Bolzano: il futuro delle residenze universitarie
Davanti all’università non si è ancora accampato nessuno, ma in una città in cui la casa è un problema per tutti, gli studenti non hanno vita facile. Del tema casa in generale abbiamo già parlato la scorsa settimana con Renato Sette, ma resta ancora aperta la questione legata alle residenze universitarie. Nei primi anni, quando gli studenti a Bolzano erano ancora pochi, tutti trovavano posto negli studentati, dove si appoggiavano a volte anche ricercatori e giovani lavoratori. Poi gli iscritti sono aumentati – e aumenteranno ancora, con l’avvio della facoltà di ingegneria – e i 602 posti nei convitti non bastano più.
La situazione nel resto della penisola non è migliore, anzi: secondo l’ultimo dossier sul diritto allo studio universitario (Dsu) del ministero dell’Università e la Ricerca, al 1° novembre del 2022 i posti-alloggio messi a disposizione dagli enti regionali sono 40.069, di cui 1.075 temporaneamente non disponibili. Un dato in calo del 7,1% rispetto agli anni precedenti. Nel 2021, infatti, i posti erano 41.476, 42.732 nel 2020 e 43.021 nel 2019. Questi sono numeri che hanno fortemente risentito degli effetti del Covid, con una diminuzione dell’uso dei posti dovuto principalmente alla necessità di assegnare stanze doppie per uso singolo, con circa 3.000 posti risultati “persi”. Attualmente, il Trentino Alto-Adige si classifica ottavo tra le regioni italiane con 1952 posti letto disponibili; sul podio invece la Lombardia con 8802, seguita da Emilia-Romagna (3628) e Toscana (3.405).
Da diversi anni ormai, a Bolzano è in atto un protocollo di ammissione in studentato ben specifico: la precedenza ai posti letto, infatti, viene data agli studenti che già da un anno risiedono in uno studentato e desiderano essere riammessi, previa domanda online dal 15 al 31 maggio. Successivamente, i restanti posti letto vengono assegnati in base all’ordine cronologico delle domande che vengono inoltrate a partire dal 22 giugno, ore 15:00. In questo caso viene data precedenza alle/ai neo-immatricolate/i che hanno presentato domanda e pagato la prima rata delle tasse universitarie entro l’8 luglio.
Previsioni future: Pnrr e investimenti
Con i 960 milioni previsti dal Pnrr saranno creati ulteriori 60.000 posti letto entro il 2026, con l’obiettivo da parte del ministero di portare il tasso di copertura a circa il 20%, in linea con le medie europee. Un primo intervento è stato già realizzato e ha finanziato la creazione di posti letto tramite procedure di acquisto o di locazione a lungo termine: precisamente, si tratta di 300 milioni di euro ripartiti in due avvisi, adottati nel mese di agosto e dicembre 2022, con cui sono stati creati 8.581 posti letto aggiuntivi, di cui 7.524 già assegnati a studenti universitari. Un secondo intervento, invece, prevede l’ingresso degli operatori privati all’interno del mercato, attraverso un investimento di 660 milioni di euro per realizzare almeno 52.500 posti letto.
Le proteste degli universitari
Milano, Roma, Cagliari, e adesso anche Torino, Firenze, Pavia. La protesta degli studenti contro il caro affitti si sta allargando a molte città d’Italia, attraverso una modalità particolare: piazzare una tenda di fronte all’università e mettersi a dormire lì, per portare all’attenzione il problema dell’emergenza abitativa che colpisce sempre più duramente. Lo slogan è: “Senza casa, senza futuro”. Queste proteste sono scattate sull’esempio di Ilaria Lamera, una studentessa bergamasca di 23 anni del corso di Ingegneria ambientale al Politecnico di Milano, che si è accampata davanti alla sede centrale dell’ateneo di Piazza Leonardo da Vinci per contestare i prezzi folli degli affitti milanesi. Dopo la pandemia, infatti, i costi delle stanze sono tornati a crescere, arrivando oggi a cifre mai toccate prima. L’ultima rilevazione di Scenari Immobiliari sul primo trimestre 2023 mostra che a Milano, il costo medio per una singola ha raggiunto precisamente gli 810 euro al mese. Seguono Roma con 630 euro, Venezia con 580, Firenze con 570 e Bologna con 530. Entro la soglia dei 500 euro si trovano invece Torino, Verona, Padova e Bolzano, dove una stanza singola in “appartamento condiviso” sfiora ormai i 490 euro mensili.
Gli affitti così elevati stanno diventando un vero e proprio ostacolo allo stesso diritto allo studio, dal momento che la percentuale italiana di studenti universitari fuori sede ha raggiunto il 40%. Purtroppo, l’università sta diventando sempre più un investimento, che si sceglie anche in base ad un ecosistema di opportunità professionali successive. A fronte, quindi, di una domanda abitativa in crescita, l’offerta privata dei piccoli proprietari è calata, mentre quella di studentati e residenze universitarie è rimasta sostanzialmente ferma. Soltanto a Bolzano, lo scorso anno il 30% degli ammessi ha rinunciato ad iscriversi per il problema alloggio. Tra le misure allo studio della Provincia, una possibile riconversione dei posti letto per gli alunni delle superiori – sempre meno richiesti – in favore degli universitari.
Vittoria Battaiola
Immagine in apertura: foto studentato a Bolzano