I figli e le speranze per il futuro. I dati sulle nascite in Alto Adige e nel resto d’Italia
Si possono fare migliaia di discussioni o sondaggi sulla fiducia nel futuro, ma un dato la rende evidente e indiscutibile, il fare figli. Secondo i dati dell’Onu il tasso di natalità in Italia è il terzultimo del mondo con 7 nati ogni 1000 abitanti. (Stime e proiezioni quinquennali 202-2025 della Divisione Popolazione delle Nazioni Unite. Il tasso di natalità è il rapporto tra il numero delle nascite in un popolo in un determinato periodo di tempo e la quantità della popolazione media dello stesso periodo).
Peggio di noi fanno solo Grecia e Corea del Sud rispettivamente con un tasso di natalità del 6,9 e del 6,8. Per quel che riguarda gli altri paesi d’Europa, in Svezia il tasso di natalità è dell’ 11,7, nel Regno Unito dell’11,3, in Francia del 10,9. in Austria del 9,9, in Germania del 9.4.
E’ in questo contesto che l’Istat ha comunicato i dati relativi alla natalità della popolazione residente in Italia nel 2022. Il report che abbassa a 6,7 il tasso di natalità in Italia per il 2022, inizia così: “Ancora un record negativo per la natalità: nel 2022 le nascite scendono a 393mila, registrando un calo dell’1,7% sull’anno precedente. La denatalità prosegue anche nel 2023: secondo i primi dati provvisori a gennaio-giugno le nascite sono circa 3.500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Il numero medio di figli per donna scende a 1,24, evidenziando una lieve flessione sul 2021 (1,25); la stima provvisoria elaborata sui primi 6 mesi del 2023 evidenzia una fecondità pari a 1,22 figli per donna. Nel 2010 il numero medio di figli per donna aveva toccato il massimo relativo registrato nell’ultimo ventennio di 1,44”.
Le 393.333 nascite registrate nel 2022 segnano un ulteriore calo (6.916) rispetto al 2021, stabilendo un nuovo record di denatalità Ma gli ultimi dati Istat evidenziano anche un altro dato che aiuta a completare il quadro. “Negli ultimi anni si è inoltre attenuato l’effetto positivo sulle nascite determinato dalla popolazione straniera, esercitato a partire dai primi anni Duemila. In quegli anni le donne straniere realizzavano i loro progetti riproduttivi contribuendo in modo importante all’aumento delle nascite e della fecondità di periodo. Tale apporto negli ultimi dieci anni tende a perdere di efficacia, mentre aumenta la presenza straniera (oggi pari all’8,6% della popolazione residente totale, contro il 7,6% del 2012) e maturano i processi di integrazione e di adeguamento agli stili di vita del Paese di accoglienza”.
Detto in brutale sintesi, anche gli stranieri smettono di fare figli. L’Istat precisa comunque che “La diminuzione dei nati è comunque attribuibile per la quasi totalità al calo delle nascite da coppie di genitori entrambi italiani (311.117 nel 2022, quasi 169mila in meno rispetto al 2008”).
L’Alto Adige
L’analisi dell’Istat evidenzia anche come nel 2022 le donne residenti in Italia tra i 15 e i 49 anni abbiano in media 1,24 figli, valore in lieve calo rispetto all’anno precedente (1,25), ma la Provincia autonoma di Bolzano presenta il massimo valore di fecondità (1,65). Segue, a una discreta distanza, la Provincia autonoma di Trento con 1,37, mentre la Sardegna continua a presentare il più basso livello di fecondità (0,95) e nuovamente in calo sull’anno precedente (0,99).
“Al Nord – precisa l’Istat – a detenere il primato della fecondità delle italiane resta sempre la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (1,55) seguita dalla Provincia autonoma di Trento (1,28). In Sardegna si registra il valore minimo pari a 0,93, in calo rispetto allo 0,97 del 2021.
Per chiudere, ecco il dato relativo all’età media al parto che rimane stabile rispetto al 2021, pari a 32,4 anni, più alta per le italiane (32,9) rispetto alle straniere (29,6), ma rispetto al 1995 la crescita è di oltre due anni. In misura marcata è cresciuta anche l’età media alla nascita del primo figlio, che oggi si attesta a 31,6 anni, oltre tre anni in più rispetto al 1995.
Scendendo a livello territoriale, l’età media al parto è più alta nel Centro e nel Nord (32,8 e 32,5) rispetto al Mezzogiorno (32,0). Il Lazio è tra le regioni che presentano il calendario più posticipato (33 anni). Nel Nord, è la Lombardia a registrare l’età media al parto più alta (32,6 anni), mentre la Provincia autonoma di Bolzano quella più bassa (31,8 anni).
Nel report pubblicato dall’Istat il 26 ottobre non compare il tasso di natalità della Provincia di Bolzano, il dato ce lo fornisce l’Astat: 9.2, il più alto in Italia, ma comunque più basso rispetto a Regno Unito, Austria e Germania.
Immagine di apertura: © Pixabay.com/boeunyoung kim – Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)