“Mi ritorni in mente”. Il potere delle canzoni applicato ai numeri: le “Data songs” di Sheldon.studio
Innovazione. In viale Umbria a Milano hanno rilevato 425 auto in sosta vietata in 3,7 km. Un dato clamoroso che come capita spesso, è stato dimenticato in un lampo. Il pubblico non sembra amare i “freddi” numeri, ma se quegli stessi dati ci vengono cantati, tutto può cambiare, proprio come accade con i jingle pubblicitari. Provare per credere.
“Bell’idea parcheggiamo sui tetti, sui tetti eh sì se no dove la metti la tua cazzo di auto,, dove la metti?
Grazie alla musica, i “freddi numeri” diventano qualcosa di diverso e si trasformano in “motivetti” più facili da ricordare, si spiega anche così il successo delle “Data songs” create da Sheldon.studio di Bolzano. Ora, dopo gli ottimi risultati ottenuti con video e canzone sui parcheggi a Milano, lo studio bolzanino si è dedicato ad altri temi, altre musiche e altri luoghi, compreso l’Alto Adige. E’ di pochi giorni fa, per esempio, l’uscita della “Data song” sui posti letto turistici in provincia di Bolzano: 36 milioni di pernottamenti in un territorio di 500.000 abitanti. Anche in questo caso, i dati sono stati trasformati in “ritornelli” orecchiabili. Per l’occasione ne sono uscite due versioni, una in tedesco e una in italiano. Eccola:
“Veniamo su tra i monti, i monti del Tirolo, facciamo un selfie al volo…”
Qui la versione in lingua tedesca.
Ma come nasce l’idea delle “Data songs”? Lo abbiamo chiesto a uno dei soci fondatori di Sheldon.studio: Matteo Moretti, designer e professore associato del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’ Università Degli studi di Sassari. “Un giorno – premette – ho scoperto il lavoro di Globetrots un canale social in cui una voce generata da AI elenca dati di vario tipo, spesso relativi al Regno Unito, come quella sulle città con il più alto numero di Domino’s. Sullo sfondo, la registrazione di Google Earth che mostra i luoghi citati. L’attenzione è caduta su un video nel quale oltre alla voce, anche la musica era generata dall’Ai. La cosa ci è parsa molto divertente, in particolare, una classifica dei dati sulla delinquenza nel Regno Unito, sulle note della disco music. Così abbiamo pensato di riprendere l’idea, creando delle vere mini canzoni, con un ritornello, dei versi in rima, a racconto di dati su tematiche per noi significative: il sovraffollamento delle carceri, il divario di genere, il cambiamento climatico, ma anche a sostegno di iniziative popolari come quella di @Saichepuoi o di Cittadinanza attiva.
Come si crea una “data song”?
Scelto il tema, cerchiamo i dati e li elaboriamo affinché siano più facilmente comprensibili dalle persone. Per questo, evitiamo di dare numeri assoluti, per esempio, l’indice di affollamento del carcere di San Vittore a Milano, ammonta al 233% Un dato impressionante, ma che non aiuta a comprendere al meglio il contesto. Se invece sottolineiamo che ci sono 23 persone ogni 10 posti disponibili… Questo è un lavoro di adattamento fondamentale, che caratterizza il nostro lavoro a Sheldon.studio, che va oltre le data songs ed evidenzia l’attenzione e la ricerca di approcci che diminuiscano le distanze tra le persone e i dati.
E riguardo alle immagini e alle canzoni?
Una volta “trasformati” i dati, vengono composte le canzoni, cercando rime, aggiustando le metriche affinché siano il più orecchiabili possibile.. Successivamente viene generata la musica con l’AI, si tratta di scrivere un prompt che descriva la musica… un passaggio non semplicissimo. Creata la canzone, si passa alla produzione del video, attraverso Google Earth, che mostra i luoghi menzionati. Infine, il video viene sincronizzato con la canzone attraverso un software di montaggio.
Vi dividete i compiti con l’Intelligenza Artificiale?
A dire il vero, noi facciamo tre quarti del lavoro, quello di ricerca dei temi, di ricerca dei dati, di analisi, di racconto e la creazione dei testi. L’Ai crea la musica sulla base delle nostre indicazioni.
Cosa vi attendete da questo progetto?
Lo scopo è innanzitutto di ricerca: ci occupiamo di supportare aziende e istituzioni per raccontare i loro dati in maniera accessibile. Esploriamo quindi nuovi usi possibili dell’Ai così come del racconto dei dati. Detto ciò, è un modo per portare l’attenzione su tematiche serie, in maniera leggera. Ogni video è infatti chiuso da un breve testo che contestualizza il fenomeno, indicando le fonti e taggando le associazioni che si occupano dell’argomento.
Avete già potuto valutare i risultati?
Per ora abbiamo rilevato tanta curiosità, recuperato nuovi follower e concesso interviste come questa. Non ci aspettiamo conversioni incredibili, anche se vorrei tanto che il pezzo lirico sulle tracce di cocaina nelle acque reflue, in cui compare anche Merano, vorrei tanto diventasse virale…
(Ma.Bo)