Insegnanti in carcere per un'esperienza formativa diversa
Insegnanti in carcere per conoscere da vicino un mondo molto spesso dimenticato. Sono una trentina i docenti delle superiori che nelle ultime settimane hanno potuto visitare il carcere di Bolzano all’interno del “Laboratorio di diritto ed economia” proposto dai Servizi pedagogici del Dipartimento istruzione e formazione italiana della Provincia. «Era la prima volta che venivano docenti delle superiori – riferisce la direttrice Anna Rita Nuzzaci – ed è stata un’esperienza molto positiva che ci ha permesso di aprirci e farci conoscere». Il progetto, che è stato coordinato dalla professoressa Simona Nucera, docente di diritto presso l’ITE Battisti assieme a Giorgio Filippelli (IISS Galilei), era rivolto principalmente a docenti di discipline giuridiche ed economiche delle scuole superiori. «Quest’anno – spiega Nucera – si è deciso di articolare il laboratorio in vari incontri modulari su temi specifici: uno di questi moduli consiste appunto nella visita alla casa circondariale di Bolzano». Agli incontri, vista la rilevanza assunta dalle tematiche di ambito Cittadinanza e Costituzione, sono stati invitati a partecipare anche docenti di altre discipline.
Una prima visita al carcere si era tenuta nella seconda metà di marzo 2018 per 15 insegnanti principalmente di materie giuridiche ma anche di materie letterarie. Visto l’apprezzamento da parte dei docenti, e date le numerose richieste, nei giorni scorsi è stata proposta una seconda visita per chi era rimasto escluso. Durante la visita la direttrice Nuzzaci ha fatto cenno ai vari tipi di istituti penitenziari e alle differenze fra gli stessi, ha parlato dell’organizzazione dell’amministrazione penitenziaria, delle finalità della pena e delle attività presenti negli istituti penitenziari italiani e nella casa circondariale di Bolzano. La direttrice ha illustrato i compiti delle figure professionali che operano all’interno degli istituti penitenziari, tra polizia penitenziaria, educatori, personale medico e amministrativo . «In tutto – spiega Nuzzaci – nella nostra struttura lavorano tra le 90 e le 100 persone. Un momento molto interessante è stato quando vi è stato un confronto fra una delle insegnanti attive in carcere e quelli in visita, che hanno voluto molte informazioni su come avviene l’insegnamento ai detenuti». La coordinatrice del progetto, Simona Nucera, riferisce di essere rimasta colpita in particolare «dal vedere quante sono le realtà associative che danno un sostegno all’interno e all’esterno del carcere».