Imi, proposta Cna: «Abbassare la quota per gli immobili strumentali»

Nove miliardi e 700 milioni. Tanto è costata nel 2016 alle imprese e ai lavoratori autonomi l’Imu sugli immobili strumentali (in Alto Adige l’imposta si chiama Imi, in Trentino Imis), circa la metà del gettito complessivo di questa imposta. È la stima realizzata dal Centro studi CNA sui dati 2016.

«Una somma che conferma l’insostenibilità di questa imposta iniqua – dichiara Claudio Corrarati, presidente regionale della CNA-SHV –.  Non si può trattare strumenti di lavoro, che creano occupazione e ricchezza diffusa, come capannoni, laboratori e negozi, alla stregua delle seconde case. Questa imposta è una misura controproducente che, in ultima analisi, costa più di quanto rende perché rappresenta un ostacolo agli investimenti e alla creazione di occupazione».

«Chiediamo pertanto al Governo – aggiunge Corrarati – di porre mano a questa disciplina già nella prossima Legge di bilancio, innalzando significativamente la deducibilità dell’Imu versata dalle imprese e dai lavoratori autonomi, oggi limitata al 20 per cento, mentre altri settori produttivi, è il caso dell’agricoltura, ne sono totalmente esenti».  Secondo il Centro studi CNA la deducibilità totale dell’Imu dal reddito d’impresa per gli immobili di proprietà utilizzati direttamente dalle aziende costerebbe non più di 500 milioni l’anno. «Risorse oggi sottratte allo sviluppo – afferma Corrarati -. La Provincia di Bolzano, sfruttando la sua autonomia, potrebbe già intervenire abbassando l’aliquota dell’Imi per immobili strumentali, o perfino azzerarla, oppure prevedendo detrazioni elevate. Un’altra possibilità è che la Provincia, d’intesa con i Comuni, alzi notevolmente l’aliquota Imi per gli immobili lasciati incompiuti, reperendo così le risorse per abbattere l’Imi sugli immobili produttivi che servono alle aziende per creare posti di lavoro e ricchezza per il territorio».

Secondo un’analisi del Centro Studi CNA-SHV dell’Alto Adige, l’Imi pagata da un campione di quasi 100 aziende associate varia dai 39 euro per un piccolo deposito di 6 mq in via Claudia Augusta a Bolzano ai 4.949 euro di un ufficio in via Siemens, ai 4.477 euro di un fabbricato commerciale in via Zuegg fino ai 5.400 euro per un ufficio in via von Comini. La media Imi è di mille euro ad azienda, con costi che toccano anche i 20 euro al mq, e con forti disparità di calcolo pure per immobili sulla stessa via in base alle rendite catastali differenti e anche perché la Provincia ha previsto un’aliquota più bassa per gli immobili produttivi ma non per gli uffici. Abbassare le aliquote e introdurre detrazioni comunali alte alleggerirebbe il carico fiscale e metterebbe le aziende sullo stesso piano.

 

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