Alto Adige, due su tre sono contagi da rientro
C’è una voce che pesa sulla bilancia import-export dell’Alto Adige, una voce che non si vorrebbe leggere: quella dei casi da Coronavirus da “importazione”, i contagi da rientro. Ovvero persone che tornano dall’estero, principalmente dalle vacanze, e risultano positive. Tanto che la Provincia di Bolzano ha emesso, attraverso l’azienda sanitaria, un comunicato per specificare il tutto. Dopo che si era già diffusa la notizia del balzo di contagi (21 nuovi casi positivi, ecco l’articolo che abbiamo fatto con tutti i dati).
«Diversi comuni dell’Alto Adige sono colpiti da nuove infezioni – spiega la nota parlando dei contagi da rientro -. Non c’è quindi un vero e proprio focolaio, le infezioni riscontrate si riferiscono a casi singoli che possono essere individuati e tenuti sotto controllo più rapidamente. Gran parte delle nuove infezioni di oggi (14) è dovuta a persone che sono rientrate da un viaggio o dalle vacanze, ma anche a persone che lavorano e vivono in Alto Adige e che durante l’estate hanno raggiunto il proprio paese d’origine per una vacanza. Nei giorni scorsi sono stati testati 1.763 lavoratori agricoli, 15 dei quali, ad oggi, sono risultati positivi. Si tratta di un numero ridotto, nemmeno l’uno per cento, ed è pertanto una buona notizia.
Contagi da rientro, le parole del direttore sanitario
Per Pierpaolo Bertoli, Direttore sanitario dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, questo dimostra che “i test ad ampio raggio, che l’Azienda sanitaria sta portando avanti insieme ai diversi partner, stanno funzionando e che le nuove infezioni portate in Alto Adige dall’esterno possono essere individuate rapidamente. È essenziale continuare su questa linea”. Dei 21 nuovi contagiati di oggi, 2 riguardano persone che hanno avuto uno stretto contatto con pazienti già infetti. Quindi in questi due casi la catena dell’infezione è chiara. Più complesso è invece risalire al decorso dell’infezione per 5 persone infette che sono state individuate grazie agli screening introdotti negli ospedali. Due di loro hanno mostrato sintomi.
Grande attenzione deve continuare ad essere prestata al settore del turismo. Negli ultimi giorni è stata rilevata una nuova infezione sia in una struttura ricettiva di Brunico che di Badia. L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige ha immediatamente avviato i controlli all’interno della stretta cerchia sociale, iniziato i test sui dipendenti e sugli ospiti nonché predisposto l’igienizzazione delle strutture. Finora i risultati dei test sono negativi. Per il momento quindi è tutto sotto controllo. “La situazione è da prendere assolutamente sul serio”, sottolinea Bertoli: “Anche se in Italia e in Alto Adige abbiamo ancora un tasso di infezione cumulativo inferiore rispetto agli altri paesi europei (10,7 per 100.000 abitanti negli ultimi 14 giorni, rispetto alla Svizzera: 33; Germania: 17,8, Croazia: 41; Spagna: 138 – fonte: ECDC), dobbiamo continuare con le abituali misure di prevenzione – proteggere bocca e naso, mantenere le distanze, lavarsi le mani – a tutti i costi!”