Berengo Gardin e Vallazza, due miti al Museion
Gli occhi di Gianni Berengo Gardin, le mani di Adolf Vallazza. Le immagini in bianco e nero di uno dei fotografi più illustri del nostro Paese e le sculture del maestro altoatesino. Un incontro, quello tra i due, che risale a decenni fa e che prosegue ora seguendo le mille sfaccettature dell’arte. L’ultima delle quali ha preso la forma di un libro: «Opere/Werke/Works 1970-2016» (edizioni Contrasto). Il volume verrà presentato al Museion di Bolzano giovedì 13 aprile alle ore 18. All’evento, oltre ai due artisti saranno presenti anche Letizia Ragaglia e Paolo Crepet che introdurranno il lavoro. Si tratta di più di 100 immagini in bianco e nero che offrono uno sguardo emozionante sui grandi totem, troni e menhir dell’artista Adolf Vallazza.
Le fotografie sono frutto di una lunga collaborazione e amicizia tra lo scultore altoatesino e il celebre fotografo. Come scrive Alessandra Limetti, un’opera di autentico rilievo: «Uno coglie l’attimo nel momento del suo arrendersi al divenire, alla progressione; l’altro coglie – nelle rughe e nelle cromature delle sue tavole – il segreto dei secoli. Acqua e pietra, accanto a cui convive un elemento più duttile, il legno, come una sintesi, una mediazione. Quel legno – amato da entrambi – che viene plasmato e fatto rinascere da Adolf Vallazza nelle sue sculture, capaci di penetrare il solido, disciplinarlo, estrarne il nocciolo pulsante e redimerne la grezza materia».