Caterina Guzzanti a Bolzano per "Scritture": "La televisione non la guardo nemmeno più"
Il teatro è sempre in grado di sorprendere, anche a sipario abbassato e Bolzano non fa eccezione, anzi. Capita, così, che tra un’intervista e un’altra si facciano incontri del tutto inattesi. Per esempio, cosa ci fa Caterina Guzzanti al bar del teatro Comunale in una grigia mattinata di fine aprile? Detto il più rapidamente possibile: studia.
E’, infatti, una delle allieve di “Scritture”, la scuola itinerante di drammaturgia diretta da Lucia Calamaro che anche quest’anno ha fatto tappa allo Stabile di Bolzano.
Certi incontri, però, vanno sfruttati e quindi: perché accontentarsi di una risposta rapida quando si può averne una più articolata?
“Per anni – spiega Caterina Guzzanti – mi hanno chiesto di fare uno spettacolo teatrale tutto mio, ma io per modestia, pudore, timidezza e per quel sentimento che mi fa comprendere cosa è giusto e cosa no, non ho mai voluto scrivere uno spettacolo basato sui miei personaggi televisivi. Riproporre a teatro quello che si fa in televisione, per altro quello che il pubblico dei “fans” vuole rivedere, credo sia una fregatura”.
Ma?
“Mi è venuta la voglia di scrivere uno spettacolo teatrale e per questo mi sono affidata a Lucia Calamaro che stimo e apprezzo e ora ho il privilegio di partecipare a un corso meraviglioso e faticoso, molto faticoso. E’ una specie di ritorno a scuola insieme a compagni determinati e talentuosi di cui mi sento un po’ la zia. Ma tornare a lezione è sempre una buona idea, nel mestiere di attore quando non si va avanti, si va indietro”:
Graziano Graziani, docente delle lezioni tenutesi a Bolzano, ci ha spiegato che “Scritture” cerca di proporre nuovi approcci su come affrontare una storia. A quanto pare, oggi prevalgono le storie famigliari o sentimentali. Ma, risulta davvero difficile immaginare che tu voglia raccontare storie famigliari….
“Credo che tutti siamo spinti a scrivere di ciò che conosciamo, quindi, almeno inizialmente. di noi stessi e di quel che ci circonda. Poi, ovviamente, occorre fare un passaggio in più e affrontare argomenti che siano interessanti per la società. Con Graziani abbiamo lavorato molto sui miti, sull’abbandono di quelli vecchi e sulla presa di quelli nuovi che producono tonnellate di ansia. Detto questo, non credo che scriverò nulla di astrofisica, tema che, comunque, abbiamo affrontato.
E come è stato “tornare a scuola”?
“Sono stata scomodissima! Manco di rispetto se dico che le sedie del Comunale di Bolzano sono scomode? Scherzi a parte, è davvero difficile mantenere un’alta soglia di attenzione per così tanto tempo, non c’eravamo più abituati. A volte mi chiedo chi me l’ha fatto fare, ma è un corso eccezionale e non ho mai avuto la necessaria disciplina e pazienza per prepararmi da sola senza scadenze da rispettare”.
E’ stata un’occasione per scoprire l’Alto Adige?
“Lo conoscevo già, mio padre mi portava ad Ortisei quando ero bambina e l’estate scorsa sono stata all’Alpe di Siusi insieme ad alcuni amici e al cast di Boris. Una vacanza che mi ha fatto riscoprire la serenità e la bellezza della montagna. Ora mi sento pronta a mollare il mare”.
Caterina Guzzanti, Lillo e il cast di Boris all’Alpe di Siusi (dalla pagina Facebook di Caterina Guzzanti)
E la televisione? Mollata anche quella?
“Il varietà è in crisi e la televisione non la guardo nemmeno più. Grazie a una chiavetta collegata ad un vecchio televisore guardo le piattaforme, Rai Play e La 7. Ora mi fa impressione persino entrare in un bar e notare che va ancora in onda Striscia La notizia”.
Qui si dovrebbe evitare la domanda sulla “crisi della satira” ma….
“La satira politica è ostacolata dalla bruttezza e volgarità del dibattito politico. Tutto è becero e urlato e ti passa la voglia”.
Dato il contesto, il teatro è un’oasi?
“Sì, ma è stato anche un miraggio. Dopo il lockdown mi è venuta una gran voglia di andare a teatro, molto più di prima”.
Massimiliano Boschi
Foto di apertura di Elena Beregoi