Renzo Caramaschi, il nostro Joe Biden

Al termine della settimana che ha segnato, con il voto americano, i prossimi quattro anni della nostra esistenza, è partito lo scaricabarile all’interno del Partito Democratico americano alla ricerca del responsabile della sconfitta. Primo indiziato è il presidente in carica  Joe Biden, un presidente anziano che non si è ritirato per tempo, colpevole di egocentrismo e attaccamento alla poltrona. Sarebbe lui il primo responsabile della sconfitta che ha riportato Donald Trump alla Casa Bianca con la «povera» Kamala Harris nel ruolo di vittima indebolita da una campagna elettorale troppo breve.

Le cose non stanno così, meglio dirlo subito (le ragioni della sconfitta democratica sono profondissime e c’entrano proprio con l’incapacità del partito di mettere in discussione  programma e candidato), ma assumiamo per buona, per dimostrare la nostra tesi, questa narrazione. La parabola di Biden infatti evoca strani, magari bizzarri, ma suggestivi paralleli con la situazione di Bolzano dove Renzo Caramaschi, 79 anni al termine del suo secondo mandato, vorrebbe candidarsi per un terzo l’anno prossimo qualora se ce ne fosse la possibilità. Parliamo di mera «possibilità» perché, anche se a livello nazionale la norma non consente un terzo mandato ai sindaci mentre la norma regionale sì, il recente voto in commissione dei 12 ha aperto la strada a una norma di attuazione dell’autonomia che consentirebbe all’Alto Adige di sorpassare il no della Corte costituzionale alla rielezione. C’è quindi uno spiraglio aperto per una candidatura diretta da parte di Caramaschi. Mai non potesse ricandidarsi alla poltrona di primo cittadino, però il sindaco in carica ha già fatto sapere di voler mettere in campo una civica per recitare ancora un ruolo da protagonista.

La recente parabola di Joe Biden però suggerirebbe al nostro qualche riflessione in più. Vediamo una per una affinità e divergenze tra il compagno Joe e il compagno Renzo:

  • Età: iniziare un mandato a 79 anni (tanti ne avrebbe Caramaschi), sono decisamente tanti. Non è un record in un paese come il nostro – a Lecce è appena stata eletta l’ultraottantenne Adriana Poli Bortone – ma poco ci manca. Soprattutto per una città che, onestamente, è già troppo incarognita con qualsiasi fenomeno sociale che sia espressione di giovinastri under 40. È stato uno dei grandi problemi di Biden (anni 82 il 20 novembre) che ha fatto apparire giovane Donald Trump (78).
  • Competenza percepita: ex General Manager del Comune, Caramaschi ha da sempre l’aura del tecnico prestato alla politica. Conosce la macchina come le sue tasche. È l’uomo dei cantieri (se siano poi necessari tutti questi cantieri è un altro discorso). Così come Joe Biden ha rappresentato il ponte tra il mondo pre-guerra fredda e gli anni ’20 del Duemila, apprezzato anche dai Repubblicani, Caramaschi rassicura trasversalmente tutti i fronti politici e tutti gli interlocutori istituzionali.
  • Solo al comando: Joe Biden ascoltava, così raccontano le cronache, solo un ristrettissimo circolo di familiari, praticamente nessuno del partito. È così che si è arrivato al suo ritiro dalla corsa fuori tempo massimo, a luglio. A Bolzano con il sindaco padre-padrone della sua giunta, sta succedendo un po’ la stessa cosa: tutti pendono dalle sue labbra, aspettano una sua decisione e rimangono fermi al palo. A Merano – anche lì si vota nell’autunno 2025 – i movimenti sono già iniziati, a Bolzano il pallino è e resta in mano sua.
  • Schietti e testardi: entrambi i personaggi hanno una buona propensione alla schiettezza (al limite della gaffe) e sono decisamente testardi. Non è un problema loro. Lo diventa se sono circondati solo da comprimari. Negli Stati Uniti i comprimari erano Nancy Pelosi e una schiera di ex presidenti, da Bill Clinton a Barack Obama. Figurarsi a Bolzano.
  • Legacy: l’ultimo punto è quello che potrebbe differenziare le parabole dei due. Se il sindaco uscente vuole salvare (e rivendicare) i risultati del suo mandato ha una sola soluzione facile: lasciare il campo a chi verrà dopo e aiutare il centrosinistra di Bolzano a fare un passo avanti verso un nuovo futuro.

Il mandato di Joe Biden nel 2020 doveva essere un mandato di «transizione» per pacificare gli Stati Uniti dopo il primo Trump. A un certo punto Biden ha cambiato idea e con l’economia al galoppo e un’inflazione fuori-controllo (altra discreta analogia, pur nell’abissale differenza di influenza sul tema) ha deciso di voler continuare. Renzo Caramaschi si è sempre presentato come il tecnico della buona amministrazione. Ma lo spirito del tempo, in quasi un decennio, cambia. Evidentemente non è tempo di super-tecnici e l’Europa ha bisogno di politica (e di politica giovane come dimostrano anche le leadership nazionali) più che mai. Renzo Caramaschi ha, all’ultimo miglio, la possibilità di scrivere un finale differente rispetto al fratello-gemello della Casa Bianca: annunciare la volontà di cedere il passo e, con un gesto nobile, aprire la strada ad altri e a un altro centrosinistra in città. Lo farà?

(lu.b.)

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