Due mostre a Merano da non perdere: Typoésien e Henko
Detto brutalmente, si potrebbe descrivere “Typoésien” a Kunst Meran Merano Arte (fino al 04.06.2023) come una mostra di manifesti e grafiche, in cui anche le persone meno esperte possono abbandonarsi al fascino di antichi caratteri tipografici o alla nostalgia di pubblicità del Novecento. Potrebbe essere sufficiente e valere solo questo una visita. Ma Typoésien è molto di più. Dalla piatta bidimensionalità delle carte appese alle pareti fioriscono mondi, di cui è possibile vedere i suoni più diversi: dalle voci squillanti dei manifesti ai paesaggi di parole, che si fanno morbide nella poesia, svettano nella protesta, procedono a zig zag nei nonsense letterari. A “suonare” questo concerto per parole e immagini sono le opere -e le storie- di due personalità apparentemente molto diverse, quella del compositore tipografico Siegfried Höllriegl (1943) e di Heinz Waibl (1931-2020), uno dei più importanti esponenti della grafica del Novecento.
L’esposizione a Merano Arte ne ricostruisce e celebra la storia, una storia di amicizia, che ha Merano come punto di arrivo e di partenza. Ma anche una storia di scelte e destini diversi, e soprattutto di due visioni del design e della grafica a prima vista opposti. Quanto Waibl nel suo lavoro di grafico per grandi marchi si “tuffa” nei circuiti internazionali e nella mischia dell’innovazione tecnologica, tanto Höllriegl sembra, per certi versi, rifiutarlo: acquista attrezzature di stampa in disuso e rimane saldamente ancorato alle tecniche del passato. Nel 1985 apre Offizin S, laboratorio di letteratura, tipografia e grafica, nel cuore del quartiere più antico della sua Merano, Steinach, in vicolo Haller. Sarà il mondo ad andare da lui – poeti, scrittori e scrittrici- per cui realizza edizioni a mano, con la stampa a caratteri mobili. Percorsi, quelli di Waibl e Höllriegl, diversi, che però non impediscono il fiorire di un’amicizia: “si incontravano spesso a Merano a partire dal 1995 e sperimentavano differenti tecniche di stampa a mano nel laboratorio Offizin S. di Höllrigl. L’atmosfera e i materiali del laboratorio di vicolo Haller ricordavano a Waibl gli inizi della sua carriera” si legge nel comunicato sulla mostra. Da questi incontri scaturisce anche una serie di opere grafiche, i Passerblätter, sette “tipoesie” a colori costituite da stampe materiche realizzate con lettere in legno e piombo.
“Typoesien”: la parola -che da il titolo all’esposizione- ha un suono dolce, racchiude tipografia e poesia, definisce opere grafiche, “in cui le composizioni di testi è incentrata su armonia, precisione ed equilibrio”. Un’armonia che può nascere anche dai contrasti. In mostra, si resta catturati dal fascino dei manifesti e dalle grafiche creati da Waibl (due volte Compasso d’Oro) per le più diverse aziende e realtà italiane e non – dai magazzini Mas di Roma alla Atkinsons, dalla scarpa Gasparotto alla Porsche. Sono passati decenni, il mondo della comunicazione e il nostro immaginario visivo sono cambiati radicalmente tra Reels, video e post sui social, eppure le opere di Waibl non hanno perso la loro forza, la capacità di comunicare dei grandi classici.
Incontro a Merano: Heinz Waibl, Siegfried Höllrigl, lavoro a quattro mani TYPOÉSIEN, sieben Passerblätter [TIPOESIE, Sette stampe dedicate al fiume Passirio], 1997-2001, foto Brigitte Widner. Courtesy Siegfried Höllrigl
A confronto le opere di Höllriegl, in bianco e nero, hanno la forza asciutta della parola ben composta. Dimensioni, carattere, spaziatura, ogni traccia lasciata sulla carta è frutto di un’attenzione, in cui il contenuto è un tutt’uno inscindibile con il suo contenitore. A proposito di contenuto, ci piace concludere con un’osservazione riportata nelle Spiegelungen 40/ 14. Juni 2022 di Höllriegl, (Da una lettera all’Austria) particolarmente adatta al contesto turistico della città sul Passirio, ma non solo: “.. anch’io ho avuto modo di osservare le fiumane di turisti e la superficialità con cui si affronta il tempo libero. La gente si ammassa nei vicoli come in uno spazio privato, come se si trovasse davanti al frigo di casa. Nonostante questa scioltezza, le persone appaiono stanche, consumate. Pretendono di essere imboccate, intrattenute, in ogni caso distratte da sé stesse. Stanno nel mondo come davanti a un acquario, c’è un vetro tra loro e il mare, le città e i paesaggi che inanellano…”
La mostra è a cura di Andrea Muheim, Kuno Prey, Ursula Schnitzer, Lioba Wackernell. È parte dell’esposizione anche un laboratorio di stampa che permette al pubblico di sperimentare le diverse tecniche di stampa a mano, con un fitto calendario di workshop e di eventi, qui maggiori informazioni.
Henko di Giovannini e Santorsola
“Il valore di un’opera consiste nella sua espressione: quando una cosa è espressa bene, il suo valore diviene molto alto”: nella celebre frase di Carlo Scarpa si ritrova quello che ci ispirano le grafiche di Höllriegl. Un pensiero che ci accompagna anche davanti alle immagini della mostra “Henko” di Massimo Giovannini e Lucia Santorsola organizzata dall’associazione culturale 00A al Centro per la Cultura di Via Cavour a Merano (fino al 18.03.2023).
Veduta della mostra Henko. Foto courtesy Massimo Giovannini e Lucia Santorsola
La sua forza sta nel riuscire a dire molto con la semplice potenza delle immagini, senza bisogno di troppi discorsi o didascalie (su temi in cui invece abbondano): siamo davanti a coppie di ritratti fotografici, il viso della stessa persona -truccata diversamente- volge una volta verso il femminile – o ciò che generalmente consideriamo tale – e un’altra verso un presunto maschile, lasciandoci ogni volta nel dubbio di un enigma, di una realtà, impossibile da decifrare. Il tutto attraverso scatti puliti, essenziali, senza ritocco -tranne quello per ammorbidire o accentuare il pomo d’Adamo nei soggetti, precisano gli organizzatori. Uno statement forte e chiaro su quanto sia limitato e complesso, in una società sempre più fluida, il concetto di genere e una ricerca che si è guadagnata il Lensculture Portrait Award 2018 ed il secondo posto al Sony Awards Portrait Professional.
Caterina Longo
Mostre visitate l’11 marzo 2023 e raccontante en passant nella carrellata dell’articolo “Un sabato qualunque, un sabato altoatesino tra arte cinema e teatro“
Immagine in apertura: Heinz Waibl, MaS (magazzini dello statuto), locandine e carta da imballaggio 1955-1959. Foto: Hartmut Nägele