Diplorama, tesi di design e arte in mostra
La creatività in tutte le sue possibili applicazioni. A Diplorama 2018, i visitatori potranno ammirare le 58 tesi di laurea degli studenti della Facoltà di Design e Arti. L’inaugurazione avverrà giovedì 20 settembre, alle ore 18, nei corridoi C.0 e C.1. Dall’innovazione di prodotto alla performance artistica, dalla rielaborazione di storie familiari a riflessioni socio-politiche fino all’ideazione di nuovi approcci alla sostenibilità economica: Diplorama 2018 è il luogo ideale in cui avere una panoramica della varietà di argomenti e tecniche utilizzate dai laureati alla Facoltà di Design e Arti Unibz. I neolaureati di quest’anno completeranno ufficialmente i loro studi venerdì 21 settembre 2018 durante la cerimonia di consegna dei diplomi. Come negli anni precedenti, le loro tesi di laurea verranno quindi esposte in una mostra che proporrà uno sguardo a 360° sul loro lavoro di designer. “What’s the point? Questions you would like to be asked” (“Perché? Domande che vi piacerebbe porre”, ndt.) è il titolo scelto per la mostra di quest’anno. Per l’occasione, il visitatore sarà accompagnato alla conoscenza delle opera dal catalogo prodotto dagli studenti stessi e arricchito da riflessioni personali e dialoghi con i professori.
Quest’anno si terrà anche la mostra dei primi laureati della Laurea Magistrale in Ecosocial Design. L’intensa attività di ricerca, concentrata nelle dodici tesi, è visibile nel percorso espositivo. A differenza di altri anni, a DIPLORAMA 2018 sarà possibile ammirare non solo una selezione ma l’intera gamma delle 58 tesi dei neolaureati, triennali e magistrali.
La mostra comprende oggetti di design classico come una sedia, un misuratore di pressione sanguigna o le innovative cuffie di alta qualità create da Max Rohregger: il consumatore stesso può ottenere a basso attraverso la riduzione dei componenti e occupandosi in prima persona della loro costruzione. Più legate allo storytelling sono invece le numerose opere che trattano il complesso tematico dell’identità e delle storie familiari. Ad esempio, «Mio caro fratello Hermann», in cui Alice Brambilla racconta una complessa storia di undici fratelli, membri della sua famiglia che per tanti anni si sono persi di vista. Audrey Solomon affronta invece il tema del dialogo tra il mondo analogico e digitale nel suo lavoro “You were here”: un collage di immagini di Google Maps rintracciate nella cache del suo computer. Simone Melis offre una nuova prospettiva sui temi attuali o discussi in Alto Adige con un lavoro che ne indaga criticamente i monumenti. Lara Tonon ha trasformato le sue esperienze d’infanzia con la caccia e l’uccisione di animali in una spettacolare installazione – una delle tante opere performative di quest’anno.
Proposte concrete per un’economia più sostenibile arrivano invece, ad esempio, dalla tesi di Theresa Bader, laureata della Magistrale in Ecosocial Design, che ha sviluppato nuovi prodotti a partire dalla lana di scarto delle pecore locali: prodotti che sono già commercializzati dalla cooperativa sociale Bergauf della Val d’Ultimo. Con il suo progetto “Tinctus Vini”, Maria Girofletti ha scoperto un originale riutilizzo di un sottoprodotto della produzione di vino: la designer ha compiuto esperimenti con le vinacce, impiegate per pitturare o effettuare colorazioni naturali della lana e del legno. «I designer cercano di rendere effettivamente possibile tutto ciò che fanno», afferma Stephan Schmidt-Wulffen, preside della Facoltà di Design e Arti, «A Diplorama si può vedere e quasi toccare con mano come i nostri designer raggiungono il loro obiettivo ultimo: trasformare l’ignoto in realtà».