Handy Hands: fotografie, video e oggetti per raccontare storie di manualità internazionali
Handy Hands raccoglie e presenta le storie di un gruppo di persone, in aumento edizione dopo edizione, con background migratorio. Il racconto autobiografico è un importante strumento di arricchimento, di valorizzazione e di cura del proprio sè, oltre che un fondamentale strumento di apprendimento linguistico e di relazione sociale. Il primo ciclo di appuntamenti si è tenuto nel 2018 ed è durato quattro mesi, coinvolgendo sei persone originarie di Bolzano e provincia con background migratorio e una mediatrice. L’esito della prima edizione è un video (visibile nella sezione STORIA del sito www.hanyhands.it) che nel 2019 è stato usato per la campagna pubblica di sensibilizzazione durante la Giornata Internazionale dei Migranti. Dal 2020 si è scelto di puntare sul racconto per parole e immagini (fisse e in movimento) delle storie di vita e di abilità manuali di persone con background migratorio.
Fin dall’inizio il progetto è sostenuto dall’Ufficio Bilinguismo e Lingue Straniere della Ripartizione Cultura Italiana – Provincia Autonoma di Bolzano e dal 2021 è realizzato da Voltaire – European Education Centre. Oltre all’apprendimento linguistico e di relazione sociale, si è scelto anche di valorizzare le capacità dei/della partecipanti non solo in ottica autobiografica ma anche lavorativa. Con questo obiettivo, il Centro di mediazione lavoro di Bolzano prossimamente promuoverà la partecipazione all’iniziativa da parte degli iscritti alle liste di disoccupazione con background migratorio che durante gli incontri di mediazione racconteranno di avere spiccate abilità manuali, tecniche e/o artistiche da sviluppare, con l’intento di farle diventare una vera e propria attività imprenditoriale.
Al centro del progetto, e della serie di 12 incontri tenutisi tra il 2020 e il 2022, ci sono le competenze manuali delle persone con background migratorio che spesso non sono, con dispiacere di chi le possiede, applicate nelle occupazioni attuali. Rimangono, quindi, nascoste, latenti. Tuttavia queste competenze sono molto importanti, rientrano, infatti, nella definizione che la Convenzione UNESCO ha dato, nel 2003, del patrimonio culturale immateriale, cioè “le conoscenze, le tradizioni, il folclore, i costumi, le credenze e le lingue sono parte integrante del patrimonio culturale di un luogo”. Qualche esempio che rientra in questa definizione? La pizza napoletana, i muretti a secco, il teatro dei burattini siciliani, le parate Kwagh-Hir nigeriane, la musica reggae giamaicana, il teatro delle ombre siriano, e poi decine e decine di forme di panificazione, di tessitura, di agricoltura non intensiva, di danza, di musica, di artigianato di ogni angolo del mondo. Un patrimonio (la lista completa di tutti i beni culturali immateriali del mondo è consultabile qui https://ich.unesco.org/en/lists.) che è stato messo a tutela perché “fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione, nel sostegno al dialogo interculturale e nell’incoraggiamento al rispetto reciproco dei diversi modi di vivere”.
Handy Hands vuole quindi riscoprire e raccontare le capacità ‘invisibili’ dei/delle partecipanti agli incontri proprio per stimolare la curiosità e quindi la creazione di una società più inclusiva e aperta ad ascoltare storie, assaggiare sapori, confrontarsi con tradizioni, culture, abiti e ritmi diversi. Inoltre, vuole valorizzare le abilità manuali, sperando che esse vengano apprezzate e magari applicate fino a renderle non solo skill nascoste, ma un lavoro vero.
I racconti raccolti sono alla base dell’esposizione che inaugura oggi al Trevilab. Dal 16 settembre al 3 ottobre lo spazio ‘Aperto 2’ del TreviLab ospita infatti la raccolta di storie, immagini e oggetti di due anni di incontri di Handy Hands. Le 70 nicchie dello spazio svelano fotografie, video, parole, oggetti. Questi elementi compongono le 17 storie dei/delle partecipanti, provenienti da 11 paesi diversi, al ciclo di appuntamenti tenutisi, tra 2020 e 2022, nell’ambito del progetto.
L’iniziativa sarà aperta al pubblico gratuitamente secondo gli orari di apertura del TreviLab (lunedì-venerdì 9-20 orario continuato) e rientra nel programma delle Bolzano Art Weeks 2022. A corollario dell’esposizione è previsto anche per il 26 settembre alle ore 11-14, sempre al TreviLab, il laboratorio gratuito “Alla fonte delle parole”, condotto da Alessandro e Laura Pedrotti che si svolgerà durante la Giornata europea delle lingue organizzata dall’Ufficio Bilinguismo e Lingue Straniere della Ripartizione Cultura Italiana – Provincia Autonoma di Bolzano.