"I distributori non sono tristi". L'Unibar chiuso continua a far discutere
Bolzano. La chiusura dell’Unibar continua a far discutere e attirare l’attenzione, nonostante non sia proprio una novità. Come noto, il bar dell’Università di Bolzano è senza gestore da diversi mesi, da quando, nell’agosto 2023, è scaduta la concessione al gestore “storico” signor Tiziano Alberti – ne abbiamo parlato, nel dettaglio, in un articolo pubblicato la scorsa settimana. A intervenire sulla questione è ora l’azienda fornitrice dei distributori automatici, inseriti in questi mesi negli spazi dell’Unibar come soluzione sostitutiva- e che nell’articolo in questione erano stati definiti “tristi” all’interno di un bar lasciato vuoto. “I nostri distributori automatici, in particolare quelli installati presso il bar dell’Università di Bolzano, sono di ultima generazione, con schermo touchscreen e altamente tecnologici. Definirli tristi ci pare non corrispondente alla realtà” – così precisa, in una nota stampa, l’azienda WeYou, presente all’interno dell’università da un paio di anni “dopo esserci aggiudicati la gara”-precisa l’amministratore Mario Mattiazzo e continua: “Di recente, da quando il gestore del bar ha rinunciato alla gestione, ci è stato chiesto di installare nel locale due distributori di caffè e due distributori di snack. Nello specifico, siamo stati autorizzati ad inserire croissant, panini, tramezzini e da ultimo patatine. Le nostre macchine sono sempre operative”. Nella nota non manca poi un’allusione al fatto che, volendo, si potrebbe fare di più a livello di offerta, “avendo la possibilità, WeYou è in grado di offrire, attraverso i suoi distributori, un’ampia gamma di prodotti, confezionati e freschi, ma noi operiamo rispettando i termini della concessione” prosegue Mattiazzo.
Premesso tutto ciò, è evidente che la tristezza evocata nell’articolo non si riferiva ai distributori in sé – pilastro fondante di pause e socialità di generazioni di impiegati e che oggi hanno raggiunto soluzioni tecnologiche, green e persino solidali nella scelta dei prodotti. Ad essere triste è la situazione di un bar svuotato da mesi dalla sua anima umana. Ci piace pensare che nessun distributore, nemmeno il più smart e innovativo, possa sostituirsi al buongiorno di un/una barista, al rumore di tazzine e bicchieri, di voci e incontri nel via vai di un luogo pieno di vita.
Cat. Lo.
Immagine in apertura: l’interno dell’Unibar con i distributori. Foto Venti3