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Bolzano, Usa, Uk, Canada, Germania e Romania. Vittime e carnefici della rete “764”
Bolzano. Era il 12 febbraio scorso quando la Questura di Bolzano comunicava che “un quindicenne molto attivo sui canali Telegram” si era unito a un gruppo di estrema destra, “i cui membri stavano pianificando un’azione terroristica durante quella che loro definivano la Settimana del terrore”.
“Il compito dei componenti del gruppo – proseguiva il comunicato – era di selezionare una vittima tra le persone vulnerabili, riprenderne l’omicidio e pubblicare infine il video su un sito internet russo del dark web. Gli investigatori hanno rilevato che l’arrestato era in una fase molto avanzata del piano, avendo scelto già il luogo dove compiere l’omicidio: un impianto sportivo della provincia dove aveva riprodotto i simboli della setta sui muri e sui veicoli”.
Il quindicenne veniva quindi arrestato con le accuse di “partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo, fabbricazione e utilizzo di ordigni esplosivi, porto abusivo di armi, danneggiamento aggravato e detenzione e diffusione di materiale pedopornografico”.
Poco meno di un mese prima, il 17 gennaio, a oltre mille chilometri da Bolzano, un tribunale del Sussex, contea dell’Inghilterra meridionale, aveva condannato il diciannovenne Cameron F. con accuse molto, molto simili a quelle che hanno portato all’arresto del quindicenne altoatesino.
Anche nella galleria snapchat dell’arrestato, infatti, erano state ritrovati testi e simboli che facevano riferimento a una “settimana del terrore”, anche Cameron era stato trovato in possesso di immagini pedopornografiche e, soprattutto, aveva mostrato l’intenzione di uccidere una “persona vulnerabile” in particolare: “aveva pubblicato una foto di una tenda rossa in un campo vicino a casa sua con un messaggio che suggeriva che voleva uccidere un senzatetto”. A questo occorre aggiungere la condanna per istigazione al suicidio di una giovane donna.
Le somiglianze tra i due casi non sono ovviamente casuali, entrambi, infatti, erano coinvolti nella rete “764”, “gruppo estremista satanico di estrema destra” creato nel 2021. Rete affine all’Ordine dei Nove Angoli, che deve il suo nome alle prime tre cifre dello Zip Code, il codice di avviamento postale, di Stephenville, località texana a sud ovest di Dallas in cui risiedeva il suo creatore, Bradley Cadenhead, individuato grazie alla segnalazione di Discord e condannato a 80 anni di carcere.
Le inchieste
Il 12 settembre 2023, a seguito di alcuni casi particolarmente tragici, l’Fbi ha diffuso un allarme riferito a gruppi online violenti che estorcevano denaro ai minori, istigavano all’autolesionismo e invitavano alla produzione di materiali contenenti abusi sessuale sui minori.
Come si legge nell’alert: ”i gruppi utilizzano vari nomi tra cui 676,764, CVLT, Court, Kaskar, Harm Nation, Leak Society, and H3ll”. Nel frattempo si susseguivano gli arresti a New York, in Texas, Nevada, Hawaii, Arizona e in Romania, indagini che hanno attirato l’interesse della stampa internazionale, in particolare del Washington Post, di Der Spiegel e del rumeno Libertatea che hanno lavorato congiuntamente alla realizzazione di un’inchiesta pubblicata a marzo 2024.
Il Washington Post ha iniziato così la sua inchiesta: “Samuel Hervey, un venticinquenne alle prese con una grave crisi di salute mentale, ha posizionato il suo telefono in modo che la fotocamera catturasse il macabro spettacolo che stava per svolgersi. Il giovane del Minnesota è entrato nell’inquadratura del video in diretta streaming, con i lunghi capelli che gli uscivano dal cappuccio di una felpa bianca. Si è seduto a gambe incrociate e si è svuotato una bottiglia di plastica piena di benzina sulla testa e sui vestiti. Poi ha acceso una fiamma. Mentre il fuoco lo avvolgeva, oltre venti persone lo osservavano attraverso una chat video privata sulla popolare app di messaggistica Discord. Tra coloro che avevano guardato il live streaming di novembre 2021 c’era una ragazza di 15 anni di una città dell’Europa orientale che aveva trascorso gran parte della settimana precedente a stretto contatto con Hervey, esortandolo tramite messaggi privati e chiamate vocali a togliersi la vita davanti alla telecamera”.
Le indagini del Washington Post hanno permesso di risalire alla comunità online che aveva assistito e contribuito al suicidio del ragazzo, la “764” e a individuare la ragazza, ai tempi quindicenne, residente in Europa Orientale. Quest’ultima ha raccontato ai giornalisti come, dopo i primi contatti con l’organizzazione, fosse stata invitata a compiere atti di autolesionismo, violenze contro animali domestici e scene di nudo davanti alle telecamere. Evitiamo al lettore i dettagli raccapriccianti, ma la quindicenne ha rivelato di essere entrata in contatto con la “764” quando l’organizzazione si chiamava “Cvlt”, durante la pandemia. Era il 2019, lei aveva tredici anni e stava cercando “immagini cruente” in rete.
Il settimanale tedesco “Der Spiegel” è entrato in contatto con un’altra ragazza, Sophia, nome di fantasia, residente in Canada. “Tutto è iniziato durante la pandemia – spiega Sophia ai giornalisti – non era un bel periodo”. In cerca di conforto, era stata contattata da sconosciuti che le avevano dedicato grande attenzione, “Ho sentito che mi volevano bene, che si preoccupavano per me”, spiega. Poco dopo arrivano le prime “proposte indecenti”, le foto di nudo e i relativi ricatti. Sophia confessa ai giornalisti di aver assistito a gesti violenti contro animali domestici, a suicidi in diretta streaming e di aver commesso numerosi atti di autolesionismo. Tutto cambia quando le viene chiesto di uccidere il suo cane, a quel punto si ribella, mostra i profondi tagli sulla pelle alla madre che avvisa la polizia canadese. Uno dei suo contatti viene arrestato in Germania per diffusione di immagini pedopornografiche, mentre un altro cittadino tedesco, ma residente in Romania viene arrestato per omicidio. I dettagli li ha pubblicati il quotidiano rumeno “Libertatea”.
L’omicidio
“Verso le 12.20 del 12 aprile 2022, K. scende nel garage dove incontra un giovane robusto con un telefono in mano. E’ Luca, adolescente tedesco arrivato in Romania tramite un programma di collocamento internazionale nell’estate del 2016. E’ alto e gobbo, con il viso da bambino. Nel giro di pochi minuti Luca aggredisce la donna e la uccide brutalmente. La prende a calci e le taglia la gola. Il ragazzo filma l’intera scena e la condivide in rete”.
Luca credeva che la vittima fosse una rom, uno dei bersagli preferiti della 764. Prima di quell’omicidio, il 30 marzo 2022, aveva aggredito un uomo di 82 anni, sempre nella contea di Mediaș: “Ha filmato la spinta, l’anziano è caduto dai sette gradini di fronte al suo condominio, e gli ha tagliato il viso e le mani con un coltello”. L’uomo è stato trovato da un vicino che pensava fosse caduto dalle scale, a quanto pare, nessuno dei presenti ha avvisato la polizia e l’anziano non ricordava cosa fosse successo.
Libertatea ha ricostruito la storia di Luca che, come detto, era arrivato in Romania dalla Germania nel 2016. All’epoca aveva dodici anni, noti ed evidenti problemi psichiatrici e le autorità tedesche avevano optato per una sua “collocazione internazionale”. Affidato a una famiglia del distretto di Sibiu si era “radicalizzato” con passare degli anni nonostante i controlli psicologici.
A seguito dell’arresto per omicidio, precisa Libertatea, sono state ritrovati simboli e scritte naziste e sataniste sulla parete della sua camera. Tra queste le solite tre cifre “764” che si era fatto tatuare anche su un braccio. Luca, ora maggiorenne, è stato condannato a 14 anni di carcere. Libertatea ha rivelato che “per le cure di Luca in Romania, lo Stato tedesco ha versato, dall’inizio del provvedimento, un importo di 437,18 euro al giorno” all’associazione responsabile del “collocamento internazionale”,
Avvisi e avvisaglie
Tutti gli articoli pubblicati dalla stampa internazionale, così come gli alert delle forze dell’ordine americane ed europee, invitano a contattare le autorità di polizia nel caso si scorgessero segnali anomali da parte dei propri figli o dei propri amici o compagni di scuola. Decisione sacrosanta, ma per evitare di scatenare paure ingiustificate va anche precisato che le pratiche autolesioniste del gruppo 764 non erano “simboliche” ma forti e violente. Si tratta di pratiche che non hanno nulla a che fare con gesti di richiesta di attenzione, meno gravi e traumatici, che riguardano, purtroppo, un numero crescente adolescenti.
Particolare attenzione andrebbe dedicata anche alle tecniche di manipolazione utilizzate dai reclutatori di organizzazioni come “764”. Fingono di condividere le stesse sofferenze della persona contattata, agiscono sul loro sentirsi vittima di ingiustizie e soprusi, mostrano di essere gli unici a comprenderla fino in fondo, poi, lentamente, trasformano la vittima in carnefice, facendo leva su frustrazione, ingenuità e rabbia, o tramite ricatti. Una metodologia piuttosto diffusa, non solo tra le organizzazione criminali.
Massimiliano Boschi
Immagine di apertura tratta dal documentario: “Bradley Cadenhead, Felix and 764“