
Castel Fragsburg il ristorante più «digital» in Alto Adige. Scopri i migliori 5
Ci sono i pilastri della ristorazione internazionale come il St. Hubertus di San Cassiano e autentiche gemme del gusto come lo Stelvio Dop. Ci sono prodotti di grande qualità come lo Speck Alto Adige e luoghi magici rappresentati da Castel Fragsburg di Merano. Da «The Italian Data Flavour», la prima ricerca che attraverso un puntuale studio dei dati, ha analizzato il grado di digitalizzazione della ristorazione stellata italiana e dei consorzi di tutela, esce un quadro molto significativo per quanto riguarda il territorio altoatesino. Una terra che ha saputo valorizzare al meglio le proprie eccellenze enogastronomiche anche da un punto di vista digitale. L’indagine, la cui premiazione si è svolta ieri, 15 ottobre, nell’ambito di Hotel, l’evento dedicato all’hotellerie e alla ristorazione, è stata ideata e realizzata da Fiera Bolzano in collaborazione con Noonic, agenzia di consulenza strategica specializzata in ambito digital. A livello altoatesino «Best Restaurant on Digital 2018» Castel Fragsburg di Merano, seguito dal St. Hubertus di San Cassiano in Badia e dal Tilia di Dobbiaco. Il «Best Typical Product on Digital 2018» è invece il Consorzio volontario di tutela Vini Alto Adige, seguito dallo Speck Alto Adige e dallo Stelvio Dop. A livello nazionale a vincere il titolo di «Best Restaurant on Digital 2018» è stato Palazzo Petrucci (Napoli) con lo chef Lino Scarallo, seguito da Aroma (Roma) con Giuseppe Di Iorio e dal Ristorante Del Cambio (Torino) con Matteo Baronetto. Il «Best Typical Product on Digital 2018» è invece il Gorgonzola Dop che ha primeggiato su Prosciutto di San Daniele e Patata di Bologna.
La forza del digitale
«Quando parliamo di cibo e di turismo in Alto-Adige, vista la celebrità e l’elevata qualità dei nostri prodotti, l’interlocutore deve essere per forza di cose il mercato mondiale – analizza il direttore di Fiera Bolzano Thomas Mur – e in questo contesto è fondamentale avere un ottimo grado di digitalizzazione. Da anni Hotel ospita le migliori startup che in tutta Europa lavorano sul tema dell’ospitalità, startup che ora inevitabilmente sono interessate anche alla ristorazione e al food di alta qualità. Trovare numerosi ristoranti e consorzi del nostro territorio ai vertici del panorama nazionale rappresenta l’ennesima conferma della vocazione dell’Alto-Adige a coniugare assieme qualità, tradizione e innovazione. Anche se molta strada, in questo senso, deve essere ancora percorsa».
«Effettuando la ricerca “The Italian Data Flavour” ci siamo subito resi conto di quanto, a livello nazionale, il rapporto tra ristorazione di qualità e digitalizzazione sia ancora tutto da costruire – conferma Nicola Possagnolo, food advisor e digital strategist di Noonic che assieme a Fiera Bolzano ha condotto il report -, ma al tempo stesso abbiamo individuato, altrettanto velocemente, che l’Italia a tavola ha degli autentici ambassador del digitale. Chef, marketing manager e social media manager in grado cioè di posizionare il food made in Italy, sia a tavola che in dispensa, con grande efficacia sul web».
I criteri di analisi e i migliori cinque
Dalla prima ricerca data driven sul grado di digitalizzazione di ristoranti di qualità e sui consorzi di tutela del made in Italy più celebri al mondo esce una fotografia che rispecchia solo in parte le certificazioni qualitative assegnate ai locali dalle guide gastronomiche e il livello di notorietà dei singoli prodotti. Sempre in un quadro di assoluta eccellenza, la declinazione digitale del food assegna infatti altri valori, e nel report capita di trovare cucine tristellate a metà classifica e storiche Dop relegate in fondo alla lista. Uno schema, questo, che ritroviamo sia a livello italiano che a quello altoatesino. Lo studio dei dati è stato minuzioso e sono stati numerosi i parametri analizzati. Per individuare la scala valoriale finale sono state incrociate e sommate le cifre dei profili sui principali social network (Facebook, Instagram e Twitter) – dal numero di like (70mila quelli su Facebook dei ristoranti altoatesini) e di follower, alle performance di engagement, di crescita e di interazione -, e sono stati analizzati i siti internet attraverso la Seo, la Mobile Optimisation, le versioni linguistiche presenti e per i ristoranti la possibilità o meno di effettuare (e in che modo) la prenotazione di un tavolo online. Per quanto riguarda il territorio del Trentino Alto-Adige, l’analisi ha prodotto le seguenti classifiche:
Ristoranti:
1) Castel Fragsburg, Merano
2) St. Hubertus, San Cassiano in Badia
3) Tilia, Dobbiaco
4) Terra, Sarentino
5) Kuppelrain, Castelbello-Ciardes
Consorzi:
1) Consorzio volontario di tutela Vini Alto Adige
2) Speck Alto Adige
3) Stelvio Dop
4) Mela Alto Adige
5) Distillatori Artigianali dell’Alto Adige
Hotel e l’innovazione
Quest’anno Hotel si svolge 15 al 18 ottobre. Da oltre 40 anni è il punto d’incontro professionale per hotellerie e ristorazione a Fiera Bolzano, situata in una regione che celebra l’ospitalità e il gusto. L’Alto Adige conta infatti 10mila strutture ricettive, oltre 32 milioni di pernottamenti all’anno e 26 stelle Michelin assegnate a 19 chef. In questo contesto, la fiera specializzata Hotel offre occasioni di scambio e momenti di informazione ed ispirazione per albergatori, ristoratori, aziende e operatori del settore. Dal 2016, lo Startup Village di Hotel accende i riflettori su nuove idee e tecnologie all’avanguardia ospitando i migliori progetti innovativi per il futuro della hotellerie e ristorazione, dalle soluzioni di mobilità sostenibile alle tendenze nell’universo food and beverage fino al design e arredamento dinamico. Dieci startup selezionate avranno la possibilità di far parte all’incontro più importanti per l’industria alberghiera nell’arco alpino. Durante i quattro giorni di fiera, le startup finaliste presenteranno i propri prodotti o servizi ad aziende consolidate, operatori del settore e una giuria di esperti. In una sessioni di pitch saranno individuati i vincitori che riceveranno in premio uno stand all’edizione 2019 di Hotel.
foto Marco Parisi