Bolzano: l'Unibar chiuso da mesi. La concessione è scaduta ad agosto 2023
Bolzano. Chiuso e con un paio di tristi distributori automatici: così si presenta l’Unibar, il bar dell’università di Bolzano, da nove mesi, da quando è scaduta la concessione al signor Tiziano Alberti, che lo gestiva dal 2015. Da nove mesi manca quello che è sempre stato un punto di incontro e un servizio fondamentale per studenti e docenti, che all’Unibar vivevano quei momenti di scambio informale da cui nascono confronti, discussioni e idee, in genere molto più intensi e proficui rispetto a quelli nel chiuso delle aule universitarie. E, aspetto non trascurabile, il tutto nella tranquillità di poter consumare un caffè e un panino a prezzi calmierati in una delle città più care d’Italia come Bolzano.
Ma cosa è successo, esattamente? Subito dopo la chiusura dell’Unibar nel settembre scorso era circolata la notizia che il gestore avrebbe “mollato” e per questo il bar sarebbe rimasto chiuso. “Non mi sono ritirato prima della scadenza, semplicemente il 18 agosto 2023 è scaduto il contratto, come previsto” ci spiega al telefono il signor Alberti, che, come ricordato, gestiva il bar dal 2015. “Era un contratto tre più tre, che è stato prorogato di altri due anni a causa del Covid” spiega Alberti, e precisa “ci tengo a sottolineare che i rapporti con la dirigenza sono sempre stati ottimi”. Insomma, il gestore non avrebbe lasciato all’improvviso, ma semplicemente sarebbe scaduta la sua concessione, come previsto dai termini di legge.
Nessun fulmine a ciel sereno per l’amministrazione dell’università quindi, che avrebbe potuto provvedere a bandire una gara per tempo, in modo da non lasciare scoperto il servizio. “Forse pensavano che avremmo continuato” ipotizza Alberti. Quando racconta dell’esperienza all’Unibar si sente tutta la sua passione per il lavoro, nonostante la fatica: “Mi alzavo alle quattro e mezza per aprire alle sei, si iniziava con i caffè per il personale che viene fuori da Bolzano per le pulizie, poi preparavo i panini, e andavamo avanti fino alle otto di sera”. Il bar lavorava bene, era sempre pieno, e il lavoro gratificante. “C’era un rapporto molto bello con i ragazzi e con tutti i clienti, mi sono trovato bene, è bello vedere la gente contenta e andare volentieri al lavoro” racconta Alberti. Un lavoro pieno di soddisfazioni, ma anche esigente “ci vogliono otto persone per gestire il bar” ci dice. Poi, come per tutti, con la pandemia sono arrivati i problemi:“dopo il Covid è cambiato totalmente tutto: le difficoltà a reperire il personale, che nel frattempo aveva trovato altre occupazioni, i costi aumentati e le bollette alle stelle. Abbiamo avuto bollette dell’energia elettrica anche di 15 mila euro in tre mesi, e anche se fai mille caffè non ti bastano”, racconta amareggiato. A proposito, il caffè all’Unibar costava un euro per gli esterni e 86 centesimi per gli studenti – prezzi miraggio a Bolzano. “Lavorare va bene, ma morire di lavoro no. Bisogna capire quando è il momento di dire basta e lasciare un bel ricordo” dice l’ex-gestore. Complice anche l’età –“sono giovane dentro ma ho 62 anni”- Alberti ha semplicemente portato a termine la concessione come previsto, senza ipotizzare prolungamenti o la partecipazione ad un nuovo bando.
Interno vuoto dell’Unibar con i distributori. Foto Venti3
A proposito, secondo i rumors, da settembre l’Unibar potrebbe riaprire con un nuovo gestore. Da quanto ci risulta, nel giugno del 2023 – quindi un anno fa- c’è stata un’indagine di mercato per la concessione dell’Unibar. Diverse settimane fa abbiamo provato a reperire notizie ufficiali da parte dell’amministrazione dell’università a questo proposito, con scarso successo – di fatto ci hanno rimandato a luglio, anche per una semplice informazione sullo stato delle cose. “Da parte della dirigenza ci hanno detto che è un problema e che si risolverà tra poco, la nostra posizione è che vogliamo che il bar riapra al più presto possibile non solo per gli studenti ma per tutta Bolzano… c’è stato un bando e adesso si vedrà, ma non sappiamo tanto” ci ha detto Alexander von Walther dell’Associazione Universitaria Sudtirolese.
Burocrazia, Covid, personale che non si trova, costi e bollette alle stelle: le cause per cui le concessioni di bar e locali sono in affanno sono note, ormai da diversi anni – vedi anche la disastrosa situazione sulle passeggiate del Talvera, che rischia un’estate senza bar (ne abbiamo parlato qui). Problemi ormai nemmeno troppo nuovi, a cui sembra volersi aggiungere, a Bolzano, una certa incapacità da parte delle amministrazioni competenti a dare risposte adeguate. Risposte che evidentemente non si possono o non si vogliono dare.
Caterina Longo
Immagine in apertura: l’Unibar dall’esterno, foto Venti3