Bolzano criminale. Viaggio nei reati compiuti nel capoluogo altoatesino
Bolzano. “Più comunichiamo alla gente quello che viene fatto e più il cittadino si sente sicuro. Quotidianamente vengono inviati ai media dei comunicati stampa; in questo modo i cittadini possono avere un riscontro di ciò che avviene nella loro città”. Queste le affermazioni del Questore di Bolzano Paolo Sartori rilasciate lo scorso aprile in un’intervista al nostro giornale. Una scelta comunicativa anche molto criticata, che ha però l’innegabile vantaggio di mostrare in dettaglio la “qualità” della criminalità a Bolzano.
La prima puntata del nostro viaggio dentro la “criminalità” del capoluogo altoatesino parte quindi dai comunicati stampa emessi quotidianamente dalla Questura. Per motivi di spazio, abbiamo deciso di selezionare unicamente i comunicati relativi alle due settimane che hanno preceduto l’uscita di questo articolo.
Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 2024 “una Pattuglia della Squadra Volanti della Polizia di Stato veniva inviata presso l’Ospedale San Maurizio a seguito di una segnalazione relativa ad un soggetto violento che stava aggredendo un Addetto alla vigilanza.”. L’aggressore veniva successivamente identificato e bloccato dalla polizia che “grazie al racconto della Guardia Giurata aggredita era in grado di ricostruire l’intera vicenda: dopo essere stato visitato dai Medici del Pronto Soccorso, lo straniero, con urla e minacce, iniziava ad inveire contro il Personale Sanitario e contro gli addetti alla Vigilanza, nel frattempo accorsi in ausilio dei Medici, accusando tutti i presenti, con toni farneticanti, di avergli rubato lo zaino. A questo punto interveniva la Guardia Giurata, cercando di convincere il facinoroso a lasciare la struttura: per tutta risposta costui lo aggrediva con spintoni e graffi sull’avambraccio, sintanto che non intervenivano i suoi colleghi e, immediatamente dopo, i Poliziotti, i quali riuscivano a bloccare l’aggressore. Visitato al Pronto Soccorso, all’Addetto alla vigilanza veniva formulata una prognosi di guarigione di 3 gg”.
Poche ore prima, informa sempre la Questura, un 27enne bolzanino “ in evidente stato di alterazione dovuta all’assunzione smodata di sostanze di vario genere” era stato denunciato per aver simulato atti sessuali con un manichino al Centro Commerciale Centrum.
Il giorno precedente, “nel corso di una visita al Pronto Soccorso dell’Ospedale “San Maurizio” tale S. P. – 28enne bolzanino pluripregiudicato per vari reati tra i quali tentato omicidio, attualmente agli arresti domiciliari –, approfittando di un attimo in cui i Sanitari hanno avuto la necessità di assentarsi, ha pensato bene di rubare il Ricettario del Medico che lo stava visitando”.
Il 12 ottobre, agenti gli Agenti della Questura venivano inviati presso il Supermercato Aldi dove era stato fermato dall’addetto alla vigilanza un 29enne marocchino protagonista in un furto di “bottiglie di vino ed altri prodotti tutti occultati all’interno del suo zaino”.
Lo stesso giorno altro intervento per altro furto in un altro supermercato, questa volta l’Eurospin, da parte di una coppia di romeni.
Nel pomeriggio di lunedì 7 ottobre gli agenti intervenivano in viale Venezia “in quanto un abitante della zona aveva sorpreso uno straniero che, con urla e minacce, stava prendendo a calci le auto in sosta. Prontamente intervenuto per intimargli di fermarsi, per tutta risposta il facinoroso raccoglieva da terra una pietra e, dopo aver inveito con insulti e minacce nei confronti del cittadino, l’aveva scagliata sulle vetture in sosta, per poi continuare a colpire auto ed a minacciare i presenti”.
Il quadro potrebbe sembrare sufficientemente esaustivo, ma pubblichiamo anche un estratto del comunicato emesso dalla Questura lo scorso 22 settembre che crediamo incornici ancor meglio la questione:
“Nel pomeriggio di ieri giungeva una chiamata alla Centrale Operativa della Questura, per una segnalazione di un furto in atto con autore in fuga dal negozio “UPIM” di via Museo. Gli equipaggi Squadra Volanti della Polizia di Stato, giunti in pochi attimi nel luogo segnalato, prendevano contatti con la Direttrice dell’esercizio commerciale la quale raccontava che poco prima un giovane straniero, dopo essersi aggirato per il negozio con fare sospetto, era stato sorpreso ad indossare all’interno del negozio una giacca esposta in vendita, all’interno della quale aveva occultato altri indumenti, per poi oltrepassare le Casse senza pagare la merce sottratta e darsi alla fuga. Mentre i Poliziotti stavano ancora ascoltando la Direttrice ed assumendo le testimonianze dei presenti al fatto, il soggetto si ripresentava all’ UPIM con indosso ancora la giacca e gli altri capi di abbigliamento rubati; qui, con una arroganza fuori dal comune e con un atteggiamento volutamente provocatorio, pretendeva di recuperare alcuni effetti personali asseritamente dimenticati nel negozio al momento della fuga”.
Come precisato dalla stessa Questura, gran parte dei fermati, espulsi, arrestati o denunciati erano pluripregiudicati spesso “irregolari sul territorio italiano”. Evidentemente “recidivi” e non serve un intuito fuori dal comune per comprendere come chi ruba alcol nei supermercati, con una certa predilezione per gli hard discount, non smette di farlo perché teme il carcere o un foglio di via. Tanto meno può valere per chi simula atti sessuali con un manichino, ruba ricettari o prende a calci le auto. Ricordiamo che per questo genere di reati qualcuno ha chiesto e ottenuto l’intervento dell’esercito e l’inserimento della città di Bolzano nell’operazione “Strade sicure”. Evidentemente, a pochi è venuto il dubbio che minacciare col carcere chi solitamente vive, e spesso dorme, per strada non può funzionare e come dimostrato non solo nel caso della Upim, non funziona nemmeno la minaccia dell’autorità. Che sia un problema “sociale”?
A questo proposito, la Questura non si occupa solo di quella che con una certa fatica si può considerare “microcriminalità”. Per esempio, il 16 ottobre, la Questura annunciava la conclusione “di un’articolata attività di indagine effettuata dalla Polizia di Stato di Bolzano e dalla Bundespolizeiinspektion Kriminalitätsbekämpfung di Monaco di Baviera, con il coordinamento congiunto della Procura della Repubblica di Bolzano e Procura della Repubblica di Kempten (D), è stato disarticolato un sodalizio criminale composto da cittadini turchi finalizzato al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
Un’operazione che “ha portato all’arresto di 4 persone più altre 4 arrestate in flagranza di reato; inoltre altri 5 soggetti sono stati denunciati per concorso nell’attività di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. L’indagine ha portato anche alla chiusura di un locale di Bolzano “punto nevralgico per l’organizzazione criminale”. Non senza sorpresa, si è poi scoperto che il locale in questione, una pizzeria, sorge sulla stessa strada su cui si affaccia la Questura, a 78 metri di distanza (fonte Google maps).
Le espulsioni a ripetizione
Ora, è evidente che tutti preferiremmo che i fatti elencati in precedenza non si verifichino più, ma è più che evidente come le soluzioni “repressive” non funzionino nei casi sopramenzionati. Non è questione di “buonismo”, ma di fatti. Per chi non ci credesse, ecco un altro esempio.
La Questura non comunica nome e cognome delle persone arrestate o denunciate, ma in questo caso, gli indizi mostrano evidentemente che si tratti sempre delle stesse persone.
Il 2 luglio La Polizia di Stato comunicava di aver arrestato un pregiudicato (A.R. 35enne cittadino siriano) che aveva aggredito un addetto alla vigilanza di un supermercato, reagendo anche agli Agenti di Polizia intervenuti. “In considerazione della gravità della situazione riscontrata e del curriculum criminale del soggetto, il Questore di Bolzano Paolo Sartori ha emesso in via d’urgenza, a carico di A. R., la Misura di Prevenzione Personale del Foglio di Via Obbligatorio con Divieto di far ritorno nel Comune di Bolzano per i prossimi 4 anni”.
Venti giorni dopo, la Questura comunicava di aver intercettato due soggetti “trovati in possesso di uno zaino e di un borsone ricolmi di merce rubata ancora con cartellino e placca antitaccheggio che, all’esito di successivi accertamenti, risultavano essere 30 capi d’abbigliamento per un valore oltre 1.000 Euro”. Accompagnati in Questura, venivano qui foto-segnalati ed identificati per tali A.R., cittadino siriano di 35 anni con numerosi precedenti per rapina impropria, resistenza a Pubblico Ufficiale, furto, porto di armi od oggetti atti ad offendere e stupefacenti, e A.H.I., anch’egli cittadino siriano, 29 anni, con numerosi precedenti per rapina, furto in abitazione e furto aggravato, porto di armi od oggetti atti ad offendere. In considerazione di quanto accaduto, dei precedenti a loro carico e della irregolare posizione in Italia, in parallelo con l’iter giudiziario il Questore della Provincia di Bolzano Paolo Sartori ha emesso a carico di A.R e di A.H.I. altrettanti decreti di espulsione dal Territorio Nazionale”. Il 3 settembre, altro comunicato: “Coordinate dalla Centrale Operativa della Questura anche grazie alla visione delle telecamere cittadine dislocate in zona, le Pattuglie convergevano immediatamente in Via Rovigo, ove riuscivano ad intercettare ed a bloccare i malviventi con la refurtiva ancora in loro possesso. Condotti negli Uffici di Largo Palatucci, i due soggetti venivano identificati per tali A.R. di anni 35 e A.H.I. di anni 29, entrambi di nazionalità siriana, con a proprio carico numerosi precedenti penali. Il Questore Paolo Sartori ha emesso a carico dei due individui altrettanti decreti di espulsione con contestuali Ordini di Allontanamento dal Territorio Nazionale”.
L’11 settembre venivano fermati “due malviventi” che avevano tentato di introdursi in un appartamento: “ Nel corso del sopralluogo effettuato nell’appartamento, gli Agenti notavano che il telaio della porta finestra che si trova sul balcone dell’appartamento presentava evidenti segni di forzatura, ma che, grazie alla tempestiva segnalazione del testimone ed all’altrettanto immediato intervento della Polizia, nulla era stato asportato. Condotti presso gli Uffici di Largo Palatucci, i 2 individui venivano compiutamente identificati per tali A.R e A.H.I, rispettivamente di 35 e 29 anni”.
Infine, il 25 settembre venivano portati in Questura due fratelli accusati di furto in abitazione, il lettore non si sorprenderà nell’apprendere che “i soggetti venivano compiutamente identificati per A.R e A.H.I, rispettivamente di 35 e 29 anni, fratelli di origine siriana”. Il Questore della Provincia di Bolzano Paolo Sartori, quindi, in considerazione della gravità di quanto accaduto, ha disposto nei confronti di entrambi l’iter finalizzato alla revoca del Permesso di Soggiorno con contestuale Decreto di Espulsione dal Territorio Nazionale, che diverrà operativo una volta che i due verranno scarcerati.
Qualcuno pensa che usciti dal carcere i due fratelli torneranno sulla retta via? O magari la detenzione fornirà loro l’occasione per passare ad attività criminali un po’ più redditizie? Sul carcere ci si tornerà in seguito, quel che appare chiaro è che nei confronti di questi “criminali” non funziona l’espulsione e non funziona il carcere. Davvero una ricchissima provincia europea è in grado di prospettare solo il carcere o l’espulsione per chi ha evidenti problemi di dipendenze, salute mentale e, soprattutto, mancanza di prospettive? Che sia il caso di provare soluzioni differenti?
Massimiliano Boschi