Bolzano si conferma la città più cara d'Italia
Bolzano si conferma ancora una volta in cima alla classifica delle città più care d’Italia. A dirlo è l’Istat, che ha reso noti oggi i dati dell’inflazione delle regioni e dei capoluoghi di regione e comuni con più di 150 mila abitanti, in base ai quali è stata stilata la classifica delle città e delle regioni più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. Al primo posto in classifica troviamo Bolzano, che con un’inflazione pari a +1,4% ha anche l’aumento più marcato della spesa per famiglia, pari a 445 euro in più in un anno. Al secondo posto Reggio Emilia e Modena (+1,1%) con un aumento di spesa pari a 294 euro, e Trento, (+1,1%) con aumento pari a 257 euro.
Andamento prezzi Bolzano
A febbraio 2021, nel Comune di Bolzano l’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività – NIC con tabacchi – è salito dello 0,4% rispetto allo scorso gennaio, mentre rispetto a febbraio 2020 segna, appunto, +1,4% (a gennaio questo valore annuale era pari a +1,0%). I corrispondenti valori dell’indice NIC senza tabacchi questo mese sono rispettivamente: +0,3% e +1,3%.
Il maggiore incremento congiunturale (cioè rispetto al mese scorso) si registra a febbraio nella divisione Abitazione, acqua, energia e combustibili (+1,7%), seguita dai Trasporti (+1,1%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,7%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,5%) e Ricreazione, spettacolo e cultura (+0,4%). In ribasso rispetto allo scorso gennaio appaiono le divisioni Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,4%), Mobili, articoli e servizi per la casa (-0,3%) e Beni e servizi vari (-0,1%).Unica divisione invariata a febbraio risulta l’Istruzione.
Il maggiore incremento tendenziale (cioè rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) si registra a febbraio nei Beni e servizi vari (+2,5%), seguiti dalle divisioni Ricreazione, spettacolo e cultura (+2,4%), Bevande alcoliche e tabacchi (+2,3%) Servizi ricettivi e di ristorazione (+2,0%) e Servizi sanitari e spese per la salute (+1,7%).In ribasso rispetto a febbraio 2020 appaiono le divisioni Comunicazioni (-3,2%) e Istruzione (-1,1%).