Dati satellitari e pascoli alpini, il progetto di Eurac Research che porta l'innovazione nell’agricoltura
Rispondere ai bisogni concreti degli agricoltori: è di questo che si occupa il progetto europeo ScaleAgData a cui partecipano, insieme ad altri 25 partner, anche l’Istituto di Osservazione della Terra ed il Center for Sensing Solutions di Eurac Research di Bolzano. In particolare, il focus di Eurac Research è sui prati alpini e sulla raccolta di dati che permettano di stimare, nella maniera più affidabile possibile, le perdite di resa dovuti ad eventi di siccità. Un aspetto, questo, che risulta essenziale per la costruzione di strumenti di gestione del rischio, come le assicurazioni. E che tocca in particolar modo un territorio come l’Alto Adige coperto per il 20,83% da aree agricole, il 70,02% delle quali è costituito da prati e pascoli.
“L’obiettivo è quello di consolidare i nostri metodi per la stima sempre più accurata della produttività di prati e pascoli attraverso l’uso di dati satellitari” – spiega Maria Pina Castelli, coordinatrice del progetto per Eurac Research. Il focus è sui prati e pascoli di montagna perché essi sono molto vulnerabili al cambiamento climatico e alla scarsità di acqua, con possibili significative perdite di resa nei campi. Questi danni economici sono particolarmente gravi per colture povere come foraggio e cereali, i cui margini di profitto sono già esigui. Le attuali assicurazioni possono offrire una forma di protezione, ma il loro costo è spesso proibitivo per i piccoli agricoltori e oltretutto non sempre i dati offerti corrispondono a ciò che accade effettivamente nei campi. “Per questo motivo il nostro lavoro vuole offrire un monitoraggio accurato alla scala di ogni singola parcella agricola, analizzando l’intero territorio altoatesino, utilizzando i dati messi gratuitamente a disposizione dal programma Copernicus dell’Agenzia Spaziale Europea” – continua Castelli – “Il danno atmosferico non verrebbe più attestato quindi tramite rilevamenti fisici svolti dai periti sul territorio, ma attraverso immagini satellitari. Questo comporterebbe non solo la riduzione dei costi per gli agricoltori in tema assicurazioni, ma anche la miglioria della qualità dei dati”. I dati dei satelliti Sentinel-2 hanno infatti un’elevata risoluzione spaziale e consentono la stima dei parametri biofisici della vegetazione che possono essere usati per valutare le perdite di resa verificatesi in ogni parcella agricola durante una stagione vegetativa a causa della siccità. “In ScaleAgData ci concentriamo sullo sviluppo e validazione di metodi di machine learning che consentano di combinare dati ottenuti da diversi sensori, ovvero le immagini ottiche di Sentinel-2 e le immagini radar derivate da Sentinel-1, per poter avere informazioni sulle condizioni della vegetazione anche in caso di cielo nuvoloso e seguire meglio l’andamento della produttività durante tutta la stagione vegetativa. Inoltre, raccogliamo numerosi dati in situ con diversi sensori per validare i nostri modelli” – spiega Castelli.
I prati e pascoli di montagna nelle Alpi europee svolgono un ruolo importante, in quanto forniscono foraggio di alta qualità e costituiscono un luogo di ricreazione. Inoltre, essi contribuiscono a regolare il clima e a salvaguardare la biodiversità. Secondo una recente pubblicazione di “Remote Sensing”, i pascoli alpini sono più esposti ai cambiamenti climatici rispetto ad altre parti d’Europa. Nonostante l’acqua in passato fosse abbondante nelle Alpi, la sua scarsità ha iniziato a sollevare preoccupazioni poiché gli eventi di siccità diventano sempre più frequenti, alterando la produttività dei pascoli e mettendo a rischio la stabilità del reddito degli agricoltori di montagna. Secondo le osservazioni climatiche, la temperatura media annuale nelle Alpi è aumentata di circa 1,8 °C dal 1880, quasi il doppio della media del riscaldamento globale, con un forte aumento negli ultimi decenni. Le proiezioni climatiche regionali prevedono un ulteriore incremento della temperatura entro la fine del XXI secolo (fino a +4 °C rispetto al periodo 1981-2010). Questi cambiamenti climatici influenzeranno dunque la produttività dei pascoli, causando maggiore instabilità economica e possibili perdite per gli agricoltori. Di conseguenza, è urgente pianificare le strategie di mitigazione del rischio per intervenire al meglio.
Immagine in apertura: Maria Pina Castelli, coordinatrice del progetto ScaleAgData per Eurac Research. Foto courtesy: Eurac Research