Perché la famiglia Ebner ha denunciato Salto? Il potere logora chi ce l'ha?
Perché la famiglia Ebner ha deciso di avviare un’azione legale contro Salto.bz? Una scelta che sembra configurarsi come un “boomerang” colossale. Alla resa dei conti, Michl Ebner ha attirato l’attenzione, non benevola, di importanti quotidiani tedeschi e austriaci (Sueddeutsche Zeitung e Der Standard su tutti) mentre Salto.bz è stato giustamente sommerso da un’ondata di solidarietà e sostegno, anche economico, che ha pochi precedenti. La questione, però, è decisamente più complessa e un’analisi più approfondita non può che partire da una considerazione banale: Michl Ebner è un politico prima che un imprenditore. Lo dimostra il suo curriculum: è stato deputato alla Camera dal 1979 al 1994 e al Parlamento europeo, per tre mandati dal 1994 al 2004, ma lo dimostrano anche scelte più recenti.
Per esempio, perché ha deciso di acquistare i quotidiani “L’Adige” e “Il Trentino” mentre infuriava la crisi della carta stampata? (Tanto che dopo soli tre anni ha deciso di chiuderne uno).
Ancora, il fatto che i due quotidiani siano stati acquistati tre mesi prima delle elezioni provinciali trentine del 2018 può essere considerato un indizio? E perché, dopo aver chiuso “Il Trentino” nel gennaio 2021, ha deciso di aprire “Il Nuovo Trentino” nell’ottobre 2022? Perché lo ha aperto proprio due settimane prima dell’annunciatissimo lancio di un nuovo quotidiano trentino, “Il T”? Quali considerazioni economiche possono averlo suggerito? Il fatto che a ottobre 2023 si voti per le elezioni provinciali è un altro indizio?
Rispetto all’azione intrapresa contro Salto, occorre quindi comprendere le motivazioni politiche del gesto, che sembrano del tutto coerenti con la linea del “Dolomiten”. Come noto, il nemico principale della famiglia Ebner è il Landeshauptmann Arno Kompatscher, spesso vittima di attacchi anche sotto la cintura, tanto che quest’ultimo ha presentato una querela per diffamazione contro il direttore responsabile del quotidiano “Dolomiten”, Toni Ebner (fratello di Michl) per quanto scritto sui fondi Svp dell’elezione provinciale del 2018.
A questo contesto va aggiunto un ultimo tassello: le previsioni sul risultato dell’Svp alle prossime provinciali non sono rosee, si parla di una perdita di uno o due consiglieri provinciali e di conseguenza, l’apporto del partner italiano di governo assume un’importanza particolare. Da questo punto di vista, la linea della famiglia Ebner sembra essere quella di “sdoganare” Fratelli d’Italia nei confronti dell’elettorato tedesco, operazione già avvenuta con successo con la Lega di Salvini, ma molto più complicata con gli eredi del Movimento Sociale. Per questo occorre mantenere i buoni, se non ottimi, rapporti con la Lega e valutare solo a urne chiuse quale dei due partiti potrà tornare utile. Una scelta complicata dal fatto che nell’Svp è in corso una lotta di potere senza precedenti. Un conflitto scoppiato all’interno di un partito che governa la provincia da 75 anni e che esprime il sindaco di oltre 100 comuni dell’Alto Adige su 116. Una battaglia che vede schierata contro il Landeshauptmann, e più in generale contro ogni politica liberale, ambientalista e vagamente di sinistra, non solo la famiglia Ebner proprietaria del principale quotidiano di lingua tedesca della provincia, il Dolomiten, e del principale quotidiano di lingua italiana, l’Alto Adige, ma anche la “vecchia guardia Svp” e una larga parte del potentissimo Bauernbund.
Ecco, ora che il quadro è completo, è sufficiente sostituire “politica” con “potere” per comprendere meglio le motivazioni che hanno spinto la famiglia Ebner all’azione legale contro Salto. È evidente che le forze in campo sono sbilanciate come in pochi luoghi d’Europa, l’Svp ha una posizione dominante che non è nemmeno messa in discussione (nella peggiore delle ipotesi otterrà almeno il doppio dei voti del partito che le arriverà più vicino, alle scorse elezioni erano il triplo) ed è un partito su cui la famiglia Ebner è in grado di esercitare fortissime pressioni grazie alla sua dominante posizione, non solo mediatica.
Se c’è, quindi, qualcuno che potrebbe tranquillamente accettare gli attacchi della stampa “nemica” è proprio la famiglia Ebner. Se lo potrebbe tranquillamente permettere dall’alto del suo potere economico, mediatico e politico. Non fosse che, come capita spesso, chi è vittima del fascino del potere finisce per diventarne dipendente.
La riapertura de “Il Nuovo Trentino” per contrastare la nascita di un nuovo quotidiano e l’azione legale contro Salto rispondono, infatti, alla stessa logica: l’incapacità di chi è troppo potente di sopportare chi osa sfidarlo nonostante l’evidentissima disparità di forze. Nella storia è capitato spesso con risultati non univoci. Ma al di là delle considerazioni personali, un fatto su tutti mostra perché Salto sta dalla parte della ragione: sui quotidiani del gruppo Athesia non si è dato spazio alla notizia dell’azione legale contro Salto e questo dimostra un paio di cose. Innanzitutto che la famiglia Ebner è pienamente cosciente che si tratti di un’azione impopolare, ma, soprattutto, che la famiglia Ebner ha il potere di decidere cosa è una notizia e cosa non lo è. Non è la prima volta che lo fa e non sarà l’ultima, basti ricordare la “copertura” delle rivelazioni pubblicate in Freunde im Edelweiß di Christoph Franceschini e Artur Oberhofer da parte di Alto Adige e Dolomiten.
Ed è proprio per questo che Salto ha ragione di esistere, perché non può essere una famiglia, pur potente e intraprendente come quella degli Ebner, a decidere cosa devono o non devo leggere le cittadine e i cittadini residenti in Alto Adige (e in Trentino).
Massimiliano Boschi
Nell’immagine di apertura la conferenza stampa di Salto tenutasi a seguito della denuncia della famiglia Ebner (Foto Venti3)