Il trend dei «workationer» sbarca in Alto Adige grazie a IDM

Lavorare lontano da casa, con una vista mozzafiato sulle cime delle montagne, sui laghi o sulle città dell’Alto Adige: questa è l’offerta che IDM Alto Adige propone alle persone di tutto il mondo che non sono legate a uno specifico luogo di lavoro. IDM sta cogliendo le opportunità dell’attuale tendenza della “workation”, cioè la commistione tra lavoro e vacanza, offrendo alle persone interessate informazioni mirate e assistenza sulla propria landing page dedicata e tramite un Welcome Desk. Per fare ciò, IDM sta lavorando a stretto contatto con “Südstern”, la rete degli altoatesini all’estero, i cui contatti sono importanti per raggiungere potenziali “workationer” provenienti da Paesi più lontani. Questo nuovo gruppo target è particolarmente interessante per l’economia altoatesina per via della lunga durata del soggiorno e per le interessanti opportunità di networking. Inoltre, questo target può anche contribuire ad un migliore utilizzo delle capacità ricettive nelle stagioni intermedie.

Dopo le chiusure, questo tipo di lavoro a distanza è diventato un’offerta standard per molte aziende, come ad esempio Spotify, che si occupa di servizi streaming, Hewlett Packard, azienda informatica, o SAP, che produce software. I dipendenti e le dipendenti di queste aziende possono decidere di combinare vacanze e lavoro e scoprire così nuovi posti interessanti e fare nuove esperienze, continuando a lavorare in modo efficiente dal luogo di vacanza. Anche molti lavoratori autonomi e lavoratrici autonome hanno iniziato ad approfittare di questa opzione.

“Questa è un’interessante opportunità per l’Alto Adige, perché diversi studi hanno dimostrato che destinazioni come l’Alto Adige, che presentano un mix di natura e stile di vita moderno, che hanno ottime infrastrutture e un’offerta culinaria di alta qualità, sono particolarmente apprezzate dai ‘workationer'”, dice il Direttore marketing di IDM Wolfgang Töchterle. “Per l’Alto Adige, a sua volta, questo significa rivolgersi a un nuovo gruppo target, in gran parte molto benestante che, a seconda del Paese d’origine, rimane qui per settimane o addirittura mesi e utilizza le strutture e i servizi locali. E questo è molto interessante specialmente nel caso delle stagioni intermedie”. Dato che sono soprattutto le singole persone e non intere aziende ad essere attratte da questa offerta, con il loro lavoro portano la loro rete in Alto Adige, di cui può beneficiare anche l’economia locale: “Il ‘workationer’ non è un lavoratore solitario in una stanza d’albergo. Vuole connettersi e interagire con persone che la pensano come lui e cerca il contatto con la scena locale. Ecco perché la vicinanza delle strutture ricettive, che naturalmente devono offrire servizi essenziali come una buona connessione Internet e un servizio lavanderia, con gli spazi di coworking è importante”, sostiene Töchterle.

In particolare sono i talenti più giovani, come i cosiddetti millennials, ad interessarsi molto a questo tipo di lavoro, come sa bene il membro di “Südstern” Alex Nigg. Il meranese è CEO della start-up “Properly”, che mette in contatto i fornitori di alloggi per le vacanze con fornitori di servizi importanti per il loro lavoro tramite una piattaforma online e ha dipendenti negli USA, in India, Spagna, Repubblica Ceca, Italia, Nuova Zelanda, nelle Filippine e in Alto Adige. “Impieghiamo persone che lavorano da tutte le parti del mondo. Le moderne tecnologie di comunicazione lo rendono possibile e per molti dipendenti, specialmente quelli più giovani, lavorare in maniera indipendente rispetto ad orari e luoghi è una parte essenziale del loro modo di lavorare”, spiega Nigg. Soprattutto nel settore tecnologico, la tendenza verso lo smart working è forte, e molte persone in questo ambito sono attratte da un ambiente di lavoro come quello che offre l’Alto Adige. “Come membri di ‘Südstern’ siamo un importante punto di forza perché conosciamo già e apprezziamo il territorio altoatesino e possiamo usare la nostra rete per mettere la destinazione nella giusta luce e attirare l’attenzione su questa offerta”, dice Nigg.

Anche IDM si è attivata in questo senso, progettando una landing page con informazioni importanti per i “workationer”, che è andata online recentemente. Su http://www.suedtirol.info/it/workation si possono trovare informazioni su argomenti come la ricerca di un alloggio, gli spazi di coworking presenti in Alto Adige, assicurazioni, questioni legali, fiscali e sanitarie, così come approfondimenti sulla lingua e la cultura altoatesina. Inoltre, presso IDM è stato istituito un Welcome Desk per aiutare i “workationers”, tramite telefono o via e-mail, e rispondere a tutte le domande che possono sorgere su un soggiorno di “workation” in Alto Adige. Una campagna online sui social media e su Google è inoltre finalizzata a richiamare l’attenzione delle persone interessate all’Alto Adige nei mercati principali di Germania, Austria, Svizzera e Italia sul territorio come destinazione di “workation”. Il gruppo target di persone provenienti da Paesi come gli Stati Uniti, il Benelux o la Scandinavia – in questo caso soprattutto persone del settore tecnologico per le quali sono interessanti i soggiorni di più settimane o mesi – sarà invece raggiunto attraverso la rete “Südstern”. Queste attività saranno seguite in autunno da un cosiddetto “Workation Popup Event” in vista del Merano WineFestival. L’obiettivo di questa “WineWorkation” è quello di attirare in Alto Adige i visitatori del WineFestival alcuni giorni prima, per lavorare qui e per fare rete tra loro durante vari eventi e tour organizzati. I dati e i risultati di tutte le attività svolte sul tema saranno valutati alla fine dell’anno. Se la fase di test si concluderà positivamente, ciò che è stato appreso sarà la base di partenza per lo sviluppo di ulteriori attività, che dovrebbero seguire già in primavera.

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