Il mondo nel 2025: un’Europa in crisi di fronte a Trump, Putin e Xi Jinping
Donald Trump si è insediato come 47esimo Presidente degli Stati Uniti. Nel discorso tenuto per celebrare l’evento, dopo aver precisato che Dio lo ha salvato per fare tornare grande l’America, ha sottolineato come grazie alla sua vittoria elettorale, il buon senso tornerà a ispirare le politiche degli Stati Uniti. Ha quindi dichiarato che già nel primo giorno di governo, firmerà una serie di mandati esecutivi tra cui la “dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per i confini meridionali” per procedere al respingimento e l’espulsione di milioni di persone (riferendosi agli immigrati illegali messicani) e che invierà i militari per porre fine all’invasione degli Stati Uniti.
Nel suo discorso durato poco più di mezz’ora, Trump ha inoltre annunciato che, invece di tassare i cittadini statunitensi, tasserà i cittadini stranieri attraverso i dazi doganali, che.gli Stati Uniti fermeranno tutte le guerre del pianeta e che, non solo andranno a riprendersi il Canale di Panama, ma conquisteranno Marte.
Chiariti obiettivi e visioni della nuova presidenza della principale potenza militare del pianeta, può valere la pena ricordare chi governa le altre due, Xi Jinping in Cina e Vladimir Putin in Russia. Due leader che non prevedono l’annessione di Groenlandia e Panama, ma più banalmente di Taiwan e Ucraina.
In una situazione del genere, pur evitando considerazioni sulle altre potenze nucleari (Corea del Nord, Pakistan, India e Israele), qual è lo stato di salute della cara vecchia Europa?
Qui è reperibile l’elenco dei 27 governi in carica nei paesi dell’Unione Europea, ma val la pena ricordare che il governo tedesco è dimissionario, si voterà il prossimo 23 febbraio, mentre la Francia ha appena varato il terzo governo in un anno. Dal 23 dicembre 2024, il governo transalpino è guidato da François Bayrou a capo di un esecutivo di minoranza che può contare solo su 211 dei 577 seggi in Parlamento. Va anche precisato che c’è chi sta peggio, il Belgio, che ospita le sedi delle principali organizzazioni dell’Unione Europea, è senza governo da giugno scorso.
A questo proposito, avvicinandoci all’”orto di casa”, si ricorda che l’Austria non ha ancora un governo a quattro mesi dalle elezioni tenutesi lo scorso settembre. L’incarico per formare il nuovo esecutivo è stato affidato a Herbert Kickl, leader antieuropeista e filo russo dell’FPÖ, favorevole a una politica di “Remigration” (espulsione di massa di migranti e stranieri).
Sollecitato a esprimere una sua valutazione sul possibile governo Kickl. il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher ha dichiarato che “Soprattutto per il ripristino dell’autonomia, è importante che l’Austria abbia un governo stabile e rimanga un punto di contatto affidabile“. Gli altri tre partiti della coalizione che guida la Provincia di Bolzano, Fratelli d’Italia, Lega e Freiheitlichen, hanno ripetutamente sottolineato la loro soddisfazione per la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali statunitensi.