ormai tradizionale classifica delle città e delle regioni più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. Secondo lo studio dell’associazione dei consumatori, in testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care, c’è Bolzano, seguita da Perugia e Napoli, tutte e tre con un’inflazione pari a +0,7%, poi Trento con un più 0,4%. In termini di rincari, però, al primo posto si conferma Bolzano che ha la maggior spesa aggiuntiva, equivalente, per una famiglia media, a 223 euro. In testa alla classifica delle regioni più costose, con un’inflazione a +0,5%, Trentino Alto Adige, Umbria e Campania. In termini di maggior spesa, però, svetta il Trentino Alto Adige che registra, per una famiglia media, un rialzo pari a 135 euro su base annua.
I dati del Comune di Bolzano
A giugno 2020, nel Comune di Bolzano l’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività – NIC con tabacchi – è crescito dello 0,5% rispetto allo scorso mese di maggio, mentre rispetto a giugno 2019 segna +0,7% (a maggio questo valore era ancora pari a +0,2%). I corrispondenti valori dell’indice NIC senza tabacchi questo mese sono rispettivamente: +0,5% e +0,6%.
Incrementi congiunturali (cioè rispetto al mese scorso) si registrano a giugno nelle divisioni Trasporti (+1,2%), Ricreazione, spettacolo e cultura (+1,0%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,9%) nonchè Servizi sanitari e spese per la salute e Beni e servizi vari (entrambi +0,5%).In ribasso rispetto allo scorso maggio appaiono le divisioni Comunicazioni (-0,8%), Bevande alcoliche e tabacchi (-0,4%) e Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,3%). Invariate rimangono le divisioni Abbigliamento e calzature, Abitazione, acqua, energia e combustibili, Mobili, articoli e servizi per la casa e Istruzione.
Il maggiore incremento tendenziale (cioè rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) si registra a giugno nell’Istruzione (+3,6%), seguita dalle divisioni Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,7%), Bevande alcoliche e tabacchi e Servizi ricettivi e di ristorazione (entrambi +2,5%) e Abbigliamento e calzature (+2,4%). In ribasso rispetto a giugno 2019 appaiono le divisioni Abitazione, acqua, energia e combustibili (-4,7%), Trasporti (-4,0%) e Comunicazioni (-2,8%).