I servizi ecosistemici delle Alpi studiati da Eurac Research
Gli ecosistemi alpini forniscono acqua potabile, aumentano la protezione contro i pericoli naturali, offrono possibilità di svago, producono foraggio, mitigano le emissioni di CO2. Le immagini di animali e piante simbolo delle Alpi ‒ come la stella alpina o l’aquila ‒ sono usate in tutto il mondo anche a livello commerciale. Questi sono sei esempi di servizi ecosistemici che le Alpi offrono e che i ricercatori di Eurac Research hanno analizzato nel dettaglio per dimostrare la loro importanza a livello globale.
Utilizzando come esempio l’acqua potabile del lago di Costanza, gli esperti spiegano cosa forniscano le Alpi: la maggior parte dell’acqua del lago, il 78 per cento, è costituita da acqua piovana e acqua di disgelo delle Alpi. L’approvvigionamento idrico del lago di Costanza fornisce acqua potabile a circa quattro milioni di persone in tutto il Baden-Württemberg. Attraverso una rete di condotte lunga 1.700 chilometri, in sette giorni l’acqua raggiunge i consumatori più lontani, nel nord del Land tedesco.
“Questo esempio mostra chiaramente come l’uomo intervenga, costruisca condotte e sfrutti ciò che la natura ha da offrire anche a migliaia di chilometri di distanza”, spiega Uta Schirpke, prima autrice dello studio di Eurac Research. “Abbiamo quantificato i servizi ecosistemici prodotti in tutta la regione alpina e la loro disponibilità. Abbiamo poi studiato l’entità della domanda da parte delle persone. Inoltre, abbiamo analizzato dove questi servizi sono attualmente utilizzati e come vengono trasportati. In breve, abbiamo analizzato la domanda, l’offerta e il trasferimento di servizi”, continua Schirpke. Sapere esattamente dove e quante risorse siano consumate è fondamentale per lo sviluppo sostenibile.
“La regione alpina italiana non produce abbastanza mangime per i molti animali da allevamento, il 75 per cento deve essere acquistato. Il 70 per cento è coperto da cereali provenienti dall’Europa, il 30 per cento è importato dall’America meridionale e centrale, dagli Stati Uniti o dall’Australia. Questo comporta trasporti a lunga distanza ed emissioni aggiuntive”, spiega Erich Tasser di Eurac Research, coautore dello studio, precisando: “L’Alto Adige è un po’ più sostenibile in questo senso, perché produce poco più della metà del suo fabbisogno alimentare sui propri pascoli”.
Al contrario, per quanto riguarda i servizi ricreativi le Alpi registrano un surplus. Persone provenienti da tutto il mondo vengono qui per godersi il paesaggio; circa il dieci per cento del turismo mondiale si svolge nella relativamente piccola regione alpina. Come sottolineano i ricercatori, qualsiasi decisione sullo sviluppo regionale ha anche un impatto sulla natura, a volte anche a livello mondiale. Questo studio è quindi una base importante per una pianificazione lungimirante, perché “è l’unico modo per garantire che i servizi essenziali offerti dalle Alpi continuino a beneficio delle generazioni future”, riassume Ulrike Tappeiner, coautrice e direttrice dell’Istituto per l’ambiente alpino dell’Eurac Research.