La sindaca Isabella Conti: singolare e femminile. Intervista alla prima cittadina di San Lazzaro di Savena.
Classe 1982, Isabella Conti sta per terminare il suo secondo e ultimo mandato da sindaca di San Lazzaro di Savena, città di 32.000 abitanti alla periferia est di Bologna. Queste poche informazioni, che altrove potrebbero suonare banali, in Italia, purtroppo, risultano eccezionali. Non solo perché Isabella Conti è stata eletta sindaca che aveva trentadue anni ma, soprattutto, perché è una donna e in Italia le donne che ricoprono il ruolo di sindaco sono il 14,6% del totale, ancor meno nei comuni capoluogo: solo l’8,4% (fonte Openpolis).
“Siamo pochissime – conferma Isabella Conti – e soprattutto completamente assenti nelle città più grandi. Roma e Torino non sono più amministrate da donne e solo una regione è governata da una donna, Donatella Tesei in Umbria”.
Può valer la pena sottolineare alcuni dati: Donatella Tesei guida una Giunta regionale di centro-destra e, per la prima volta, l’Italia ha una presidente del Consiglio donna (Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia). Anche il principale partito di opposizione, il Pd è guidato da una donna, Elly Schlein, ma le principali città italiane, Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Bari sono tutte amministrate dal centro sinistra, tutte da uomini. Le sindache di Roma e Torino, Raggi e Appendino, entrambe del Movimento 5 stelle, sono state sostituite da due uomini, Gualtieri e Lo Russo, entrambi del Pd.
Isabella Conti, che guida una Giunta comunale di centro sinistra, non cerca alibi: “Io credo che le donne debbano fare un passo avanti, non possiamo aspettare che gli uomini ci aprano la strada. Le donne devono attivarsi senza timori credendo nelle proprie capacità, non è il momento dei passi indietro. Il patriarcato è un approccio culturale che ha pervaso anche molte donne. Detto questo, per le donne la vita è molto più complicata soprattutto a causa della mancanza di strumenti che concilino vita e lavoro. Servono nuovi strumenti di welfare per le donne, occorre creare migliori opportunità per le donne, non solo in politica. Nelle occupazioni più remunerative e qualificate le donne sono ancora troppo poche”.
Uno scorcio della nuova piazza Bracci a San Lazzaro di Savena (Foto Maurizio Lama)
Le donne e il lavoro
I dati confermano il suo punto di vista. Per l’’Organizzazione Internazionale del Lavoro”, in Italia le attività di assistenza e cura non retribuite sono svolte per oltre il 75% dalle donne, oltre 5 ore al giorno di media contro le poco più di due degli uomini. Come si cambia questo stato di cose?
Sottolineo come si tratti di un lavoro di cura che non è retribuito né riconosciuto e se un genitore si ammala, solitamente sono le figlie femmine a prendersene cura. Per cambiare questo stato di cose servono riforme del sistema di Welfare. Per esempio, occorre ampliare il congedo di paternità, dieci giorni sono pochi e per l’Italia sono comunque un passo avanti visto che fino a poco tempo fa era uno solo. Dobbiamo permettere alle donne di coltivare le loro ambizioni.
Ma non c’è il rischio di trasformarle in uomini? Con la stessa insana passione per la carriera e per il potere fine a se stesso? Non andrebbe valorizzato il loro straordinario percorso di autonomia dal potere?
Le donne hanno capacità organizzative e un’empatia che andrebbero coltivate e la vita ci impone di imparare in fretta. L’ambizione delle donne deve essere quella di voler cambiare il mondo. L’autonomia resta un grande elemento di libertà che però non dove spingerci a piegare la testa di fronte al potere.
Il cielo sopra San Lazzaro (foto Maurizio Lama)
Le donne e la politica
Nel suo caso non si può dire che sia retorica. Lei deve il suo primo successo elettorale proprio alla decisione di non piegare la testa di fronte alle pressioni di potenti cooperative edilizie (cfr qui).
Sì, ma è stato faticosissimo. Avevo 32 anni anni e mi sono scontrata con una questione che ha avuto pesanti conseguenze e lunghi strascichi. Ma quando vieni scelto dai cittadini per tutelare i loro diritti non ci si può tirare indietro. Credo che in politica e nell’amministrazione pubblica occorra una precisa gerarchia di riferimento e l’integrità con cui si svolgono certi compiti deve essere un filo a piombo tra quello che si dice e quello che si fa.
Molti sindaci sottolineano quanto sia complicato amministrare una città, ma la considerano comunque l’attività politica meno frustrante, quella in cui si possono realizzare progetti importanti. Conferma?
Sì, credo sia il lavoro più bello del mondo perché permette di prendersi cura dei sogni, delle aspettative e delle frustrazioni dei cittadini.
La questione “sicurezza” non sta offuscando tutto? Per altro, è un tema su cui i sindaci hanno competenze molto limitate…
Il tema sicurezza è importante, ma va affrontato alla base, alla radice. Non basta aumentare la presenza della polizia municipale o firmare convenzioni con le forze dell’ordine. Occorre intervenire in maniera strutturale e con respiro lungo, innanzitutto contrastando le forme di povertà. Da questo specifico punto di vista, non serve a nulla mettere la gente in carcere, perché spesso si finisce solo per fornire un master in criminalità a chi viene arrestato.
Non sembrano idee molto popolari…
Lo so è più facile andare in televisione a ripetere ossessivamente che chi commette reati va messo in carcere e va buttata la chiave come fa Matteo Salvini. I problemi complessi non si risolvono con gli slogan. Posso fare un esempio concreto?
Prego
Tra il 2013 e il 2014, i flussi di immigrazione vennero gestiti stipando i migranti in vecchie caserme o vecchi edifici. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Io credo che occorra una gestione completamente diversa che si basi su piccole strutture diffuse. A San Lazzaro abbiamo scelto questa strada, inserendo i migranti nel tessuto cittadino. Li abbiamo iscritti a corsi di teatro che hanno creato una relazione tra loro e i cittadini, una collaborazione che, per altro, ha dato vita a uno spettacolo meraviglioso. Inoltre, in attesa della regolarizzazione abbiamo chiesto chi fosse disposto a fare volontariato e tutti hanno risposto positivamente. Grazie a questo abbiamo potuto creare Amalio, un emporio solidale per le fasce grigie, ovvero per quella fascia di popolazione che per vari motivi – perdita del lavoro, problemi famigliari etc – si ritrovava in difficoltà economica. Questo approccio ci ha permesso di evitare ogni problema di ordine pubblico e tutti i migranti coinvolti sono riusciti a costruirsi un futuro dignitoso. Poi, abbiamo anche migliorato l’illuminazione pubblica per garantire un maggiore senso di sicurezza, ma, sarà colpa del mio passato, ma io continuo a pensare che le politiche contro la povertà e l’emarginazione siano la strada maestra da seguire anche rispetto al tema sicurezza.
Non credo che abbia migliorato la sua situazione…
Mi dispiace ma non propongo soluzioni semplici a questioni complesse. Non faccio la radice quadrata dei problemi, non li semplifico a scopo di propaganda. E’ troppo facile proporre di fermare i barconi o di togliere le case agli stranieri. Intanto gli sbarchi non si sono fermati e mandare la gente a dormire sotto i ponti non aumenta la sicurezza. Per quel che riguarda la mia carriera politica, finisco il mandato il prossimo 9 giugno ma spero di poter continuare a a dare il mio contributo alla comunità nelle forme in cui sarà possibile.
A questo proposito, in questa rubrica siamo per un motivo o per l’altro siamo sempre finiti a parlare di diritto alla casa.
La casa è un punto fondamentale. Nessun cittadino può avere l’angoscia della mancanza di un tetto sulla testa. E’ una questione di dignità. Come dicevo prima, vanno attualizzate le politiche di welfare. La mia generazione aveva la percezione che le cose sarebbero migliorate e invece sono precipitate. Io sono stata la prima laureata della mia famiglia, mentre oggi molti genitori hanno il problema di non riuscire a pagare la gita scolastica ai figli. E’ totalmente cambiata la percezione del futuro e la fascia grigia di cui parlavo prima è aumentata a dismisura. Lo so che in Alto Adige siete abituati bene, ma passando a fatti concreti io mi sono impegnata per avere nidi gratuiti per tutti senza lista d’attesa e ci siamo riusciti e ho fatto un accordo con l’Asl per un servizio gratuito di assistenza per le donne che partoriscono a casa. Una scelta importante anche rispetto alle violenze in famiglia. La sanità e la scuola pubblica sono un baluardo da difendere. Da questo punto di vista l’italia, pur con tutti i difetti, è un baluardo, viviamo nel roseto di un giardino e non ce ne rendiamo conto.
Massimiliano Boschi