Bolzano Film Festival 2025: "Un antidoto alle barbarie". I film in concorso, le rassegne e i premi

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“In un mondo in cui l’imbarbarimento della politica arriva a mettere in discussione i concetti di democrazia e solidarietà,  la cultura resta un antidoto a queste devastanti involuzioni e sono fiero del nostro programma”.  Vincenzo Bugno, direttore artistico della 38esima edizione del Bolzano Film Festival Bozen, rivendica il ruolo “politico” della cultura e del cinema e la funzione da antidoto che è stato sottolineato anche da Luigi Loddi, presidente del Filmclub che ospita il festival: “Il nostro cinema è un luogo fisico che fa da ponte verso il mondo. Quando ci passo davanti mi piace vedere come ci siano sempre persone che si attardano all’uscita per parlare di ciò che hanno appena visto o che, arrivate in anticipo, si intrattengono con qualcuno che conoscono. Il cinema unisce. Il nostro foyer è uno spazio pubblico, una piazza che durante il Festival si allargherà ancora, diventerà più affollata e frenetica e offrirà dieci giorni di incontri inaspettati”.
Per tutti coloro che vogliono continuare a osservare il mondo con sguardo aperto e plurale, l’appuntamento è quindi tra il 4 e il 13 aprile per l’edizione 2025 del BFFB.  La principale rassegna cinematografica altoatesina prenderà ufficialmente il via venerdì 4 aprile con la prima italiana del lungometraggio d’esordio della regista slovena Urška Djukić, Little Trouble Girls (Kajti Je Deklica). Il film in concorso al festival e vincitore del premio FIPRESCI nella sezione Perspectives al 75° Festival di Berlino, racconta la storia di Lucija, una timida sedicenne che entra in un coro femminile e stringe amicizia con la spigliata Ana-Marija. Durante un ritiro in un monastero, l’interesse di Lucija per un restauratore mette alla prova il loro legame e la porta a esplorare la propria identità e sessualità.
A chiudere il festival sarà la tragicommedia Marianengraben (La fossa delle Marianne) di Eileen Byrne, un road trip che accompagna il pubblico attraverso il lutto e l’elaborazione del dolore verso nuove prospettive. Il film, coprodotto da Albolina (Bolzano) insieme a Samsa Film (Lussemburgo) e Film AG (Austria) e finanziato dall’IDM Film Commission Südtirol, sarà distribuito in Italia da Trent Film dal 24 aprile.

I film in concorso

Vincenzo Bugno, direttore artistico del BFFB ha sintetizzato così la proposta dei film in concorso:“Sarà un altro intenso viaggio quello del Concorso BFFB38. Dall’Alto Adige al Vietnam, da Capo Verde alla Serbia, passando per la Sardegna e la sua lingua, per l’Italia del Nord con un film completamente parlato in tagalog. Un concorso che ci confronta con le molteplicità, i movimenti e le complessità del nostro pianeta. Tutti film con un profilo artistico forte, originale, fatto da chi vuole confrontarsi con i possibili linguaggi del cinema. Sono particolarmente felice che metà di questi film siano opere prime, non si è trattato di una scelta cosciente all’inizio della selezione, è successo e ciò dimostra la forza e il potenziale del futuro del cinema. Nessuno di questi film è scontato dal punto di vista formale. E i contenuti certamente non ci lasciano indifferenti, come le esistenze di personaggi ai quali ci sentiamo empaticamente vicini. Certamente un concorso di cinema contemporaneo, un concorso che guarda oltre tutti i confini, fedele all’identità del Festival. Non mancano tra i titoli scelti quelli che si confrontano con la storia, strumento di conoscenza e consapevolezza. E che, in un mondo sempre più di fake news, preservano la memoria. E proteggono il presente”.

I titoli

Al mosa’mera (The Settlement) di Mohamed Rashad (EGY/FRA/DEU/QAT/SAU 2025, 94’)

Hossam, 23 anni, inizia a lavorare ad Alessandria nella fabbrica in cui suo padre è rimasto ucciso in un incidente un mese prima. Il lavoro è stato offerto alla famiglia come risarcimento per la morte del padre ed è destinato a garantire il reddito familiare. Maro, il fratello dodicenne di Hossam, è deciso ad andare con lui e minaccia di farsi del male in caso contrario.

April di Dea Kulumbegashvili (GEO 2024, 134’)

Nina è un’ostetrica esperta che lavora in una clinica in Georgia. Dopo un parto difficile, un neonato muore e il padre, travolto dal lutto, chiede che venga avviata un’indagine. L’inchiesta che ne segue rischia di portare alla luce l’attività segreta di Nina: viaggia attraverso paesaggi mozzafiato per raggiungere le case di ragazze e donne incinte, dove pratica aborti clandestini.

Balentes di Giovanni Columbu (ITA/DEU 2024, 70’)

Tratto da un fatto realmente accaduto in Sardegna nel 1940, sullo sfondo del fascismo e alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, il film racconta il furto di alcuni cavalli compiuto ai danni di un allevamento militare. I protagonisti sono due ragazzi, Ventura e Michele, di 11 e 14 anni. Le loro intenzioni sono del tutto idealistiche: liberare i cavalli affinché non muoiano in guerra.

Come la notte di Liryc Dela Cruz (ITA/PHL 2025, 75’) – Anteprima italiana (in collaborazione con Bellaria Film festival)

Dopo anni di separazione, tre fratelli filippini, tutti lavoratori domestici in Italia, si riuniscono nella villa ereditata dalla sorella maggiore Lilia. Con il calare della notte, la tanto attesa riunione riporta a galla vecchi ricordi e rancori mai espressi.

Hanami di Denise Fernandes (PRT/CHE/CPV 2024, 96’)

Su un’isola vulcanica remota, da cui tutti se ne vogliono andare, la piccola Nana impara a restare. Dopo che sua madre Nia è fuggita in esilio poco dopo averla data alla luce, Nana viene cresciuta dalla famiglia di suo padre. Colpita da una febbre altissima, viene mandata ai piedi di un vulcano per farsi curare. Lì scopre un mondo intriso di realismo magico, sospeso tra sogno e realtà.

Mond di Kurdwin Ayub (AUT 2024, 93’) – Anteprima italiana

Sarah, un’ex lottatrice professionista di arti marziali, lascia l’Austria per allenare tre sorelle di una famiglia benestante in Medio Oriente. Quello che sembra un lavoro da sogno ben presto assume risvolti inquietanti: le giovani donne vivono isolate dal mondo esterno e sotto costante sorveglianza. Inoltre, sembrano avere poco interesse per lo sport. Qual è allora il vero motivo per cui Sarah è stata assunta?

My Boyfriend El Fascista di Matthias Lintner (ITA 2025, 95’) – Prima mondiale (in collaborazione con Pordenone Docs Fest)

Questa è la storia d’amore di Matthias, un regista di sinistra, e Sadiel, un’attivista cubano idealista con un’energia apparentemente infinita. Mentre Sadiel lotta contro la disillusione nei confronti della Cuba comunista, il suo sposta- mento ideologico verso convinzioni di destra mette a dura prova la sua relazione con Matthias, che cerca di rimanere coerente con i suoi ideali progressisti.

Pfau di Bernhard Wenger (AUT/DEU 2024, 102’) 

Matthias è un maestro nel suo campo. Avete bisogno di un “amico brillante” per fare impressione sui vostri conoscenti? Di un “figlio perfetto” per influenzare favorevolmente l’opinione dei vostri partner d’affari? O magari solo di un avversario che vi faccia da controparte per testare un’argomentazione? Per qualunque esigenza, basta affittare Matthias! Può cambiare identità ogni giorno, ma la sua vera sfida è riuscire a essere semplicemente se stesso.

Riefenstahl di Andres Veiel (DEU 2024, 115’)

Come regista, ha creato immagini iconografiche. Dopo la Seconda guerra mondiale, ha sempre cercato di negare la sua vicinanza ideologica al regime nazista, negando rigorosamente qualsiasi interazione tra la sua arte, che celebrava la bellezza, la salute e la forza, e il terrore del regime. Il patrimonio di una delle donne più controverse del XX secolo racconta una storia diversa.

Wind, Talk to Me (Vetre, pričaj sa mnom) di Stefan Djordjevic (SRB/SVN/HRV 2025, 100’) – Anteprima italiana

Stefan si riunisce con la sua famiglia per celebrare il compleanno di sua nonna per la prima volta dopo la recente morte di sua madre. Questo ritorno a casa, spinto dal desiderio di completare un film sulla madre e dal tentativo di rimediare salvando un cane randagio, darà inizio a un viaggio introspettivo per Stefan.

Viet and Nam di Tru’o’ng Minh Quý (VNM 2024, 129’) – Anteprima italiana

Nam e Viet si amano. Entrambi sono minatori e lavorano a 1000 metri sotto terra, dove il pericolo è sempre in agguato e l’oscurità regna sovrana. Il carbone permette loro di guadagnarsi da vivere, ma al tempo stesso inquina la terra e
il mare. Quando Nam decide di lasciare il paese affidandosi a un trafficante che trasporta persone in container navali, si trova a dover dirimere il conflitto tra l’amore per Viet e il desiderio di un futuro diverso.

Yunan di Ameer Fakher Eldin (DEU/CAN/ITA 2025, 124’)

Mentre Munir si reca su un’isola remota per riflettere su una decisione drastica, viene perseguitato da una misteriosa parabola trasmessagli dalla madre. Nel ritrovato silenzio del suo rifugio solitario, incontra Valeska e suo figlio Karl. Grazie a semplici atti di gentilezza, il carico di Munir si alleggerisce e la sua voglia di vivere si risveglia.

IL CALENDARIO (clicca sull’immagine per ingrandirla)

I premi d’onore alla Carriera 

Il Bolzano Film Festival Bozen attribuisce il Premio d’Onore alla Carriera della 38ma edizione a Alba Rohrwacher e Christian Petzold.

L’omaggio ad Alba Rohrwacher

Hors-saison (Le occasioni dell’amore) di Stéphane Brizé (FRA 2023,115’)

Mathieu e Alice un tempo erano innamorati, una storia intensa e appassionata finita brusca- mente. Oggi, quindici anni dopo, lui è un attore famoso che cerca rifugio dalle sue insicurezze, lei un’insegnante di pianoforte che ha bisogno di una nuova luce. Una commedia romantica tenera e invernale sulle occasioni perse e ritrovate.

Hungry Hearts di Saverio Costanzo (ITA 2014, 105’)

Jude è americano, Mina è italiana. S’incontrano per caso a New York. S’innamorano, si sposano e presto avranno un bambino. Si trovano così in poco tempo dentro una nuova vita. Ma all’interno della coppia inizia una battaglia sotterranea, che condurrà ad una ricerca disperata di una soluzione nella quale le ragioni di tutti si confondono.

Mi fanno male i capelli di Roberta Torre (ITA 2023, 83’)

Monica sta perdendo la memoria e la sua vita si strappa. È la sindrome di Korsakoff, dice il medico. È irreversibile. Poi, l’inaspettato: la donna trova il modo di ridare senso alle cose prendendo in prestito i ricordi di un’altra Monica, che ha sempre ammirato: Monica Vitti. Si veste come lei, la imita, rivive le scene dei suoi film fino a confondere il cinema con la realtà.

L’omaggio al regista Christian Petzold  (1960, Hilden)

Barbara (La scelta di Barbara) di Christian Petzold (DEU 2012, 105’) 

È l’estate del 1980. Barbara, una dottoressa, ha presentato una richiesta di espatrio. Ma viene punita con un trasferimento in un piccolo ospedale di provincia, lontano da tutto. Jörg, il suo amante che vive nella Germania Ovest, sta organizzando la sua fuga: il Mar Baltico potrebbe essere una buona opzione. Barbara aspetta. Il suo futuro deve ancora iniziare.

Roter Himmel (Il cielo brucia) di Christian Petzold (DEU 2023, 102’) 

Due giovani amici berlinesi si ritrovano a trascorrere una torrida estate in una casa per le vacanze della famiglia di uno dei due, isolata in un bosco sulle coste del Mar Baltico. Poco dopo il loro arrivo, i due ragazzi scoprono che la casa è già abitata da altri due ospiti inaspettati. Tra i quattro casuali abitanti della grande dimora si instaurano rapporti precari e mutevoli.

Transit (La donna dello scrittore) di Christian Petzold (DEU/FRA 2018, 101’) 

Le truppe tedesche avanzano rapidamente verso Parigi. Georg, un rifugiato tedesco, riesce a fuggire appena in tempo a Marsiglia. Con sé porta i documenti di uno scrittore, Weidel, che si è tolto la vita per paura di essere catturato dai suoi persecutori. Tra questi documenti ci sono un manoscritto, alcune lettere e una conferma per un visto rilasciato dall’ambasciata messicana.

 

I premi del BFFB 2025:

Qui il programma completo del festival di seguito una selezione dei numerosi appuntamenti:

La rassegna RealeNonReale

Bajo las banderas, el sol (Under the Flags, the Sun) di Juanjo Pereira (PRY/ARG/USA/FRA/DEU 2025, 90’) – Anteprima Italiana

Nel 1989, la caduta della dittatura trentacinquennale di Alfredo Stroessner in Paraguay pose fine a uno dei regimi più lunghi al mondo, lasciando abbandonati i suoi archivi audiovisivi. Decenni dopo, i filmati recuperati – cinegiornali, trasmissioni, propaganda – rivelano i meccanismi di potere del regime. Un viaggio visivo nella storia dei media, svelando indottrinamento, alleanze della Guerra Fredda e un’influenza politica duratura.

Dreaming Dogs di Elsa Kremser e Levin Peter (AUT/DEU 2024, 77’) – Anteprima italiana

Mosca: un branco di randagi – sette cani e una donna – vive nell’ombra. Di nascosto dalle autorità totalitarie, le due specie condividono la loro esistenza ai margini dell’oblio. Spinti da una costante inquietudine, vagano attraverso un paesaggio selvaggio. Girato dalla prospettiva degli animali, i confini tra dipendenza reciproca e addomesticamento si dissolvono progressivamente.

Khartoum di Anas Saeed, Rawia Alhag, Brahim Snoopy, Timeea Mohamed Ahmed e Phil Cox (GBR/SDN/DEU/QAT 2025, 80’)

Cinque vite, una città… il destino di una nazione. Cinque personaggi sudanesi della metropoli di Khartoum: un funzionario, una preparatrice di tè, un volontario del comitato di resistenza e due ragazzi di strada, tutti in cerca di libertà. Le loro storie si intrecciano inaspettatamente tra sogni vividi, rivoluzioni di strada e una guerra civile.

Unsere Zeit wird kommen di Ivette Löcker (AUT/DEU 2024, 77’) – Anteprima Italiana

Dopo anni di esilio, Siaka torna in Austria con Victoria per costruire una famiglia. Ivette Löcker li segue per un anno mentre affrontano burocrazia, differenze culturali e barriere sociali. Mentre Siaka lotta con lavori precari, Victoria cerca la normalità. Ma i traumi del passato riaffiorano – e lui non vuole più tacere.

Personale di Carmen Trocker (ITA/AUT 2024, 93’)

In una vivace attività alberghiera nelle Dolomiti italiane, Personale scruta laddove l’atto di voltarsi dall’altra parte è parte del sistema. Osserviamo i lavoratori mentre svolgono il loro lavoro quotidiano: piegare gli asciugamani, rifare i letti, pulire i pavimenti e i bagni. Ma la pressione è grande, il tempo è poco e le condizioni di lavoro sono precarie.

 

BFFB Special

Fiore mio (2024) di Paolo Cognetti riporta il celebre scrittore tra le montagne, in un viaggio intimo e intenso. Attraverso incontri con persone a lui vicine, il film esplora un legame quotidiano, viscerale eppure pacato con la montagna. Al centro del racconto, la “sua” montagna: il Monte Rosa, un universo familiare e amico.

Fiume o morte! (2025) di Igor Bezinovic, vincitore del Festival di Rotterdam 2025, trasforma la ricostruzione storica in un brillante esperimento di memoria collettiva. Ironico, dissacrante e sorprendentemente divertente, il film racconta l’occupazione di Fiume da parte di Gabriele D’Annunzio e dei suoi “legionari” nei primi anni dopo la Prima guerra mondiale.

Green Line (2024) di Sylvie Ballyot riporta alla luce le esperienze della regista cresciuta durante la guerra civile in Libano. Un documento di rara intensità, in cui la protagonista mette a confronto le emozioni di una bambina di allora con le ossessioni e le convinzioni di chi, spesso senza scrupoli, quella guerra l’ha combattuta davvero.

 

Dag Johan Haugerud – Triologia delle relazioni 

In collaborazione con la casa di distribuzione WANTED la “Trilogia delle relazioni” del regista norvegese Dag Johan Haugerud. Tre film, tra i quali il più recente Dreams (Orso d’Oro della Berlinale 2025) e poi il primo Sex (2024, Berlinale 2024) in uscita il 15 maggio, il secondo Love (in concorso al Festival di Venezia 2024) in uscita nelle sale italiane dal 17 aprile 2025.

Tre film che parlano di relazioni tra le persone, di affetti, di sessualità, di sogni e desideri, raccontando gli universi di persone di età differente. Ma c’è un qualcosa di raro, di particolare, in questi tre film, che non lascia indifferente, che ci coinvolge, ci trasporta nelle esperienze dei personaggi e ci fa diventare parte di loro quasi come se non ci fosse più alcuna differenza tra le vicende narrate sullo schermo e le nostre. Cos’è questa particolarità? Perché ci sentiamo talmente parte dei personaggi, di quello che stanno vivendo? Credo si tratti di empatia.

Dreams (Drømmer) di Dag Johan Haugerud (NOR 2024, 110’)

Una studentessa, Johanne, si sente sempre più emotivamente legata ad una sua insegnate, che le apre le porte della sua casa e ascolta con premure le sue domande i suoi pensieri. Affidati ad un diario personale gli scritti intimi di Johanne su questo suo primo amore creano attriti all’interno della sua famiglia, spingendo sua madre e sua nonna a riconsiderare le proprie realtà.

Love (Kjærlighet) di Dag Johan Haugerud (NOR 2024, 119’)

Marianne, un medico pragmatico, e Tor, un infermiere compassionevole, fanno amicizia sul lavoro e iniziano a confidarsi le rispettive storie di relazioni affettive e sessuali: entrambi vorrebbero evitare rapporti convenzionali, in cerca di una maggiore libertà e autenticità. Una sera Marianne incontra Tor e lui le confessa che spesso trascorre le sue notti in cerca di incontri occasionali con uomini.

Sex di Dag Johan Haugerud (NOR 2024, 125’)

I due amici e colleghi di lavoro, entrambi sposati con donne, vivono e si raccontano esperienze inaspettate che li portano a riconsiderare il loro modo di intendere la sessualità, il genere e l’identità. Uno ha un incontro sessuale casuale con un altro uomo, l’altro si ritrova turbato da ricorrenti sogni notturni in cui viene percepito come una donna.

 

Homage – Thomas Heise

Thomas Heise, nato a Berlino (DDR) nel 1955, dopo la scuola ha iniziato un apprendistato come tipografo e dal 1975 al 1978 è stato assistente del regista Heiner Carow. Contemporaneamente si è diplomato e ha studiato all’Accademia del Cinema di Babelsberg, da cui viene espulso nel 1983 per motivi politici. Ha lavorato come autore e regista freelance e dal 1987 al 1990 è stato studente di master presso l’Akademie der Künste zu Berlin. Ha lavorato con Fritz Marquardt al Berliner Ensemble dal 1990 al 1997 e anche come direttore durante la direzione di Heiner Müller. Dal 1997 Thomas Heise è di nuovo autore e regista freelance. Nel 2001 viene ammesso all’Akademie der Künste zu Berlin und Brandenburg, dove dal 2018 è direttore della sezione di cinema e arte mediatica. Dal 2007 al 2013 è stato professore all’Università delle Arti e del Design di Karlsruhe e dal 2014 è professore di Arte e Cinema all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Thomas Heise è morto il 29 maggio 2024 a Berlino.

Heimat ist ein Raum aus Zeit di Thomas Heise (DEU/AUT 2019, 218’)

Un collage di immagini, suoni, lettere, diari, appunti, rumori, voci e frammenti che racconta la storia di una famiglia spezzata. Legami intimi formatisi quasi per caso, che poi si sono lacerati. I figli e i nipoti rimasti ora stanno scomparendo. Un film che parla di dialoghi e silenzi, del primo amore e della felicità perduta.

Homage – Alexander Ernst Kluge

Alexander Ernst Kluge (14 febbraio 1932 a Halberstadt) è un regista, scrittore, filosofo e avvocato tedesco. Kluge è considerato uno degli intellettuali tedeschi più versatili. Negli anni ’60 e ’70 si è affermato come uno dei principali rappresentanti del Nuovo Cinema Tedesco, che ha co-fondato e al cui sviluppo ha contribuito sia nella teoria che nella pratica. Come scrittore, si è fatto conoscere soprattutto con racconti brevi ed è stato membro del circolo Gruppe 47, oltre a scrivere opere scientifiche e filosofiche. Nel 1987 ha fondato la società di produzione dctp, con la quale è riuscito a creare una piattaforma per programmi indipendenti sulla televisione privata tedesca.

Cosmic Miniatures di Alexander Ernst Kluge (DEU 2024, 94’)

I lampi di luce e le tempeste stellari si muovono a velocità inimmaginabili. Ma il fatto che nulla può viaggiare più veloce della luce è rassicurante. Questo film è un’esplorazione della nascita di cani da combattimento intergalattici, ispirata alla coraggiosa cagnolina cosmonauta Laika. Il finale, che ci regala un inaspettato capolavoro, è un omaggio all’amico di Kluge, Edgar Reitz.

Primitive Diversity di Alexander Ernst Kluge (DEU 2025, 80’) – Anteprima italiana

Viviamo in un’epoca di inquietudine e di crisi. Una parte del cinema – nel suo periodo di diversità primitiva – esisteva per dare conforto: distogliendoci per un momento dalla nostra realtà quotidiana riusciva a dare spazio all’estremo, al grottesco. Il film offre un viaggio tagliente e ironico attraverso la storia e il futuro della tecnologia delle immagini e dell’intelligenza artificiale.

 

Biglietti e abbonamenti 
Dal 1° aprile sarà possibile acquistare i biglietti presso le casse del cinema e online sul sito del Festival.Biglietto singolo, 8,50 €

Biglietto singolo ridotto*, 7,00 €

Pre-festival / Live Score / Damian Dalla Torre Live, 10,00 €
Festivalpass, 50,00 €
Festivalpass per studenti, 20,00 €
Abbonamento sostenitori, 100,00 €

Gli “Amici del FILMCLUB”, gli “Amici del VBB” e gli abbonati al Teatro Stabile di Bolzano hanno diritto alla riduzione per l’acquisto del Festivalpass (40,00€) e del biglietto singolo (7,00€).
*Per studenti e persone oltre i 65 anni

Immagine di apertura: Luigi Loddi e Vincenzo Bugno (foto Daniele Fiorentino) 

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