Il trionfo pop di Vezzoli (#TifiamoMuseion)
Furba, smart, pop. Dalla vernice della mostra di Francesco Vezzoli “Museo Museion” si esce sorridendo, con la sensazione di un’operazione intelligente, di sicuro successo: contemporanea, fintamente “timida” – come i suoi due autori – popolare nel senso migliore del termine, perché facile da leggere, polisemica, veloce e divertente. In connessione con lo spirito del tempo nonostante l’assenza di wi-fi. Due le sezioni: la rilettura della collezione del Museion (tra Fontana, Schifano e altri artisti, in un intelligente mix di popolarità) attraverso il frame costruito da Vezzoli utilizzando “cornici d’autore”, reali o dipinte sul muro; al quarto piano la personale retrospettiva delle sculture di Vezzoli, curata dalla direttrice del Museion, Letizia Ragaglia, altra grande protagonista della serata.
E’ spettato a lei, davanti a 300 persone assiepate nel Passage, in attesa di salire alla mostra, il compito di introdurre l’operazione voluta da Museion accogliendo Francesco Vezzoli come guest curator. Un continuo dialogo (provocatorio ma non troppo) tra classico e contemporaneo, un’opera nell’opera: fluida perché provvisoria, labile come la rilettura eseguita da Vezzoli, all’insegna dell’hic et nunc.
Lui, stretto nel suo cappotto, ha ricordato – timido come può esserlo un artista 44enne famoso in tutto il mondo – “il valore erotico e sovversivo dell’arte classica“. Il riferimento alla vicenda delle sculture del Campidoglio coperte in occasione della visita di Rohani a Roma era più che esplicito. Trionfo. Difficile trovare qualcuno in disaccordo. Ma se c’era – così come i rifugiati che visitavano la mostra – faceva parte dell’opera d’arte. Perché farci essere tutti, ieri sera, era l’opera d’arte di Museion. Continuerà? Noi speriamo di sì, perché potrebbe essere un nuovo inizio (ma tutto è un nuovo inizio). Noi, oggi, a Bolzano, #TifiamoMuseion
(Lu.B)