Confindustria Alto Adige: "Occorre attrarre talenti. Avremo bisogno di lavoratori immigrati qualificati".

Economia. Integrazione e innovazione sono i temi centrali dell’assemblea generale di Confindustria Alto Adige svoltasi giovedì 30 maggio al MEC Sheraton di Bolzano. Partendo dalle grandi sfide affrontate al Ricevimento degli Imprenditori del gennaio scorso: le 3 “D”, ovvero decarbonizzazione, digitalizzazione e demografia, il Presidente di Confindustria Alto Adige Heiner Oberrauch ha presentato gli obiettivi ambiziosi per il futuro del territorio. “Sono convinto che, grazie alla capacità di innovazione delle nostre imprese e allo sviluppo tecnologico, riusciremo a dare un contributo fondamentale per affrontare con successo le prime due “D”, afferma Oberrauch. Innovazione realizzabile soprattutto grazie agli investimenti massicci, sia privati sia pubblici,  cruciali per la trasformazione e l’aumento dell’efficienza.
“Nel caso del cambiamento demografico, però, questo non basterà. Negli anni ‘60 in Alto Adige si registravano oltre 8.000 nati all’anno. Ciò significa, considerando il periodo tra 1960 e 1970, che circa 85.000 persone usciranno dal mercato del lavoro per motivi anagrafici. Nel periodo tra 2005 e 2015, ovvero quello della generazione che sta iniziando a entrare ora nel mercato del lavoro, i nati sono scesi a poco più di 5.000 all’anno”, spiega Oberrauch. Il calcolo è tanto semplice quanto spaventoso: nei prossimi 10 anni si perderanno 85.000 potenziali collaboratori e collaboratrici e solo 55.000 entreranno a far parte dell’organico. Il supporto della digitalizzazione e dell’automazione sarà d’aiuto in diversi ambiti, ma è necessario intervenire affinché si possa mantenere il sistema sociale, la sanità, l’assistenza, l’istruzione e la produzione.
“Il primo compito, che riguarda tutti noi, è quello di coinvolgere maggiormente tutte le componenti della società nel mercato del lavoro, di permettere ai giovani di fare esperienza nel mondo del lavoro e di creare delle offerte innovative per le donne. Ma anche così non riusciremo a coprire l’intero fabbisogno di nuovi collaboratori e collaboratrici. Lo potremo fare solo se riusciremo a garantire immigrazione qualificata” , aggiunge il Presidente Oberrauch. Un tema quello dell’immigrazione che vuole essere guardato come un’opportunità. In Alto Adige vivono attualmente più di 50.000 stranieri. Di questi i due terzi, quindi circa 30.000, provengono da Stati europei. Altri 11.000 arrivano dall‘Asia, 7.000 dall‘Africa, 3.000 dall‘America. I rifugiati rappresentano una quota ridotta di questo contingente: solo uno straniero ogni 50 tra quelli che vivono in Alto Adige è un rifugiato. “Oltre a prenderci cura di quest’ultimi, avremo bisogno soprattutto di immigrazione qualificata. Tuttavia, dobbiamo cercare di far tornare i sudtirolesi e le sudtirolesi che sono all’estero e attrarre nella nostra provincia talenti qualificati da fuori”, continua Oberrauch. Tra le problematicità più grandi c’è il costo dell’abitare, una questione che necessita di interventi immediati per offrire appartamenti in affitto a prezzi sostenibili in zone residenziali attraenti e non in aree produttive. “Accanto a ciò c’è bisogno, infatti, proprio di questi posti di lavoro altamente qualificati ed equamente retribuiti, di un’offerta formativa internazionale e di raggiungibilità a tutti i livelli. Tutto questo serve all’Alto Adige per essere una business location ambita, tutto questo serve all’Alto Adige per essere un territorio attrattivo”, conclude Oberrauch.

Immagine in apertura: Presidente di Confindustria Alto Adige Heiner Oberrauch. Foto courtesy Confindustria Alto Adige

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