I primi mesi di Mind, il Merano Innovation District. Intervista a Mario Marcone

Merano. A giugno scorso, sotto la tribuna grande dell’ippodromo in via Palade 92 è nato Mind, un centro per l’innovazione dotato di una superficie complessiva di 800 metri quadri. All’interno di Mind: uno spazio di coworking di venti postazioni fisse, due chat box per videoconferenze, cinque uffici da 18 a 40 metri quadri, una green hall con reception e sei postazioni flessibili (flex desk), due salette per conferenze, una sala eventi arredata con impianto multimediale e tecnologia avanzata per 100 persone, uno spazio laboratoriale e una cucina comune. Per comprendere meglio obiettivi e contesto, abbiamo intervistato Mario Marcone, referente della Cooperativa Promos che gestisce Mind per conto del Comune di Merano. La prima domanda ha riguardato la scelta del nome: “Mind – precisa Marcone – sta per Merano Innovation District e con District si intende la zona prevalentemente produttiva di Merano dove il Comune ha deciso di organizzare delle attività indirizzate al campo dell’innovazione. Il progetto nasce cinque-sei anni fa da un gruppo di lavoro sul coworking al NOI Techpark di Bolzano. Più concretamente, anche come nome e marchio, nasce quattro anni fa sotto il progetto Feasr, ovvero il Fondo europeo per lo sviluppo regionale. Con questo progetto il Comune di Merano ha ottenuto un finanziamento per attività di ricerca, sviluppo e innovazione. Sostanzialmente Mind raggruppa tutte le iniziative nel campo dell’innovazione.

Che finanziamenti ricevete?

Mind è l’iniziativa, Promos è invece la cooperativa che gestisce l’attività per il Comune di Merano. Abbiamo un incarico di due anni, da una parte riceviamo un contributo dal Comune, dall’altra abbiamo i coworkers che pagano per poter utilizzare lo spazio e tante altre attività e siamo abituati a lavorare con fondi, sponsor privati etc.

Come funziona nello specifico il vostro lavoro?

Mind ha più aree di intervento. Il coworking che tra uffici e postazioni nell’open space, arriva a poter ospitare una quarantina di posti, l’attività di supporto all’innovazione a bassa soglia. Lavoriamo nelle scuole e per le scuole, per portare nuove tecnologie e tendenze. Per esempio dalla stampante 3D alla realtà virtuale. Organizziamo numerosi workshop di questo tipo nelle scuole di Merano attraverso un’attività divulgativa per promuovere l’innovazione a 360°. Inoltre, ospitaimo uno sportello per l’innovazione, Sostanzialmente, se qualcuno ha un’idea e vuole avere un orientamento iniziale, può venire al Mind. Noi mettiamo a disposizione la nostra esperienza e la community che gravita intorno a Mind. Ospitiamo anche un piccolo Lab tecnologico dotati della strumentazione di base, dedicato alle tematiche divulgative.

Quali difficoltà riscontrate? E che età hanno le persone che si rivolgono a voi?

“Devo spezzare una lancia a favore del Comune di Merano, dato che per questo tema sono sempre stati molto attenti e disponibili. Non va dimenticato che Merano rispetto a Bolzano o anche Brunico e Bressanone non ha grandi aziende industriali. Detto questo, nei vari progetti fatti, abbiamo anche cercato di capire di cosa ci fosse bisogno. Comunque arrivano da noi persone e start up di ogni tipo, chiaramente sempre gente proveniente dal settore tecnologico.

Che consiglio darebbe a chi ha un sogno nel cassetto, un progetto nascosto…? Cosa si deve fare per collaborare con voi?

La perseveranza, è fondamentale. Il consiglio però è quello di provare a raccogliere sempre più informazioni da chi ha già fatto un’esperienza simile incontrando le community. Chi è interessato a noi, èuò venire in sede, scriverci, telefonarci. Noi ascoltiamo tutti gratuitamente e poi dove possiamo contribuiamo.

Intervista di Stefano Rossi

Nelle immagini: il Mind di Merano

 

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