"Non è il momento di stare fermi a guardare". La crisi tedesca e gli effetti sull'economia altoatesina
Economia. Se ne parlava già da metà 2023 e i dati di fine anno lo confermano: la Germania è ufficialmente in recessione. La flessione del Pil dello 0,3 % è il dato peggiore europeo. Quella che era considerata da sempre la leader dell’economia del vecchio continente è ora sotto la lente di osservazione. Le cause sono molteplici, principalmente la crisi del settore industriale e manifatturiero, l’aumento dell’inflazione, dei tassi di interesse, il freno di esportazioni verso Cina e Usa, il costo dell’energia (e la Germania consuma più del doppio del secondo consumatore europeo)*, le politiche ambientali, la transizione energetica e molte altre concause. Essere il paese più energivoro d’Europa e avere un governo di coalizione con i Verdi non si può proprio definire un’accoppiata vincente. Necessaria magari ma purtroppo non indolore.
Non dimentichiamo che proprio nel 2023, in piena crisi energetica ucraina, sono stati spenti gli ultimi tre reattori nucleari. Inoltre l’economia tedesca sembra non essersi completamente ripresa dagli effetti “pandemici” e questo è anche più comprensibile.
Una locomotiva che traina tanti vagoni quando si ferma richiede molta energia e più tempo per farla ripartire, soprattutto se il tratto a venire è in piena salita. Alla luce di questi fatti è naturale pensare alle ricadute sulle economie dei singoli paesi ed in particolare dell’Italia e nel nostro caso dell’Alto Adige, che gode di un rapporto particolare con il paese germanico, vuoi per la vicinanza geografica, vuoi per i vantaggi dati dalla lingua. Nell’immaginario collettivo l’Alto Adige ha sempre rappresentato il connubio tra efficienza tedesca e creatività italiana.
A differenza di quanto possa superficialmente apparire l’economia altoatesina non è solo turismo, mele e speck.
“Il comparto automotive (componenti per le automobili) in Provincia di Bolzano dà lavoro ad oltre 10 mila persone. Ogni tre automobili prodotte al mondo una ha componenti provenienti dall’Alto Adige e il maggior mercato di destinazione in questo settore è quello tedesco”. Mirco Marchiodi, responsabile del centro studi di Confindustria Alto Adige, conferma che la Germania è il primo partner commerciale della nostra provincia. “Storicamente – precisa – circa un terzo dell’export altoatesino va in Germania. Questo dato è però in lieve flessione. Il terzo trimestre del 2023 (ultimo dato disponibile) riporta un 28%: in valori assoluti nel periodo luglio-settembre 2023 sono state esportate in Germania merci e prodotti per 486 milioni di euro, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente erano stati oltre 515″.
“L’economia altoatesina tiene comunque bene – rassicura Marchiodi – tuttavia non è il momento di stare seduti a guardare. Gli imprenditori altoatesini stanno già cercando alternative in mercati come Stati Uniti e Asia. La spinta per garantire una maggiore competitività alle nostre imprese in questo caso deve venire dall’Europa, soprattutto per quanto riguarda i costi dell’energia e lo snellimento dell’apparato burocratico, come ha sottolineato proprio in questi giorni il delegato di Confindustria per l’Europa Stefan Pan, imprenditore altoatesino e già presidente di Confindustria Alto Adige”.
Walter Donegà
Immagine di apertura: Lo Zollverein di Essen (Foto Venti3)