Elezioni Alto Adige: le troppe incognite per una Svp che corre verso una sconfitta annunciata
Alto Adige. Le elezioni provinciali del prossimo ottobre saranno le più interessanti dal 1948 a oggi. Lo saranno non solo perché il partito che governa la Provincia e la stragrande maggioranza dei comuni da 75 anni si trova oggi ad affrontare il voto popolare profondamente divisa al suo interno e priva di una leadership forte. Il trend degli ultimi vent’anni è inequivocabile: l’Svp è passata dal 55,6% del 2003 al 48,1 del 2008 (Luis Durnwalder candidato presidente), al 45,7% del 2013, mentre nel 2018 si è dovuta accontentare del 41,9% (Kompatscher candidato presidente in entrambe le occasioni).
Un declino divenuto inevitabile mano a mano che il “pericolo italiano” si è affievolito fino a scomparire, come mostra inequivocabilmente l’apertura dell’Svp a Fratelli d’Italia per la formazione della prossima Giunta Provinciale. Se anche il principale “nemico italiano”, quello con la fiamma tricolore nel simbolo, può diventare un alleato, il partito di raccolta perde la sua funzione principale e, di conseguenza, parecchi voti.
In questo contesto, la candidatura di Widmann, già direttore del Bauernbund e già assessore provinciale ai trasporti e alla sanità, va considerata come il principale pericolo per l’Svp. Per diversi motivi, innanzitutto, per la prima volta la Stella Alpina si trova a concorrere con un candidato “tedesco” di “governo” e non di “opposizione”. Prima di Widmann, nessun candidato alternativo all’Svp poteva vantare un curriculum amministrativo così solido, una mancanza di esperienza a cui il pragmatico elettorato Svp ha dato grande importanza.
Non solo, Widmann è stato rimosso dalla carica di assessore a seguito di quanto emerso dalla pubblicazione di “Freunde im Edelweiss” di Christoph Franceschini e Artur Oberhofer. Il libro contiene, infatti, le intercettazioni in cui Widmann si mostra decisamente critico, se non offensivo, verso Arno Kompatscher arrivando a definirlo “il peggior presidente della storia dell’Alto Adige”. Allo stesso tempo, però, è emerso chiaramente quanto fossero stretti i rapporti tra lo stesso Widmann e l’ex presidente della Provincia Luis Durnwalder. Un’Svp divisa e in trend negativo si trova quindi ad affrontare un avversario che non può essere accusato di inesperienza e che vanta un lungo sodalizio con l’ancora popolarissimo Durnwalder.
La campagna elettorale di Arno Kompatscher
Bene, il candidato presidente Arno Kompatscher come ha deciso di affrontare la più difficile campagna elettorale della storia del suo partito?
Puntando sulla sicurezza, sull’abbattimento dei lupi per accattivarsi le simpatie del Bauernbund e sull’unità del partito, sui suoi punti deboli.
Ne avevamo già scritto, ma a questo vanno aggiunti errori “tecnici” davvero grossolani.
Negli spot elettorali è nelle “storie” social, Kompatscher appare come il leader che arriva in visita alle masse. Quasi sempre elegantissimo, in giacca, cravatta e pochette, viene mostrato mentre saluta uomini e donne che indossano abiti informali. E’ lui a tendere la mano ai potenziali elettori, spesso in piedi davanti a interlocutori seduti che si alzano (nemmeno sempre) al suo cospetto. (Cfr qui e qui) Immagini che aumentano la distanza tra lui e gli elettori invece di ridurla. Niente di più lontano dall’idea che veniva trasmessa dai precedenti leader Svp che facevano delle loro debolezze un punto di forza, quelle che facevano dire agli elettori sudtirolesi: “E’ uno di noi”.
I numeri
Tradurre tutto questo in numeri risulta molto complicato, ma è evidente che un’Svp sotto al 35% e un Widmann sopra al 5% segnerebbero la sconfitta del primo e la vittoria del secondo con inevitabili effetti sulla formazione della prossima Giunta Provinciale. Molto dipenderà dal tasso di astensione, ma la Svp rischia per la prima volta di prendere meno di centomila voti, e nel caso non raggiungesse il 33,8%, non prenderebbe nemmeno la metà dei voti che ottenne alle prime elezioni provinciali del 1948 (67,6%). Una simile debacle potrebbe rendere esplosive le tensioni interne all’Svp con ripercussioni ancora tutte da valutare.
Massimiliano Boschi
Immagine di apertura: foto Venti3