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Ferrovia Bolzano Merano: il punto sul raddoppio della linea
Ferrovie. In occasione dell’audizione nella IV Commissione legislativa del Consiglio provinciale, l’assessore provinciale alla Mobilità e alle Infrastrutture, Daniel Alfreider, il direttore del Dipartimento, Martin Vallazza, e il direttore generale di Sta – Strutture Trasporti Alto Adige SpA, Joachim Dejaco, hanno presentato il progetto “Linea ferroviaria Merano-Bolzano” ai rappresentanti delle organizzazioni nei settori agricoltura, ambiente e tutela dei consumatori, nonché ai presidenti delle Comunità comprensoriali, Luis Kröll e Roselinde Gunsch Koch.
L’assessore a Infrastrutture e mobilità Daniel Alfreider ha illustrato la struttura attuale della linea, caratterizzata da diversi ostacoli, tra cui i passaggi a livello e cambi necessari, le esigenze e le aspettative degli utenti, spiegando: “Il progetto per l’ampliamento della linea ferroviaria da Bolzano a Merano crea la tanto attesa opportunità di rendere finalmente competitiva la ferrovia come asse portante della mobilità pubblica anche nella parte occidentale della provincia, poiché il secondo binario offre il potenziale per nuovi e più veloci collegamenti tra i due maggiori centri della regione”. La situazione attuale e i miglioramenti che porterà il potenziamento sono stati illustrati dal direttore generale di STA Joachim Dejaco e dal direttore del Dipartimento Infrastrutture e mobilità Martin Vallazza: il doppio binario e la rettifica permetteranno un aumento della velocità e un cadenzamento di 4 treni l’ora; in merito al consumo di terreni ci si è confrontati con sindaci e proprietari nell’ambito di incontri, infodays e comunicazioni sul web; la conclusione del progetto è prevista entro il 2035.
Il punto di vista del Bauernbund è stato riportato da Kurt Hafner e Dominik Bachmann, rispettivamente Obmann della sezione locale e della Bauernjugend (sezione giovani contadini) di Terlano, Hannes Dosser, Obmann del distretto di Merano, Oswald Karbon, rappresentante del distretto di Bolzano: i contadini sono favorevoli al potenziamento della linea, che ritengono tuttavia possibile anche senza il secondo binario, ovvero tramite miglioramento della tratta attuale, digitalizzazione e nuova galleria del Virgolo; fondamentale è anche la comunicazione, che finora sarebbe mancata, così come un interlocutore di RFI; c’è timore per il danneggiamento dei terreni nel corso dei lavori. Gertrud Adami ha illustrato la posizione dell‘Associazione per cultura e cura della Heimat Valle dell’Adige, critica tra l’altro sullo spostamento delle stazioni di Terlano e Settequerce e sugli interventi sui ponti che comprometterebbero il paesaggio.
Si sono poi espressi i rappresentanti degli enti locali: il sindaco di Terlano Hansjörg Zelger ha chiesto il mantenimento della relativa stazione nella posizione attuale e di portare avanti il costituito tavolo istituzionale, il presidente della Comunità comprensoriale Burgraviato Alois Peter Kröll ha detto che il servizio bus non è una soluzione sostitutiva e si è espresso per il ripristino della stazione di Sinigo, la presidente della Comunità comprensoriale Val Venosta Roselinde Gunsch ha sostenuto che la velocità del collegamento è fondamentale per promuovere l’utilizzo del treno.
Le posizioni di ambientalisti e consumatori sono state riportate da Hanspeter Staffler della Federazione ambientalisti Alto Adige, che ha evidenziato la necessità di compromessi sul tracciato e di un progetto ecologico con misure compensative vincolanti, Gunde Bauhofer, direttrice del Centro Tutela Consumatori Utenti Alto Adige, secondo cui un tempo di percorrenza breve e l’assenza di ritardi, ora legati al binario unico, sono determinanti per l’attrattività del servizio ferroviario, e Verena Troi del Gruppo ambientalista Valle dell’Adige, che ha chiesto che 3 treni l’ora si fermino nei paesi e che le stazioni non vengano spostate.
Relatori e relatrici hanno risposto poi alle domande di consiglieri e consigliere, tra l’altro sulla richiesta di maggiori fermate per il quartiere Casanova (Anna Scarafoni), sul ruolo e il contributo finanziario di RFI (Franz Locher e Waltraud Deeg), la ripresa dei lavori del tavolo di confronto e il trasporto bici (Hannes Rabensteiner), il coinvolgimento dei rappresentanti dell’agricoltura (Brigitte Foppa), le tempistiche del progetto (Madeleine Rohrer), la necessità di un processo partecipativo e le stime dei costi (Franz Ploner), la possibilità di accedere a studi di fattibilità e le modalità di collegamenti più veloci (Andreas Leiter Reber), il tavolo istituzionale (Waltraud Deeg). In merito ai costi, è stato risposto tra l’altro, si parla di 10 milioni per km2, ovvero più di 300 milioni €.