Bolzano, nuovo centro sui disturbi degli anziani
Un nuovo centro a Bolzano per studiare i disturbi cognitivi che negli anziani portano a perdite di memoria, difficoltà d’attenzione e decadimento cognitivo: è questa la novità annunciata da Daniele Orlandi, neuropsicologo che dà alla sua attività di ricerca una pratica applicazione attraverso l’attività clinica a Bolzano, Merano e Brescia, e utilizza strumenti elettronici sofisticati per studiare malattie come Alzheimer e Parkinson. Ecco la sua storia.
Daniele Orlandi è uno psicologo che lavora come libero professionista in ambito neuropsicologico, dedicandosi sia all’aspetto clinico sia alla ricerca. Il suo campo di interessi principale è quello del neuroimaging: si occupa cioè di disturbi cognitivi causati da malattie come Alzheimer e Parkinson oppure da traumi cranici e ictus. Utilizzando computer altamente performanti e algoritmi sofisticati, conduce analisi di risonanze magnetiche e porta avanti studi in particolare sull’ippocampo, una piccola struttura cerebrale fondamentale per i processi di memorizzazione ma molto fragile, che per questo è la prima a essere attaccata dalla malattia d’Alzheimer. L’attività di ricerca di Orlandi ha poi un aspetto pratico che si declina nell’applicazione clinica del neuroimaging a favore della diagnosi di decadimento cognitivo. I pazienti vengono visitati e sottoposti a una prima serie di test di valutazione, seguita poi da una seconda fase di riabilitazione.
L’attività clinica di Daniele Orlandi in Alto Adige
Per quanto riguarda l’aspetto clinico, Daniele Orlandi attualmente collabora con la Casa di Cura Villa Sant’Anna di Merano e ha attivato il servizio di Neuropsicologia Alto Adige presso gli ambulatori del Centro Iperbarico di Bolzano. In queste strutture ci sono ambulatori dove vengono effettuate le valutazioni neuropsicologiche e le prove specifiche per il percorso di riabilitazione, sempre con l’ausilio di strumenti computerizzati. Il ricercatore inoltre collabora con l’ordine ospedaliero di S. Giovanni di Dio – Fatebenefratelli a Brescia, occupandosi di diversi progetti nazionali e internazionali sull’Alzheimer e la demenza, come GAAIN e neuGRID.
«È in fase di stesura una procedura con neurochirurghi per elaborare una strategia di diagnosi sull’idrocefalo normoteso», racconta il ricercatore. Si tratta di una patologia tipica degli anziani caratterizzata da disturbi della deambulazione, incontinenza urinaria e demenza. Se diagnosticata e trattata in tempo, è una delle poche forme di demenza che si può curare. A questo proposito Orlandi annuncia una novità: «Apriremo un nuovo centro a Bolzano per il trattamento dell’idrocefalo normoteso, è un obiettivo a breve termine». Il centro prevedrà una serie di collaborazioni e avrà fisicamente sede presso gli ambulatori del centro iperbarico altoatesino.
Curare l’Alzheimer
«È scientificamente dimostrato che una corretta terapia farmacologica associata a una stimolazione cognitiva può rallentare la progressione delle malattie neurodegenerative. Il nostro lavoro è innovativo dal punto di vista clinico e perché fornisce un servizio concentrato e definito nel tempo. Da qui a qualche mese ci impegneremo a rendere disponibili tutti i dati», promette Daniele Orlandi, che si occupa anche di medicina traslazionale, un nuovo approccio – fra i più moderni e attuali – che si basa sulla capacità di trasferire nuove conoscenze dalla scienza di base a quella biomedica, con l’obiettivo di produrre applicazioni diagnostiche e terapeutiche avanzate offrendo nel contempo nuovi strumenti di indagine.
Rebecca Travaglini