Iceman Ötzi Peak: nomi, lingue e tradizioni inventate
Ancor prima di essere terminata, Iceman Ötzi Peak, la piattaforma panoramica in fase di costruzione a 3251 metri di altitudine in Alta Val Senales, sulla Grawandspitze (Cima delle Cornacchie) permette già di osservare l’Alto Adige con occhi differenti. Perché ci aiuta a guardare al futuro e al passato con più cognizione di causa, tanto da costringerci a una “edizione straordinaria” di Alto Adige Doc. Straordinaria perché non prevista e perché uno dei temi “caldi” di questa provincia è andato letteralmente in corto circuito proprio grazie ad una piattaforma panoramica dedicata a Ötzi. Come rilevato nella puntata del marzo 2019, per evitare di avere una doppia insegna o di dover scontentare uno dei due maggiori gruppi linguistici principali, da tempo moltissime attività commerciali altoatesine hanno deciso darsi un nome e/o un insegna in inglese. Come aveva precisato Confesercenti: «Nel dubbio o nella difficoltà di scrivere in italiano e/o in tedesco, si taglia la testa al toro e si scrive in una terza lingua. Chi lavora nella comunicazione sa bene come funziona». In questo ultimo anno, molto è cambiato, ma non questa tendenza. La già nutrita schiera di attività commerciali dal nome inglese (ma anche francese e spagnola) è ulteriormente aumentata, d’altra parte anche il luogo simbolo dell’innovazione altoatesina/sudtirolese, il «techpark» è stato battezzato “NOI – Nature of innovation”.
Iceman Ötzi Peak: la polemica
Tutto è andato liscio fino a quando ci si è limitati a battezzare in inglese le nuove attività o i nuovi negozi, ma quando ci si è allargati, come in Alta Val Senales, è scoppiato il patatrac. La costruzione dell’Iceman Ötzi Peak, infatti, non è piaciuta per nulla all’Heimatpflegeverband (Federazione per la tutela del territorio) dell’Alta Val Senales che ha preso carta e penna per protestare ufficialmente. «Molte delle piattaforme panoramiche altoatesine sono discutibili per quanto riguarda la loro utilità, soprattutto perché questa deliberata finzione della montagna attrezzata con ogni tipo di struttura artificiale di solito l’aspetto “scenico” lo riduce. L’esempio di Senales solleva anche una domanda. Qual è la differenza tra la vista della cima del Grawand e quella della piattaforma di nuova costruzione chiamata – naturalmente in inglese – Iceman Ötzi Peak? Il nome Grawand significa parete grigia. È un nome adottato nell’uso comune e basato sull’aspetto della montagna nella sua specificità I nomi delle montagne sono segni linguistici che creano identità, e come tali dovrebbero essere conservati». Si potrebbe derubricare il tutto come ennesima questione toponomastica e/o ambientalista, non fosse che la società che ha voluto la piattaforma panoramica è “Funivie Ghiacciai Val Senales” presieduta da Michl Ebner. Per i lettori residenti fuori dall’Alto Adige, ricordiamo che Michl Ebner è il presidente della Camera di Commercio di Bolzano dal 2008 e dal 1995 ricopre la carica di amministratore delegato del gruppo editoriale Athesia che pubblica il quotidiano più letto dell’Alto Adige Südtirol e più finanziato dallo Stato Italiano: “Il Dolomiten”, (diretto dal fratello Toni). Ma Athesia pubblica anche l‘Alto Adige, L’Adige e il Trentino. Per i dettagli si veda qui.
Iceman Ötzi Peak: la posizione della società funiviaria
Precisato il contesto, la risposta di Funivie Ghiacciai Val Senales si è concentrata su due aspetti, uno generale e uno più particolare. La risposta più generale può essere copiata e incollata per provare a far tacere chiunque osi opporsi a nuove attività economiche. E’ già pronta per diventare il ritornello dell’estate post Covid: «Il romanticismo di una volta ha dovuto farsi da parte per fare spazio alla dura realtà chiamata Covid-19. Con 50.000 concittadini purtroppo in cassa integrazione e tra breve migliaia di disoccupati, troviamo questo tipo di discussione, in una valle di per sé già molto colpita dallo spopolamento, una beffa più che un contributo ad un dibattito informato. Le montagne appartengono a tutti. Proprio per questo abbiamo creato una piattaforma panoramica con un semplice accesso, garantendo a qualunque persona, indipendentemente se scalatore esperto o meno, un’esperienza alpina indimenticabile». In sintesi, chiunque provi a ricordare che le cime delle montagne andrebbero tutelate e preservate senza sentire la necessità di portarci facilmente masse di turisti in cerca di un selfie, va considerato un «romantico», ovviamente nell’accezione peggiore del termine, quella che identifica una persona «incline alle suggestioni del sentimento e della fantasia più che a una concezione razionale e pratica della vita».
E’ quindi l’altra parte della risposta a mostrarsi decisamente interessante. Nel difendere la scelta di creare una piattaforma panoramica a 3250 metri di altitudine aperta a chiunque, la società di Ebner punta sulla tradizione: “Abbiamo costruito una piattaforma panoramica sulla Grawandspitze, Krahwandspitze, Croda delle Cornacchie e dato a quest’ultima un nome: Iceman Ötzi Peak 3.251. Da generazioni gli ospiti provenienti dall’Alto Adige, dall’Italia e dalle regioni germanofone ma anche da Paesi lontani visitano la Val Senales godendosi piste da sci, mete escursionistiche e viste panoramiche che il ghiacciaio e la valle offrono. Le montagne e le vette in Alto Adige hanno denominazioni in lingua tedesca e dal momento dell’annessione all’Italia anche italiana, conosciute prevalentemente nell’area limitrofa. É obiettivo della Funivie Ghiacciai Val Senales S.p.A. rendere noto con termini e concetti significativi anche agli ospiti di provenienza remota le radici della nostra terra, mostrando che le gelide altitudini erano popolate già migliaia di anni fa. Ötzi a livello internazionale è noto come “Iceman Ötzi”. Dato il suo ritrovamento in Val Senales, troviamo opportuno dargli un termine nella lingua ufficiale su scala internazionale, ovvero l’inglese, dando così un’ulteriore dimostrazione di rispetto verso gli ospiti. La piattaforma panoramica è una costruzione in acciaio, adattata esteticamente all’ambiente limitrofo, in modo da integrarsi omogeneamente al quadro complessivo tuttavia concedendo una vista a 360 gradi delle vette nell’area circostante».
In sintesi, Ötzi e l’attrattività turistica vengono esplicitamente considerati elementi fondanti della tradizione sudtirolese. Quale migliore dimostrazione di come le tradizioni siano inventate. Come già spiegato benissimo da Hobsbawm e Ranger nel 1983: «Le tradizioni inventate sono l’insieme di pratiche che si propongono di inculcare determinati valori e norme di comportamento ripetitive nelle quali è implicita la continuità con il passato. Ogni società ha accumulato una riserva di materiali in apparenza antichi: per rinsaldare vincoli nazionali, per connotare più marcatamente la fisionomia di partiti o di ceti, o per attenuare quel senso di insicurezza che si poteva avvertire guardando a un futuro di radicali innovazioni. Questa sorta di ingegneria sociale e culturale ha caratterizzato in genere l’affermarsi delle nazioni moderne, che hanno cercato di legittimare la loro più recente storia cercando radici nel passato più remoto».
Lo si fa continuamente, se ne creano di continuo fino a che non entrano in conflitto con altre tradizioni, di altri popoli o di altri periodi storici. Quando accade, è probabile che si attivi un corto circuito per cui anche l’utilizzo di una lingua straniera viene giustificato con il rispetto delle tradizioni e delle identità locali. A chi scrive non resta che osservare con piacere l’evolversi di certe “patologie” identitarie. La diatriba toponomastica, per una volta, non vede protagonisti gli Schützen e Urzì, ma l’Heimatpflegeverband e una società del gruppo Ebner. Italiani non pervenuti. Prima o poi doveva accadere, non resta che aspettare «ulteriori dimostrazioni di rispetto verso gli ospiti stranieri». Non vediamo l’ora che Ebner proponga al fratello di trasformare il “Dolomiten” in un più internazionale “Dolomites”, mentre noi ci accontenteremmo della traduzione in inglese di Heimatpflegeverband. Se non siete tedeschi provate a pronunciarlo correttamente e ad alta voce. Per sicurezza non toglietevi la mascherina…
Massimiliano Boschi